Victor Osimhen: dalle critiche per la “spesa folle” ad eroe del tricolore
Victor Osimhen: dalle critiche per la “spesa folle” ad eroe del tricolore
È il 31 Luglio 2020 ed il Napoli acquista un certo Victor James Osimhen dal Lille, per la spropositata cifra di 70 milioni di euro, raggiunta con 50 milioni cash e l’aggiunta di quattro contropartite (3 ragazzi della primavera ed il portiere Orestis Karnezis). Il calciatore, al tempo ancora 21enne, fu presentato da De Laurentiis come un attaccante atipico, che magari non avrebbe regalato così tante reti, ma che sarebbe stato molto funzionale alla squadra.
Nei suoi primi periodi in maglia azzurra, però, il nigeriano non brillerà particolarmente e di lui, purtroppo, si vedranno più i tratti negativi che quelli positivi. Victor, infatti, mostrava pochissima tecnica palla al piede ed un carattere molto particolare che lo portava ad innervosirsi parecchie volte sia con gli arbitri che con gli avversari. Infatti, il suo esordio in Europa League con la squadra che allora era allenata da Gattuso è condito da un cartellino rosso, arrivato dopo un giallo ricevuto per le troppe proteste.
Il culmine si raggiunge sulla fine del mese di Dicembre di quell’anno, nel periodo del suo compleanno. Questo perché, in piena emergenza Covid, il numero 9 del Napoli, che era anche infortunato, decide di organizzare una festa in Nigeria. Così, prenderà il Coronavirus e sarà punito dalla società dopo l’uscita di un video che provava quanto successo nella sua terra natale.
Tornato in campo, però, non si perderà d’animo e, nonostante le tante critiche subite per i suoi comportamenti, Osimhen riuscirà a concludere la sua prima stagione in doppia cifra, segnando esattamente 10 reti nel nostro campionato. Questo, però, non cambiò ancora il punto di vista dei tifosi, che dopo un’annata fallimentare continuavano a pensare che il suo acquisto, così oneroso, era stato uno spreco di soldi da parte della società.
Inizia, a questo punto, il campionato di Serie A 2020/21. Il Napoli, dopo la mancata qualificazione in Champions League, esonera Gennaro Gattuso ed affida la sua panchina all’attuale allenatore: Luciano Spalletti. Il tecnico di Certaldo sarà un vero spirito guida per Osimhen, che imparerà tantissimo da lui. Infatti, il nuovo allenatore si dedicò moltissimo al bomber nigeriano, facendolo migliorare sia nella tecnica che nel carattere. Saranno emblematici i video dei ritiri estivi, in cui Victor concludeva gli allenamenti proprio con Spalletti, che cercava in tutti i modi di affinare il suo tocco palla. Per non parlare della partitella a Castel di Sangro dove, addirittura, il mister partenopeo lo allontanò dalla seduta di allenamento dopo alcune proteste, per fargli capire quanto il suo nervosismo può essere sbagliato in campo.
Quell’anno, Osimhen aumentò il suo score concludendo la stagione con 14 reti e facendo raggiungere di nuovo la Champions League al Napoli, che si posizionò al terzo posto in classifica, dopo una lunga lotta Scudetto vinta dal Milan di Pioli.
Ci sarà, però, una gara su tutte che l’attaccante azzurro ricorderà per tutta la sua vita: la sconfitta contro l’Inter a San Siro avvenuta proprio nell’annata appena descritta. Il nostro Victor, infatti, in quel match subisce un bruttissimo infortunio al volto in uno scontro aereo con Milan Skriniar, che lo costringerà ad operarsi, a saltare la Coppa d’Africa e a tornare in campo dopo circa 3 mesi con una maschera protettiva. Sì, quella stessa maschera, che continuerà ad usare come portafortuna dopo essere guarito e che diventerà il segno distintivo di Victor Osimhen nell’ultima stagione disputata: la migliore in maglia Napoli.
Quest’anno, infatti, il giocatore in questione è stato il punto fermo della squadra e, come tutti sappiamo, ci ha regalato il tricolore a suon di gol. Questo, però, non significa che non ci siano stati problemi. Ad inizio anno, dopo una completa rivoluzione della rosa, arriva una notizia bomba: Jorge Mendes, procuratore di CR7, fa sapere che il 5 volte Pallone d’Oro vuole giocare in Champions League e lo offre al Napoli in prestito secco, a patto che gli azzurri facciano trasferire il loro attaccante al Manchester United a titolo definitivo per circa 100 milioni di euro. La società partenopea, però, rifiuta l’offerta tra lo scetticismo dei tifosi, che erano desiderosi di vedere una delle più grandi leggende del calcio con la loro maglia cucita addosso.
Il colmo, infine, arriva dopo un piccolo stop muscolare di Osimhen, subito nella gara vinta 4-1 con il Liverpool. Questo perché, mentre il nigeriano è ai box, le sue riserve che sono Raspadori e Simeone fanno faville ed inculcano nella mente dei supporters del Napoli un nuovo pensiero: “Senza Osimhen giochiamo meglio?”. Victor, fortunatamente, ha una mentalità grande ed un animo forte e non si fa scoraggiare dalle tantissime critiche ricevute in quel periodo (così come nel corso degli anni). Torna in campo e segna praticamente in tutte le partite, portando il club in vetta alla classifica insieme al suo nuovo compagno di reparto Kvaratskhelia.
Ma perché nominare il 77 georgiano, se si parla di Osimhen? La risposta è facile: la grande coppia d’attacco che hanno formato. Perché entrambi, aiutandosi a vicenda, hanno esaltato le loro migliori caratteristiche, sfornando gol e assist in quantità industriale e diventando i veri volti del Napoli targato Luciano Spalletti. Quindi, è giusto che, per parlare di Victor, venga dedicata almeno qualche battuta anche a Khvicha, suo grandissimo compagno di avventure.
Detto ciò, da capocannoniere e con uno Scudetto sul petto, termina (per adesso) la storia di Victor Osimhen. Nel corso degli anni ha dovuto affrontare parecchie problematiche e tantissime critiche. Il nigeriano, grandissimo cuore d’oro, è la dimostrazione che nella vita e nel calcio, con l’impegno e la costanza, si può sempre migliorare. Perché anche un bambino che vendeva l’acqua per vivere, se crede nei suoi sogni, può diventare un top player. Anzi, visto che non ama essere ricordato per il suo passato, diciamo che anche un calciatore non molto apprezzato dai suoi tifosi, con il giusto allenamento e la giusta convinzione, può diventare uno dei migliori al Mondo. Grazie Victor, lo Scudetto ha un tuo grande timbro. Sei stato il leader di questa squadra e te la sei caricata in groppa nei momenti difficili (non a caso il gol della matematica vittoria arriva dai tuoi piedi). Nonostante non sia stata una strada in discesa, tutta la città ti sara sempre infinitamente grata.
Mario De Lucia
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