The Aurelio Horror Market Show Di Mirko Orlato

“The Aurelio Horror Market Show”. Mai titolo poteva essere più azzeccato, e ci perdoni Jim Sharman per aver rivisto il titolo di quello che è stato uno dei musical più famosi di sempre.

Di spettacolare però, c’è ben poco, mentre di horror invece, c’è molto.

C’è una sessione di mercato caratterizzata, come già accaduto in passato, da una lapalissiana assenza di pianificazione, che ha portato la società alla disperata ricerca di un portiere, a due giorni dalla fine del calciomercato. L’infortunio di Meret ha messo in evidenza le carenze del suo sostituto, il greco Karnezis, apparso in affanno contro Liverpool e Wolfsburg. Tanti i nomi accostati al club ma nessuno in grado di solleticare l’entusiasmo di una piazza più che mai delusa. Ha lasciato a desiderare anche la questione legata al terzino destro, che ha visto, dopo un prolungato casting, l’acquisto del 27enne Malcuit dal Lille, non esattamente la prima o seconda scelta, pagato 13 milioni. Dulcis in fundo la questione attaccante, con l’illusione Cavani, illusione alimentata da una parte di stampa locale più dedita allo scoop che alla veridicità della notizia.

Trattativa sempre smentita da De Laurentiis, che con la sua solita sicumera ha smentito l’esistenza di una trattativa, affermando che il parco attaccanti fosse completo con il benestare e la soddisfazione dello stesso Ancelotti. Così soddisfacente da far partire anche la riserva di Milik, quell’Inglese del quale non si è mai capita l’utilità della trattativa, e mai realmente ritenuto all’altezza della rosa e dei suoi obbiettivi.

Una sessione parente delle altre, caratterizzata dalla ricerca del giovane prospetto in grado di generare plusvalenza ma che non permette di ridurre il gap con la Juventus, che invece è aumentato ulteriormente dopo l’ultima sessione estiva. Si riduce, invece, il gap con le altre pretendenti al piazzamento Champions, su tutte l’Inter, che con un mercato intelligente si prepara ad essere l’anti-Juve. E attenzione anche al Milan di Higuain e alla Roma di Eusebio Di Francesco.

Una frangia di tifosi resta ottimista in virtù dell’arrivo di Ancelotti, ma va evidenziato come l’ex allenatore tra le altre di Milan e Real, abbia vinto con organici competitivi costituiti da quel mix di giocatori esperti e giovani di prospettiva.

I conti non si fanno certamente ora, le amichevoli pre-campionato hanno palesato un ritardo di condizione ed una squadra che deve ancora assimilare gli schemi del tecnico emiliano, che in contrapposizione alla grande bellezza sarriana pratica un calcio in ampiezza.

Il tempo sarà galantuomo ed emetterà il suo verdetto insindacabile

Mirko Orlato

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