Ecco perché sognare un Napoli in stile Bayern Monaco non è impossibile

Ecco perché sognare un Napoli in stile Bayern Monaco non è impossibile

Prima di mostrarvi una realtà affermata come il Bayern Monaco e parallelamente mostrarvi il modello Napoli (ancora in fase di sviluppo) c’è da fare una premessa: non sono la stessa cosa. E’ un paragone che non reggerebbe dal principio, sarebbe come confrontare un Hotel di lusso a cinque stelle con un bed and breakfast a conduzione familiare. Non ce ne vogliano i difensori della società azzurra che gridano al miracolo “dalla C alla Champions”. Non siamo qui per criticare ciò che è stato fatto ma solo per evidenziare analogie e contrasti tra la realtà, oggi vincente, del Bayern con il cantiere a cielo aperto all’ombra del Vesuvio.

Entrambe le squadre non fanno investimenti esagerati. La differenza sta sugli ingaggi offerti. Il Bayern ha preso Sanè per 40 milioni, dopo due anni di corteggiamenti. Gli ha offerto però 17 milioni lordi. Il Napoli sta iniziando da poco a comprare giocatori ad alto prezzo senza vendere però i pezzi pregiati (Cavani, Lavezzi,Higuain). 

La differenza sta nel puntare su giovani talentuosi, che così appaiono, spendendo anche qualcosina in più (10 milioni per Davies in Canada), rischiando anche il flop (come accaduto con Renato Sanches dopo l’Europeo da titolare e pagato 35 milioni, senza mai convincere). La capacità dei bavaresi sta in questo: plasmare, rimodellare i giocatori che sembravano inesplosi e renderli parte integrante del progetto (a lungo termine) che porta risultati. Creano un gruppo solido di giovani sul quale si basa la squadra del futuro, ammortizzando i costi, spalmando gli investimenti fatti su più anni e alla fine vincono le loro scommesse.

Non nasce ieri questa tipologia di mercato bavarese, sono anni che comprano talenti. Iniziando da Alaba, spendendo solo 200.000 euro in Austria per un ragazzino diventato bandiera del club, terzino, centrale di difesa e alle volte anche di centrocampo. Stesso discorso vale per Kimmich, Gnabry, Coman.

Certo, alle volte hanno sbagliato anche loro gli acquisti, per certi versi anche clamorosi come Gotze o il prestito di James Rodriguez. Ma sono più i giovani che hanno cresciuto e fatto diventare Top player che i grandi nomi che poi non si sono confermati tali. A differenza dei vari sceicchi, magnati russi o colossi bancari proprietari delle big d’Europa, Rumenigge &co spendono oculatamente per giocatori che un domani resteranno a lungo nel panorama calcistico mondiale.

Il Napoli di De Laurentiis, fino a qualche anno fa aveva come unica prerogativa il comprare a poco, rivendere a tanto e mantenere i conti limpidi. Il concetto però è andato pian piano smantellandosi. Poiché non sempre gli acquisti diventavano un Lavezzi, un Hamsik o un Cavani. Molti si sono rivelati come Josè Sosa, Edu Vargas, Michu…insomma non proprio grandi giocatori in grado di fare il salto di qualità. 

Eppure l’idea era ottima. Si è concretizzata solo i primi anni con Pierpaolo Marino come Direttore Sportivo e sembra stia riprendendo il cammino con l’attuale Giuntoli. Purtroppo però chi vuole vincere non sempre può affidarsi ai nomi “che saranno”. In un calcio dove circolano sempre più danari, ci sarà sempre più bisogno di giocatori pronti, per vincere. Il Napoli ha seguito il modello Bayern, chiaramente in proporzioni di gran lunga inferiori, acquistando i giovanissimi Zielinski, Koulibaly, Ghoulam, Meret, Insigne, Mertens. Un gruppo che tutt’ora è compatto e presente. Tralasciando l’annata disastrosa che si è appena conclusa, si può dire che il modello bavarese a Napoli sia stato attuato.

Un gruppo solido, di giovani portati a giocare insieme per tanto tempo e che con il passare degli anni migliorano uno dopo l’altro. Sopperendo alle mancanze di alcuni singoli con giocatori già pronti. Manca ancora tanto, a partire proprio dalla struttura societaria. Il tutto è fattibile, se davvero lo si vuole…

Vedremo mai un Napoli puntare a lungo sul suo vivaio? Vedremo mai una finale di Champions con l’azzurro protagonista? 

Dov’è il segreto? In Baviera, si chiama Bayern Monaco ed ha appena vinto la Champions League spendendo per i suoi undici in campo l’equivalente di quanto ha speso il Barcellona per Griezmann.

Matteo Sorrentino

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