Dalla panchina con l’Arsenal alla vittoria di un Mondiale: la storia di Emiliano “El Dibu” Martinez

Dalla panchina con l’Arsenal alla vittoria di un Mondiale: la storia di Emiliano “El Dibu” Martinez

Foto: Instagram Martinez

EL DIBU – Sicuramente, il Mondiale vinto in Qatar dall’Argentina rimarrà come quello che ha visto trionfare Lionel Messi dopo tanti anni di fallimenti con la maglia albiceleste. Eppure, i suoi meriti li ha anche Emiliano Martinez: portiere della Seleccion che ha fatto tanto parlare di sé durante tutta la competizione.

Per descrivere al meglio la storia del “Dibu” bisogna partire dagli inizi: quando a 18 anni arriva in Premier League, all’Arsenal. Per un giovane sudamericano che firma con un club così importante, di solito, la strada sembra essere ormai spianata… per lui, però, non è stato così. Per circa 10 anni, infatti, Emiliano dovrà lottare tra prestiti in categorie minori o in squadre che non gli permetteranno di esprimere al meglio il suo potenziale. Addirittura, penserà di abbandonare il calcio a 24 anni, dopo aver capito che i Gunners non punteranno mai su di lui per difendere i pali della loro porta.

Foto: Twitter Arsenal

Nel 2020, quando tutto sembrava perso, arriva la svolta. Infatti, in quell’anno l’argentino si trovava di nuovo a Londra ed agiva da secondo, alle spalle di Bernard Leno. Quest’ultimo, però, nel corso della stagione, ebbe un infortunio ed El Dibu riuscì, finalmente, a giocare titolare in Premier League. Darà, così, tutto sé stesso in ogni partita e porterà l’Arsenal alla vittoria della Carabao Cup. A quel punto, l’Aston Villa e (soprattutto) mister Scaloni con la sua Argentina misero gli occhi su di lui e la sua carriera prese la svolta.

Foto: Twitter Aston Villa

Con la maglia della storica nazionale di D10S si fa notare, da subito, nella Copa America vinta nel 2021. Oltre che per le grandi prestazioni (3 cleen sheet su 5 gare disputate), spicca la sua “mentalità forte” con la quale cerca di intimidire gli avversari: saranno emblematiche le parole di sfida rivolte ai calciatori della Colombia prima di vincere la gara ai rigori. Al termine della competizione vincerà anche il premio di miglior portiere.

La storia si ripete nel Mondiale appena vinto dall’Argentina: Martinez si esalta e si mette in prima linea per difendere la sua Nazionale e, alla fine, vince anche questa volta il premio che l’anno prima aveva vinto in Copa America. Farà parlare di lui in diverse situazioni, anche se non sempre in modo positivo. Rimarranno fisse negli occhi dei tifosi sudamericani le grandi parate con l’Australia, le prodezze sui calci di rigore e, soprattutto, l’incredibile salvataggio su un tiro di Kolo Muani avvenuto al 120esimo minuto della Finale con la Francia.

Foto: Instagram Martinez

Ma perché, allora, è stato criticato? Ovviamente, non si tratta di “questioni di campo”. Infatti, ci sono state molte discussioni su alcune esultanze goliardiche che il portiere ha voluto manifestare per festeggiare la vittoria. Rimarranno nella storia le immagini del Dibu che si lascia andare ad un gesto “particolare” dopo aver ricevuto il premio di portiere migliore della competizione o i festeggiamenti sul pullman della nazionale con in braccio un bambolotto con le sembianze di Kylian Mbappé. Lui ha voluto giustificare tutto ciò in questo modo: “L’ho fatto perché i francesi mi stavano fischiando. Con me l’arroganza non funziona”. Anche il suo allenatore all’Aston Villa, Unai Emery, ha commentato le sue folli esultanze: “Siamo molto orgogliosi di lui, ha vinto la Coppa del Mondo con la sua nazionale. È stato grande, i tifosi dell’Aston Villa devono essere orgogliosi di lui. Torna la prossima settimana, ma ora si sta riposando dopo le grandi emozioni e il suo grande lavoro. Quando si prova una grande emozione, è difficile contenersi, ma la prossima settimana gli parlerò delle celebrazioni e del rispetto. In questo momento è in Nazionale, ma dopo sarà con noi e sarà una nostra responsabilità. Dobbiamo parlarne”.

Foto: Twitter @PassionFootClub

Ciò che, però, bisogna realmente vedere è la storia di un uomo che ha creduto in sé stesso e che ha realizzato tutti i suoi sogni, nonostante le tantissime difficoltà avute nel corso della carriera. Poi, che piacciano o meno, i gesti goliardici e i festeggiamenti pazzi sono soltanto l’ultimo dei pensieri che qualcuno possa avere.

Foto: Twitter Acuña

Mario De Lucia

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