“CARPE DIEM” da il caffè del Professore

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“CARPE DIEM” da il caffè del Professore

Prendiamoci il risultato che accorcia la classifica per l’ Europa dei ricchi ma lecchiamoci le ferite.

D’incanto siamo tornati ai mesi bui dell’ inizio di questo anno quando gli errori partivano dalla formazione messa in campo , dal suo atteggiamento, dall’ essere troppo sbilanciata e con poco equilibrio e si sono poi ripetuti anche nella gestione dei cambi, tardivi e insensati.


Quando eravamo convinti che Gattuso avesse indirizzato il suo gioco su un centrocampo più equilibrato e propositivo ecco che, spinto da una indecifrabile follia, ha riproposto un quasi ritrovato Fabian con il solito impresentabile Bakayoko a coprirgli le spalle lasciando cosi’ praterie centrali al modestissimo Crotone che ha avuto il grande merito di crederci sempre e di sapere approfittare dei nostri continui e ripetuti errori.

Gattuso, due passi indietro, perché, come il sommo magister Lucio Anneo Seneca ci insegna dall’ immediato dopo Cristo, perseverare negli errori è diabolico.
Il nostro sembra veleggiare verso lidi pericolosi fatti di esperimenti di gioco, tutti falliti, proposti con atleti che, purtroppo, offendono la nostra passione calcistica.
Continuare ad insistere su gente come Maksimovic e Rui è davvero mortificante, e nessuno ci venga a raccontare la solita favola che parliamo di professionisti che sono super partes perché non è cosi’.


Il gigante serbo continua a dimostrare una superficialità disarmante per come gestisce le situazioni di gioco che puntualmente ci costano reti subite in maniera sconcertante. Lo stesso vale per Rui, sempre poco reattivo e propositivo con giocate incomprensibili e la sensazione (ci auguriamo non la certezza) di non dare mai veramente tutto sul campo.

Ieri le scelte parevano obbligate per infortuni e squalifiche, ma è proprio nelle difficoltà che il grande condottiero esprime il suo talento, invece è qui che il nostro naufraga in scelte non opportune.

Abbiamo recuperato quasi tutti gli effettivi ma il tecnico continua ad insistere su pseudo soluzioni cervollotiche che quasi ci costavano un risultato per una partita che tecnicamente non ha avuto storia.


Sono bastati pochi fraseggi dei funambolici Mertens ed Insigne per mettere subito al sicuro il risultato con reti di splendida fattura, davvero un ricamo di uncinetto la seconda marcatura di Osimenh che ci ha fatto illudere di aver chiuso la sortita.


Ci si è messo anche il deludente Manolas a permettere il rientro in partita dei pitagorici sull’ ennesimo errore in disimpegno, almeno però il greco ci ha messo poi tanto impeto anche se poca lucidità.


Il furetto belga ci ha ridato tranquillità sulla splendida cometa della punizione vincente che ci ha fatto chiudere il tempo col doppio vantaggio.

Risultato ottimo ma solita mediana centrale lasciata ai calabresi con una interdizione inopportuna dell’ inconsistente e lentissimo Bakayoko.
La partita andava gestita nella ripresa, bastava abbassare i ritmi e tenere più palla e invece, su solita dormita difensiva si è permesso a Simy di segnare la seconda rete favorito dal mancato fuorigioco per la consueta risalita camaleontica del franco ivoriano.


E, come sempre, quando la partita diventa improvvisamente complicata, le scelte sulla gestione dei cambi diventano incomprensibili , venendo lo stesso ringhio poi travolto dal solito destino.


Sostituire l’ ormai sempre più mediocre Tiemoue con Elmas messo da centrale di centrocampo ( forse gli mancava solo questa posizione sul rettangolo verde) è subito sembrata azzardata sapendo che in panchina c’erano ben altre alternative che avrebbero potuto ridarci quell’ equilibrio mai trovato in partita.

Dopo il pareggio, gli uomini di Cosmi si sono resi ancora pericolosi riuscendo a sfruttare, ed anche facilmente, la profondità che i nostri hanno continuato a lasciare, non si poteva chiedere un gioco di rottura al povero macedone (in panca comodamente seduto ci è rimasto Lobotka!) e solo la pochezza tecnica degli ultimi in classifica non ci ha fatto pagare dazio.

Sembrava un orchestra ritrovata nelle due splendide sinfonie della Scala e del Circo Massimo, ma alla terza replica il direttore d’ orchestra ha preso una serie terribile di stecche, una dietro l’ altra.


Fortuna che il rigenerato Di Lorenzo ha coronato un’ ottima prestazione con la rasoiata vincente che da una nostra spallata forte alla classifica e rende ancora più importante e determinante la prossima sfida ai bianconeri.


Ma quanti rammarichi per questa annata anomala, vissuta sulle corde di una sinusoide che troppe volte ha toccato il suo punto di minimo e mai raggiunto quel massimo che ci avrebbe fatto competere per ben altri obiettivi perché questa squadra è davvero forte e inseguire il traguardo della qualificazione champions rimane sempre e solo una sconfitta sportiva e solo una vittoria finanziaria.


Doverosamente dobbiamo comunque crederci e lottare. Del doman non ve ‘ certezza, ma che sia comunque il trionfo di un corteo come volle Lorenzo il Magnifico e che sia l’ esaltazione della filosofia Epicurea: “cogli l’ attimo”.

Giovanni Pisano

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