Napoli Femminile, Capitanelli: “Vi svelo perché ho scelto il 34. Mi sto trovando bene. Sogno la nazionale e vincere tutte le partite di dicembre”

Napoli Femminile, Capitanelli: “Vi svelo perché ho scelto il 34. Mi sto trovando bene. Sogno la nazionale e vincere tutte le partite di dicembre”

Foto: profilo Instagram ufficiale Napoli Femminile
Napoli Femminile, Capitanelli: “Vi svelo perché ho scelto il 34. Mi sto trovando bene. Sogno la nazionale e vincere tutte le partite di dicembre”

Ilaria Capitanelli, terzino sinistro del Napoli Femminile, ha rilasciato un’intervista a campanialike.it. Le sue parole:

Perché hai scelto il numero 34?
“Perché il 3 e il 4 sono sempre stati due numeri che mi hanno portato fortuna ed il 3 era il numero che avevo al Bari”.

Finora come è stata la tua avventura a Napoli? “Ho trovato un ambiente tranquillo, un po’ come quello di Bari. È un ambiente che lotta con i propri mezzi, che come Bari non ha il calcio maschile alle spalle. Finora mi sto trovando bene e spero di continuare su questa strada”.

Come si diventa calciatrici nel meridione d’Italia dove non ci sono le strutture come al Nord? “Ho iniziato da piccola a 6 anni con i maschi perché a Bari non c’erano le strutture adatte per trovare un ambiente Femminile. La passione nasce da una partita delle giovanili nel mio quartiere che vidi un po’ per caso, perché nella mia famiglia non c’è nessuno appassionato al calcio. Poi sono passata nel settore giovanile della Pink fino ad arrivare nella prima squadra. Con la squadra femminile abbiamo giocato anche contro i maschi perché non c’erano tante squadre femminili, poi siamo entrate nel campionato primavera Femminile”.

Come avete accolto il cambio di guida tecnica? “Noi accogliamo sempre bene il cambiamento e ci stiamo trovando bene finora. Speriamo di fare bene nella prossima partita”.

Come è giocare a Napoli? “Giocare a Napoli è un po’ come giocare a Bari, i tifosi ti supportano in ogni situazione. Ho trovato un grande amore per il calcio come piace a me”.

Come si mangia qui a Napoli? “Si mangia tanto e si mangia bene, ma la cucina è un po’ diversa di quella di Bari. Ho avuto una discussione su quale fosse meglio tra pizza fritta e panzerotto, vi lascio immaginare la mia opinione (ride ndr.)”.

Che pizzia ti piace? “Qua a Napoli la pizza è qualcosa di veramente buono. La Margherita è il top”.

Sogni l’azzurro Nazionale? “Ovviamente, come tutte le calciatrici, sogno di poter arrivare a giocare nella nazionale maggiore. Anche se ho già giocato nelle giovanili”.

A chi ti ispiri e cosa vuol dire essere mancini? “Ad Alia Guagni (difensore della nazionale italiana e dell’Atletico Madrid ndr.) per grinta, per corsa e per tutte le sue caratteristiche: può essere d’ispirazione per tutti.
Essere mancini può essere una particolarità che può aiutare perché non ce ne sono molti in giro, ma tutti devono poter sfruttare le proprie qualità, sia mancini che destri”.

Quale è stato il momento più bello finora nel mondo del calcio? “La vittoria a Bari dello scudetto nazionale primavera, perché all’inizio in quell’anno abbiamo dovuto partecipare al campionato maschile e poi a quello femminile solo nella fase finale. In finale abbiamo affrontato la Juventus ed abbiamo vinto all’ultimo (4-3 ndr.), è stato molto emozionante”.

Che desiderio vorresti vedere realizzato? “Vincerle tutte a dicembre sarebbe un gran bel traguardo, dipende da noi”.

Alfonso Oliva

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