Il caffè del Professore di Salvatore Sabella

Il caffè del Professore di Salvatore Sabella

Partiamo dalla zampata del ghepardo nigeriano e il resto è storia e  la  classifica  accende ora  il cuore alle emozioni. 

Siamo padroni del nostro destino, onore ai vincitori, guai ai vinti. 

Siamo tutti li, in un piccolo fazzoletto,  guida la cicala interista che ha ridato fiato agli inseguitori cadendo rovinosamente nel derby, subito dietro ci sono i rossoneri forti solo  di un grande temperamento e gli azzurri, dal  potenziale enorme e pronti ad immettere nei giri del  motore altri “cavalli” provenienti dalla nostra   Africa.

È la resa dei conti che vogliamo giocarci con tutti gli effettivi, che sia solo il campo il vero giudice della sortita.

Ieri non è stato facile perché questa squadra è troppo narcisista, cerca sempre il gioco , è nella sua struttura , nella sua anima, è un pregio con le grandi , un limite con le piccole quando occorre la clava e non il fioretto. 

Ieri è stata l’ ennesima dimostrazione quando in laguna per tutto il primo tempo si è preferito un giro in gondola  anziché caricare a testa bassa. 

Nella ripresa è bastato un cross dalla trequarti per trovare quegli spazi aerei,  alternativi al gioco manovrato,  e rompere il ” mose”  del  Venezia a cui sarà davvero difficile evitare la retrocessione. 

Splendida  l’ incornata del ghepardo mascherato, ha trovato nel cielo quella prateria che gli era mancata sotto gli scarpini.

Grande sensibilità con la testa, ha  accarezzato  la sfera il giusto per accompagnarla con una dolce ed irresistibile parabola in fondo alla rete, quella sensibilità che ancora gli manca nei piedi quando spesso preferisce la sola potenza alla più semplice precisione  come nel primo tempo quando ha concluso due volte con troppa prepotenza .

È un diamante tanto raro quanto grezzo e  prezioso , se si saprà amministrare nel suo modo di porsi diverrà inarrestabile.

È il nostro ghepardo.

Ora il campionato è nelle mani di due centravanti, il nostro con tutto quello che ci potrà dare, l’ altro è un suo coetaneo serbo, dai numeri più importanti , frutto della continuità,  mancata al nigeriano,  appena arrivato sulla sponda bianconera, il campionato dipenderà molto dal suo estro per tutto quello che potrà togliere ai nostri diretti avversari.

Sarà bellissimo.

Ieri comunque è stata dura, in un  ambiente come sempre ostile e a tratti incivile per i soliti beceri cori di  discriminazione territoriale, e  per le solite amnesie tattiche che hanno accompagnato i talentuosi Fabian e Zielisky,  per l’ impalpabile e svogliato  Insigne,  e le solite giocate incomprensibili di Mario Rui tornato sui pericolosi livelli di assoluta mediocrità. 

 Non è stato un approccio sbagliato,  sono i soliti limiti, soprattutto umorali, del nostro Napoli che però ha  portato a casa un risultato fantastico e meritato e ci ha regalato quei brividi che ancora aleggiano nell’ aria che viene da Sanremo, e che da ieri volteggiano sulla nostra pelle come onde concentriche che accompagnano questa lunga e dolce attesa, noi ci abbiamo sempre creduto , ora lo pretendiamo perché di ” doman non c’è certezza” , potrebbe essere l’ ultima occasione quest’ anno di vincere il campionato, il vento del prossimo ridimensionamento ( degli ingaggi) ci fa paura e non crediamo affatto alle parole del Presidente che a domanda sul futuro ha ribadito che sarà sempre un Napoli forte, sicuramente lo sarà per tifo e tradizione , per valori tecnici e manageriali lo possiamo solo sperare.

Per ora godiamoci il presente , è un nostro diritto. 

Salvatore Sabella

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