Il caffè del Professore

Il caffè del Professore

” Il Napoli è stata la squadra più forte affrontata in campionato” ,  sono le dichiarazioni del dopo gara di Berisha, estremo difensore dei granata.
È la nostra stagione,  aspettando
sempre chi ci deve rendere conto del perché c’è stata una resa indegna  nel momento topico del campionato.

Nessuno ci mette la faccia .
Non c’è una  società,  c’è solo un Presidente intervenuto solo a guai fatti e continuiamo a chiederci perché non abbia fatto sentire la sua presenza e vicinanza prima dell’ irrimediabile.

Non ci spiega l’ allenatore, non si è assunto, e non lo farà,  alcuna responsabilità sulle scelte prese e ripetutamente sbagliate, continua ad avere un atteggiamento irriverente nei modi e nelle risposte. 
I limiti  caratteriali  di Spalletti stanno  venendo fuori con  tutta la sua prosopopea che inevitabilmente lo porta a rompere con l’ ambiente , è successo sempre, sta succedendo anche a Napoli.
Ci si alzi da questa tavola imbandita di ipocrisia , e si chieda e si pretenda risposte vere su cosa è stato e su quello che sarà .

Non si è espresso il capitano che ha abbandonato la nave ormai da tempo, uomo di  poca personalità, un limite che ne ha sempre  offuscato l’  enorme talento tecnico, spesso in conflitto coi suoi tifosi, ora galleggia nel limbo di una stonata mediocrità , ieri incapace di realizzare un rigore perché calciato  sempre allo stesso modo in una partita , come  l’ intera stagione, che non lo ha visto mai protagonista.
Ci restano le sue lacrime dopo lo sfascio, le sue si asciugheranno presto , le nostre invece riempiranno ancora il vaso di Pandora .

Navighiamo in una   incertezza evidente e una  rabbia crescente perché abbiamo perso un campionato    senza capirne la ragione.

Ieri si è assistito al solito monologo di una squadra dal tasso tecnico elevatissimo dove la qualità delle giocate ha fatto, ancora una volta, la differenza al cospetto del furore granata sceso in campo col modulo a specchio dell’ uomo contro uomo.
Sono bastati un paio di strappi in  velocità e potenza di Lozano prima e Koulibaly poi per  ribadire  chi fosse il più forte.
Il toro ha retto un tempo, nella ripresa non c’è stata partita e il solo gol di scarto non inganni sulla portata del risultato.

Questo modulo,  con un 4 2 4 e difesa altissima a supporto del centrocampo,  si sta dimostrando vincente quando è interpretato da tutti con la giusta concentrazione e cattiveria, quella ” cazzimma” che ci è mancata nell’ urlo del Maradona che ha soffocato la squadra in un abbraccio mortale per uomini senza spessore.

Questa squadra è comunque fortissima, va solo registrata nella sua fase mentale e questo potrà avvenire solo completandola con chi sa vincere.

Ne basterebbero solo due, uno in rosa e l’ altro dietro la scrivania.
È il senno del poi, lo sappiamo noi, lo sa il ” padrone”  che però  cerca  solo   le sue sponde del ridimensionamento degli ingaggi, aberrato sui mancati ricavi, incapace di proiettarsi ad un futuro che è già cambiato nel presente di cui non sembra accorgersene.

Siamo già alla conta  della nuova  stagione ma, come sempre,  non ci sono certezze.  Abbiamo giocatori importanti in scadenza a cui non si sa se verrà rinnovato il contratto, perderne alcuni sarebbe l’ ennesimo scempio societario.

Parliamo di Ospina, portiere molto affidabile,  esperto e  perfettamente integrato. Il  problema non è il suo  ingaggio ma il dover scontare la probabile conferma di Meret vista l’  impossibilità di venderlo a cifre tali da  recuperare l’ enorme investimento fatto.
Lo stesso per Mertens, il vero  trascinatore del gruppo , uomo dai grandissimi valori e difficilmente sostituibile.
Se non partenti nella imminente  prossima sessione estiva, andranno poi in scadenza Fabian e Koulibaly,  e rimarremo in questa spirale  insopportabile di precarietà e assoluta mancanza di progettualità.

Le esperienze nefaste di Milik prima , Insigne poi, e di tanti altri in scadenza e  ormai  fuori dal  progetto tecnico, evidentemente non hanno insegnato ancora  nulla, questi sono errori macroscopici che si ripetono sistematicamente,  ecco perché la vittoria di un campionato non sarà mai un episodio.

Ribadiamo concetti e critiche che inevitabilmente ci limitano in una crescita tecnica e strutturale che non ci sarà e che invece ribadiscono un declino inesorabile già partito da tempo, in uno scenario senza futuro.
Ci saranno ancora notti di coppe e di campioni, di lacrime e di preghiere ma rimarremo solo nel mondo dei ricordi e dei rimpianti, il futuro è già partito, noi non ci saremo, le ultime glorie sono state portate via dalla pioggia di Torino, la stessa di Empoli, quella però ci tolse la dignità,  quella di ieri ha lustrato lo scudetto dei perdenti.

Quello che ora  ci diranno sarà solo l’ ipocrisia di un sorriso che nasconde il pianto.

Foto: Instagram Napoli

Salvatore Sabella

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