Milik usa la testa come Higuain usa(va) i piedi: il Napoli supera due prove

imageÈ super il primo Napoli europeo della stagione. Vince nel risultato, nella testa, nelle gambe, nei pensieri. Va sotto, reagisce, rimedia ed esulta da grande squadra.
IL PROTAGONISTA – La prima reazione alla (seconda) doppietta è palese: Milik usa la testa come Higuain usa(va) i piedi. C’è tutto nel suo colpo volante al pallone: classe, eleganza, precisione, potenza. Nessun paragone col passato, solo una considerazione tecnica sul valore immenso del nuovo attaccante del Napoli, del bomber 2.0 che fa già sognare i tifosi con le reti numero tre e quattro in maglia azzurra. È centravanti d’altri tempi, Milik: fa reparto da solo, tocca pochi palloni e “alla Inzaghi” li trasforma in oro sfruttando la sua arma migliore, esattamente il colpo di testa. Il Napoli che ha salutato un attaccante fenomenale nel gioco palla a terra ha appena abbracciato una punta completa, forte fisicamente, che consiglia ai compagi di tentare di più i cross dal fondo.
IL MOMENTO CHIAVE – C’è del buono anche in un gol subito. La rete che avrebbe potuto sotterrare il Napoli in realtà rianima la squadra di Sarri. Lo svantaggio è la molla che certifica la piena maturità degli azzurri, che in terra straniera, in uno stadio caldo ed ostile, riprendono a giocare come sanno e segnano due gol al termine delle classiche azioni corali che s’alimentano di perfezione sia in casa che in trasferta, indifferentemente. In un sol colpo il Napoli supera la prova “emozione” ed anche “carattere”, ribaltando il risultato e confermato d’essere diventata grande in tutti i sensi.
POTEVA FAR MEGLIO – È in inferiorità numerica che il Napoli vive il momento peggiore della sua partita: soffre in undici contro dieci perché non riesce più ad affondare il colpo. Quando ha palla temporeggia, palleggia, raffredda i ritmi. Poi, quando la perde, va in affanno e fatica a riconquistarla, rischiando potenzialmente e mai realmente solo per la scarsa qualità degli avversari. Ad influire sul finale di match soprattutto la condizione fisica, che ha annullato il gap di uomini ed ha ridato parziale speranza agli ucraini. Fino al fischio finale, ovviamente.

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