Alla scoperta della Turchia, una realtà in cui calcio e politica diventano un tutt’uno

Alla scoperta della Turchia, una realtà in cui calcio e politica diventano un tutt’uno

Alla scoperta della Turchia, una realtà in cui calcio e politica diventano un tutt’uno

Nel corso dell’ultimo decennio la Turchia calcistica ha avuto una crescita esponenziale sia in Europa che nel proprio paese. Ovviamente, ci sono stati avvenimenti che hanno fatto comprendere quanto  il calcio turco sia influenzato fortemente dalla politica. In questo articolo analizzeremo la nazionale della mezza luna nel rettangolo verde, ma soprattutto i  contrasti avuti con l’Unione Europea.

Il calcio come mezzo di propaganda

Molti avvenimenti avvenuti nel mondo del calcio in Turchia, sono stati influenzati da vari scenari politici. Il primo ricordo che scatta nella mente di ogni appassionato  di questo sport, è l’esultanza dopo il goal all’Albania nel 2019, che suscitò molte polemiche. I giocatori turchi decisero di correre verso la telecamera più vicina dimostrare complicità e approvazione a “Sorgente di Pace”, l’operazione militare intrapresa qualche giorno prima dal Presidente Recep Tayyip Erdoğan, che ha per oggetto l’invasione della Siria del Nord.

Quel  saluto militare fu ripetuto qualche giorno dopo anche allo Stade de France per la sfida contro la nazionale. Dunque, si tratta del risultato di una strategia politica e comunicativa adottata dal governo. Erdoğan è un appassionato di calcio, e ciò si evince da varie iniziative. Nella politica del regime di Erdoğan, viene data molta importanza agli Almanya Türkleri, ossia i tedeschi di orgini turche. Il modo migliore per rendere l’idea di come il sistema propagandistico turco si sia servito e si stia servendo del calcio è analizzare la carriera del calciatore tedesco di origini turche Mesut Özil e quella di Arda Turan, ora di nuovo al Galatasaray, dopo gli ultimi due anni passati al Başakşehir, squadra centrale nelle strategie di Erdoğan. Infatti, il presidente turco è stato il testimone di nozze di entrambi i calciatori, che sono stati sempre a favore del suo governo.

L’ex Arsenal, infatti, ha dovuto anche rinunciare alla nazionale tedesca dopo le polemiche che avevano alzato alcune foto che ritraevano  lui e il suo compagno turco-tedesco Ilkay Gündogan scattate insieme a Erdoğan durante un evento a Londra. Dopo l’incontro, lo scatto andò in prima pagina sul  Bild e venne fortemente contestata dalla Federazione tedesca e dagli stessi tifosi tedeschi, poiché criticavano  l’appoggio a Erdoğan. Gündogan non fece nulla se non attendere passivamente che la vicenda cadesse nel dimenticatoio, mentre Özil decise di abbandonare la nazionale tedesca dopo essere diventato il capro espiatorio dell’eliminazione ai gironi in Russia 2018.

Foto: calciotoday.it

I rapporti disastrosi con l’Unione Europea

Da quando presiede Erdoğan al governo, ci sono stati dei peggioramenti nei rapporti con l’Unione Europea. I membri del Parlamento europeo, hanno espresso la loro preoccupazione sul rispetto dei diritti umani e sullo Stato di diritto nel paese, avvertendo che le relazioni con la Turchia sono arrivate al minimo storico.

Per decenni il rapporto tra l’UE e la Turchia è stato vantaggioso in molti campi, come il commercio e la cooperazione all’interno della NATO. Negli ultimi anni le relazioni si sono raffreddate  per le preoccupazioni europee sull’intervento militare turco in Siria, sulla condotta adottata verso i migranti, sullo stato di diritto e sul funzionamento della democrazia nel paese, in seguito a diversi episodi antidemocratici. Inoltre, destano preoccupazione anche le attività illegali della Turchia nell’isola di Cipro, così come le incursioni nel territorio greco. Questi sviluppi hanno portato gli eurodeputati a interrogarsi sui rapporti dell’UE con la Turchia. La Turchia è membro associato della Comunità economica europea dal 1963 e chiese di aderire all’Unione nel 1987. Il riconoscimento ufficiale come stato candidato all’adesione avvenne dopo più di dieci anni, nel 1999, mentre i negoziati iniziarono nel 2005. Ad oggi solo 16 dei 35 capitoli sui singoli temi riguardanti l’adesione sono stati aperti e solo uno è stato chiuso. In seguito al colpo di stato del 15 luglio 2016 i negoziati sono stati di fatto interrotti e nessun nuovo capitolo è stato aperto da allora.

Inoltre, gli eurodeputati hanno regolarmente trattato la questione turca, e il 6 febbraio 2018 sono state discusse sia le violazioni dei diritti umani sia le operazioni militari turche a Afrin, in Siria. L’8 febbraio 2018 i deputati hanno adottato una risoluzione per chiedere alla Turchia di revocare lo stato di emergenza. Dunque, da ciò si evince che i rapporti non sono dei migliori, portando un malcontento generale.

Foto: Apiceruopa.com

La delusione di Euro2020

La nazionale turca sta attraversando una fase di crescita, che sarebbe dovuta culminare con Euro 2020. Nonostante le buone sensazioni che si avevano prima dell’inizio del torneo, la nazionale allenata da Gunes, ha collezionato tre sconfitte nella fase a gironi. Nel match inaugurale, gli Ay-Yıldızlılar, hanno subito un pesante 0-3 da parte dell’Italia. Mentre nell’incontro successivo sono stati battuti per 2-0 da un sorprendente Galles, trovandosi con 0 punti e con un piede e mezzo fuori dall’Europeo. Infine, nell’ultimo incontro contro la Svizzera hanno perso per 3-1, uscendo dalla manifestazione continentale. Ora la nazionale turca dovrà concentrarsi sulle qualificazione al mondiale in Qatar, dopo che nelle prime tre gare disputate ha raccolto 7 punti.

Foto: Twitter Turchia

La Turchia è un paese condizionato da una politica oppressiva di Erdoğan, ma nonostante ciò sta portando avanti il proprio processo di miglioramento in ambito calcistico. L’ultimo tassello per la definitiva consacrazione, è distaccare la politica dal rettangolo verde, poiché essa porta solo negatività in uno sport che ha come scopo quello di unire un paese intero per tifare la propria nazione.

Pasquale Palmieri

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