Dall’anonimato alla speranza Nazionale, Balotelli può davvero rilanciarsi?

Dall’anonimato alla speranza Nazionale, Balotelli può davvero rilanciarsi?

Negli anni il panorama calcistico mondiale ha conosciuto ed apprezzato moltissimi calciatori dal carattere stravagante, spesso al centro delle attenzioni dei media più per le loro vicende extra-calcistiche che per le loro giocate. Dalla metà degli anni 80’ inizia a farsi conoscere il leggendario Paul Gascoigne, definito come il ‘Bad Boy’ per antonomasia, un calciatore dalle straordinarie qualità che, nella testa giusta, avrebbe donato molto di più a questo sport. Insieme all’ex Lazio c’è una ben fornita lista di atleti che hanno lasciato il segno anche fuori dal campo, basti pensare ad Eric Cantona, George Best e Ronaldinho. Ovviamente questi sono dei ‘mostri sacri’ che sono entrati di diritto nell’élite della storia del calcio, ma c’è qualcuno che si è fatto sopraffare dalla sua indole burrascosa, appannando così le sue incredibili doti, parliamo di Mario Balotelli.

Giovane promessa diventata meteora

Mario Balotelli nasce in uno dei quartieri più popolati di Palermo, Borgo Nuovo, da due immigrati ghanesi. Poco dopo la sua nascita i genitori si trasferiscono a Brescia per motivi lavorativi. In Lombardia Mario muove i suoi primi passi nel mondo del calcio ma viene ‘rimbalzato’ da una società all’altra a causa della sua condotta. Il primo club a credere in Balotelli è il Lumezzane che lo lancia tra i professionisti facendolo esordire ad appena 15 anni in Serie C1. Successivamente alcune grandi squadre come Atalanta, Fiorentina e Chievo Verona lo notano ma è l’Inter che riesce a strapparlo alla concorrenza. Nella Primavera dei neroazzurri l’attaccante risulta da subito decisivo per la vittoria di uno Scudetto e del Torneo di Viareggio del 2008.

Il 16 dicembre 2007 fa il suo esordio in Serie A all’età di 17 anni. A suon di gol, diventa il pupillo di Roberto Mancini e arricchisce da subito il suo Palmares vincendo il Campionato Italiano e laureandosi capocannoniere della Coppa Italia 2007/08. Nelle due stagioni successive Balotelli mostra tutti i suoi limiti, definiti dal suo comportamento. Infatti, viene prima accusato di aver rivolto gesti offensivi ad un avversario durante Roma-Inter e poi finisce al centro delle critiche per l’emblematico lancio della maglietta durante Inter-Barcellona. Al termine del campionato 2009/10 si trasferisce al Manchester City, dove ritrova Mancini, ma anche in Inghilterra si rende ancora protagonista delle cosiddette ‘balotellate’: multe stratosferiche per eccesso di velocità, fuochi d’artificio nel bagno di casa, freccette lanciate ai giocatori delle giovanili e la rissa con l’attuale tecnico della Nazionale italiana. Balotelli però non si scoraggia e, dopo aver segnato una doppietta nel derby di Manchester del 2012, esulta esibendo una maglietta con scritto “Why Always Me?” (Perché sempre io?).

L’anno dopo si trasferisce al Milan dove sigla il suo record di gol stagionali (18). In seguito i rossoneri lo vedono al Liverpool dove mette a segno una sola rete stagionale. A questo punto i Reds lo rispediscono in prestito al club milanese ma la sua stagione sarà condizionata da una pubalgia. Gli ultimi sprazzi di un grande giocatore li lascia intravedere a Nizza, poi l’anonimato. In poco tempo passa per Olympique Marsiglia, Brescia e Monza, pochi gol e tante critiche.

La Turchia e la voglia di essere di nuovo protagonista in Nazionale

Il 7 luglio scorso Mario Balotelli firma per l’Adana Demirspor, squadra neo-promossa del campionato turco. Il livello degli avversari non è altissimo, ma Super Mario sembra aver ritrovato, finalmente, la sua dimensione. Dall’inizio della stagione l’ex Inter ha trovato 8 gol e 3 assist in 19 presenze, alimentando il sogno europeo del suo attuale club. Queste prestazioni degne di nota sono valse la convocazione allo stage della Nazionale Italiana, dove sarà valutato da Mancini per i prossimi impegni. Associare il nome di Balotelli alla maglia azzurra suscita sempre dei bellissimi ricordi, soprattutto legati all’Europeo 2012 che probabilmente hanno segnato il punto più alto della carriera di questo giocatore.

Per molti il treno di Balotelli è già passato qualche anno fa e ora è solamente un trentunenne bruciato a causa del suo carattere, tuttavia non si può discutere che con la testa giusta sia capace di fare grandi cose, come ha già dimostrato in passato. È certo che la stragrande maggioranza degli italiani si augura che Mario Balotelli possa tornare a mostrare i muscoli, come in quella famosa partita contro la Germania, ma tutto è nelle sue mani, o meglio nella sua testa.

Carmine Grimaldi

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