Perché a Napoli il tifo organizzato rimane fuori, mentre nel resto d’Italia si può tifare?

TIFO ORGANIZZATO – Dal 10 gennaio 2022 il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto per contrastare la diffusione del Covid. Da quel momento sono cambiate le misure per stadi: le capienze sono consentite al massimo al 50% Super Green Pass per l’accesso agli impianti sportivi, obbligo di mascherina Ffp2 e disposizione a scacchiera.

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge”.

Articolo 3, Costituzione italiana

Ma, ancora una volta, ci troviamo davanti a delle incongruenze. Basta accendere il televisore per notare la differenza di decibel tra una partita al Maradona e una partita al San Siro. Il motivo? La mancanza dei gruppi organizzati da un lato e la presenza massiccia di quest’ultimi dall’altro.

Perchè? “La domanda mi devasta” direbbe Zerocalcare in “Strappare lungo i bordi”. Questa inchiesta è per farvi aprire gli occhi su come le cose vanno in questo paese.

“Liberi di tifare”, lo slogan degli Ultras del Napoli

Il panorama ultras Napoli è da tempo in lotta per la repressione adoperata nei loro confronti. I rapporti tra Ultras e società non sono dei migliori. Negli ultimi tempi si è aperta una “finestra di ascolto” grazie a Cosenza, assessore alle Infrastrutture e alla Mobilità del comune Napoli, che, come riporta Il Riformista, sta lavorando al ritorno degli ultras in Curva.

“Ci lavoreremo a breve, senza tifo organizzato non ha senso andare allo stadio, infatti non ci sto andando”. 

Assessore Cosenza
Comune di Napoli - La Giunta - Foto e profilo degli assessori
foto: comune.napoli.it

Facile a dirsi, ma difficile a farsi. Infatti, la questura pare che abbia comunicato ai gruppi tolleranza zero per posti a scacchiera e mascherina. Qualora le norme sopracitate verranno violate, i tifosi dovranno aspettarsi diffide e misure DASPO, come già ampiamente accaduto nel recente passato.

È chiaro che sostenere in queste condizioni risulta impossibile e questo è il motivo per il quale il cuore pulsante del Maradona rimane fuori, per ora.

Situazione completamente diversa negli altri stadi di Italia. Di seguito alcuni video che testimoniano la differenza con il tifo organizzato del Maradona:

Video Curva Sud durante il Derby Milan-Inter

In piedi sui sediolini, senza distanziamento, senza mascherina, senza rispettare i posti assegnati, addirittura è permesso accendere fumogeni. Per chi è assiduo frequentatore delle Curve A e B, sa bene che il regolamento d’uso del Maradona vieta severamente tutto questo. Non di meno quello del San Siro:

  • Lo spettatore ha il diritto/dovere di occupare il posto assegnato e, pertanto, con l’acquisto del titolo di accesso si impegna a non occupare posti differenti, seppur non utilizzati da altri soggetti, salvo espressa autorizzazione della società che organizza l’evento.
  • Durante il periodo di emergenza sanitaria, per l’accesso e la permanenza a qualsiasi titolo all’interno dell’impianto sportivo sarà obbligatorio indossare mascherine protettive (chirurgiche, FFP2 senza valvola, valvola, ecc). Il Club avrà cura di espellere eventuali trasgressori.
  • È vietato introdurre o detenere armi da sparo o da fuoco, materiale esplosivo, artifizi pirotecnici, fumogeni, torce illuminanti, pietre, coltelli o altri oggetti da punta o taglio, strumenti atti ad offendere o idonei ad essere lanciati, strumenti sonori (tamburi, trombe, strumenti musicali di  qualsiasi  genere), fatta eccezione per i tamburi ad  una battuta che siano stati espressamente autorizzati in sede di GOS, nonché sistemi di emissione od amplificazione del suono, fatta eccezione per i megafoni che siano stati espressamente autorizzati in sede di GOS. Sia in caso di introduzione di tamburi ( ad una battuta) che di megafoni, i referenti devono essere preventivamente identificati in sede di GOS.

È chiaro che c’è qualcosa che non quadra. Ancora più strano vedere i principali esponenti del tifo milanista abbracciati a Matteo Salvini. Questo non vuol dire che il Ministro dell’Interno favorisca la Curva Sud, ma fa pensare.

Salvini, quando da ministro strinse la mano a Luca Lucci. "Ecco uno  spacciatore che conosce bene, ora invece fa il giustiziere della notte" -  Il Fatto Quotidiano
foto: Il Fatto Quotidiano

Nel dicembre 2018 – alla festa per i 50 anni della curva Sud – fu immortalato in abbracci amichevoli con Luca Lucci, capo ultrà del Milan, il quale aveva già patteggiato una condanna per spaccio. Il massimo esponente della lega, in un’intervista rilasciata a Repubblica, si divincolò dalle critiche così:

“Questi tifosi sono persone perbene, pacifiche, tranquille. Loro portano colore con un coro, un tamburo, una bandiera. La violenza è un’altra cosa”. Poco dopo, come ripotato da Il Fatto Quotidiano, Luca Lucci, viene arrestato per spaccio di droga internazionale.

Dalla loro parte la Curva Sud può fare affidamento anche ad una società che li appoggia su tutto il fronte sin dai tempi di Berlusconi come fa luce Il Giorno: Capelli (alias il Barone), altro principale esponente della Curva Sud, in una sua testimonianza racconta come il Cavaliere procurò i biglietti per la finale di Champions League del 2007.Il Barone” ha ricordato anche i periodi in cui gli ultrà riuscivano a portare i calciatori del Milan (alcuni dei quali pretendevano parecchi soldi per partecipare) alle feste dei club rossoneri sparsi in tutta Italia. A volte capitava pure che gli organizzatori degli eventi omaggiassero Capelli con regali costosi tipo Rolex con braccialetto d’oro. Alcuni di questi orologi di marca sarebbero stati ceduti a Lucci, come dono.

Il Barone», capo ultra del Milan: «Salvini alla nostra festa? Lui da sempre  nostro tifoso» | Vanity Fair Italia
foto: vanityfair.it

Il paradosso più grande rimane la libertà data ai tifosi durante le trasferte. Come abbiamo visto a Venezia a Sassuolo e in tante altre occasioni, sembra che si possa tifare in maniera tranquilla. Questo perché le questure di altre città non prediligono il massimo rispetto delle leggi. Stesso discorso anche per i tifosi ospiti che occupano il settore a loro destinato al Maradona.

Tutto fa pensare al fatto che, forse, qualcuno preferisce tenere i gruppi organizzati fuori lo stadio a Napoli.

“Ha avuto per me un valore ancora più bello aver visto il grande tifo del settore occupato dai nostri tifosi, con tanti ragazzi della Curva A che facendo sacrifici hanno voluto far sentire il loro sostegno, la loro vicinanza a questa squadra”.

Aurelio De Laurentiis

Le parole di Aurelio De Laurentiis ai microfoni del Il Mattino, fanno ben sperare per un ritorno ai tempi d’oro di uno stadio che tremava e faceva tremare le gambe agli avversari.

Ultras Curva A Venezia-Napoli

Valerio Petrosino

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