Puma e le maglie senza logo: meglio così?

Puma, lo scorso gennaio, ha lanciato le terze maglie per la stagione 2021-22 di Milan (Serie A), Manchester City (Premier League), Olympique Marsiglia (Ligue1), Borussia Dortmund (Bundesliga), Shakhtar Donetsk (Prem”jer-liha), Fenerbahce (Süper Lig) e Valencia (LaLiga). Casacche non comuni alle altre dato che sono sprovviste del logo del club ed il segno di riconoscimento è il nome dello stesso al centro della t-shirt, con l’obiettivo di fondere il calcio con la cultura streetwear. Una novità assoluta nel mondo del Fútbol, che potrebbe essere, però, un fattore che va a migliorare il rapporto tra i tifosi ed i calciatori. Voi vi chiederete perché, se proprio i fan, nel caso specifico quelli del BVB 09, hanno rifiutato quella creata per il loro team, aggiungendo che per loro è più adatta ad essere usata come kit da allenamento proprio per la mancanza dello stemma. Il club giallonero ha, quindi, tranquillizzato i fan, riferendo che quella non sarà la nuova terza maglia e che la nuova sarà presentata a breve.

Foto: Instagram Nss Sports

Intanto, il responsabile dell’area design dell’azienda tedesca produttrice di materiale sportivo, Carl Tuffley, ha difeso così la loro scelta: “L’obiettivo è quello di superare il design tradizionale. È facile giocare sul sicuro, ma vogliamo cambiare la percezione di una maglia da calcio convenzionale. Il terzo kit ha presentato un’opportunità di essere audace, quindi abbiamo voluto prendere una nuova direzione”; (parole raccolte da calcioefinanza.it).

Tornando all’affermazione iniziale cioè che questo tipo di soluzione potrebbe giovare al rapporto tra supporter e giocatori, perché non permette a quest’ultimi di baciare lo scudetto rappresentativo della formazione per cui sta giocando in quel momento, come voleva fare Muhammed Gumuskaya, centrocampista dei Sarı Kanaryalar, nella sfida valida per l’andata del quarto turno preliminare di Europa League tra Fenerbahce e HJK Helsinki, dopo aver messo a segno il gol vittoria al 65′ minuto.

Questa potrebbe essere un’ottima innovazione per evitare che un calciatore prima baci lo stemma di una certa maglia e poi vada via -secondo i tifosi- da ‘mercenario’, come accaduto a Gianluigi Donnarumma nel passaggio da Milan a Paris Saint-Germain, o da ‘traditore’ etichetta messa ad Hakan Calhanoglu conseguentemente al trasferimento dal Milan all’Inter. In questo modo, il legame tra player e sostenitori sarebbe comunque forte, ma il primo sarebbe impossibilitato a fare gesti di ‘vera’ passione che potrebbero far pensare cose ai fan che, in realtà, non sono così.

Alfonso Oliva

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