“The sound of silence”, la ricerca che attesta l’importanza del tifo

Quanto davvero incidono i tifosi di una squadra?
Il fattore campo cambia le percentuali di vittoria o è solo cornice?
La risposta a queste domande è stata trovata dagli psicologi del Dipartimento di Scienze della Vita(Università di Trieste), Fabrizio Sors, Michele Grassi, Tiziano Agostini e Mauro Murgia.

LA RICERCA
“The sound of silence”, lo studio realizzato dai 4 scienziati, ci permette di comprendere a pieno il fenomeno.
La ricerca, pubblicata sull’European Journal of Sport Sciences, si basa su due pilastri: il vantaggio casalingo(home advantage) e la distorsione delle decisioni arbitrali(referee bias).
Nel primo caso si parla del vantaggio che le squadre casalinghe ottengono grazie ai propri tifosi. Il secondo si basa sul fatto che gli arbitri sono meno “severi” nei confronti della squadra ospitante rispetto a quella ospitata.
La chiave di volta è la pressione sociale esercitata dal pubblico presente allo stadio, dato che la maggioranza degli spettatori supporta la squadra di casa.
In questo periodo storico è stato possibile analizzare anche la controprova, ovvero l’assenza di tifosi allo stadio. Gli autori hanno preso in considerazione 841 partite che sono state giocate a porte chiuse nelle Serie A e B di Spagna, Inghilterra, Germania e Italia nella stagione 2019/2020.

Foto: “The sound of silence”

IL VANTAGGIO CASALINGO
Normalmente le squadre conquistano mediamente circa il 60% dei punti totali in casa e il 40% in trasferta. Una differenza che risulta dimezzata quando si gioca a porte chiuse.

Foto: “The sound of silence”

DISTORSIONE DECISIONI ARBITRALI
Per quanto riguarda la distorsione delle decisioni arbitrali. Quando il pubblico è presente, le squadre in trasferta vengono sanzionate maggiormente a sfavore, mentre nelle partite disputate in assenza di pubblico questa distorsione decisionale non si è manifestata.

Foto: “The sound of silence”

CONCLUSIONI
La chiusa degli psicologi si basa sull’importanza significativa del tifo e di come esso contribuisca in maniera determinante sull’esito delle partite di calcio professionistico. In un momento storico dove si continuerà a giocare a porte chiuse, gli allenatori potranno sfruttare questo studio nella preparazione tattica delle partite.
C’è da dire che lo studio effettuato si basa sul noise prodotto dallo stadio quindi quanto i tifosi supportano la squadra, non è quindi un caso che alcuni stadi sono dei veri e propri fortini da espugnare. Di certo è difficile giocare, per la squadra avversaria, con una tifoseria che ad ogni tocco di palla ti sommerge di fischi. Chissà se dopo questo studio qualche presidente che preferisce far diventare lo stadio un teatro, non cambi idea e capisca l’importanza dei tifosi, quelli veri, che sostengono la squadra fino a perdere la voce e la portano alla vittoria. Spesso si pensa ad aumentare i prezzi per massimizzare i profitti, ma in realtà osservando la situazione prima della pandemia, gli stadi erano pressoché vuoti. Secondo l’edizione speciale sui report statistici della FIGC, negli ultimi 40 anni si è registrato un -26,6% in Serie A per quanto riguarda l’affluenza negli stadi e il riempimento di questi non supera il 63%, rispetto all’89% registrato in Bundesliga.
Il modello tedesco, citato nel libro “Against Modern Football” di Giovanni Pisano, da questo punto di vista, mostra degli spunti importanti. Gli stadi erano sempre pieni, il costo di un biglietto per una qualsiasi partita è di 10-15 euro massimo e si permette a tutte le classi sociali di partecipare. Chi è benestante comunque può sedersi nel suo box-vip e godersi il match su un morbido materasso servito da 10 camerieri al suo servizio, ma perdersi il “muro giallo” è da pazzi. Inoltre anche gli abbonamenti hanno prezzi esigui. Queste politiche hanno permesso di tenere gli stadi sempre pieni e di aumentare gli incassi del 51%, nonché favorire il miglioramento delle curve/gradinate. Un esempio tangibile è quello del Dortmund, con una delle tifoserie più rinomate nel mondo. È vero che in Germania è più semplice visto che il 50% + uno dell’azionariato di ogni squadra tedesca è popolare(tranne per il Lipsia), ma ciò non vuol dire che non si possa seguire questo modello in altri campionati unendo così l’utile(aumentare le possibilità di vincere le partite) con il dilettevole(aumentare gli incassi al botteghino).
Ancora una volta si è dimostrato che gli ultras hanno un valore imprescindibile nel mondo del calcio e dovrebbero essere parte integrante del progetto societario.

Valerio Petrosino

Start typing and press Enter to search