Mercato da 4 in pagella, illusioni e prese in giro

Con l’arrivo del portiere colombiano David Ospina si chiude il calciomercato del primo Napoli di Carlo Ancelotti

Una sessione estiva che in molti auspicavano diversa, che potesse essere caratterizzata dall’arrivo di quei top player in grado di realizzare quel sogno che i napoletani hanno nel cuore.

Non è andata così:i nomi paventati dalla stampa (Vidal, Benzema e Di Maria tra gli altri) non sono arrivati. Non c’è stato il ritorno di Edinson Cavani, con il quale parrebbe non sia stato trovato l’accordo sull’ingaggio.

Carlo Ancelotti, chiamato a raccogliere la pesante eredità lasciata da Maurizio Sarri, ha l’obbiettivo di confermarsi principale antagonista della Juventus oltre a migliorare il rendimento del club in Europa.

Lo farà con una rosa competitiva da un punto di vista numerico e quantitativo, seppur persistino dubbi sul rientro effettivo di Ghoulam e sulla condizione fisica di Milik, che nelle ultime due stagioni ha subìto due gravi infortuni al crociato.

All’ombra del Vesuvio è arrivato Simone Verdi, ala ambidestra in grado di giocare su entrambe le fasce oltre che dietro la punta. La questione punta è stata la più spinosa e che ha deteriorato ulteriormente il rapporto tra tifoseria e società; durante il ritiro di Dimaro ADL ha evidenziato come l’arrivo di Cavani fosse superfluo in ragione del fatto che nel ruolo di punta il Napoli avesse già Milik, Mertens e Inglese. Quest’ultimo è stato ceduto al Parma, e se su Milik incombe scetticismo per quanto riguarda le condizioni fisiche, sul folletto belga occorre verificare l’adattamento a punta secondo i dettami tattici di Ancelotti, il quale sviluppa il gioco in ampiezza al contrario del predecessore che prediligeva verticalizzazioni centrali.

A centrocampo va registrata la partenza di Jorginho, reso metronomo di caratura internazionale da Sarri, che lo ha voluto a Londra sponda Blues. Dal punto di vista numerico l’italo-brasiliano è stato sostituito dallo spagnolo Ruiz, prospetto interessante prelevato dal Betis per 27 milioni. Il giovane ha ben figurato nelle amichevoli precampionato, anche se la prova del nove sarà in campionato, dove gli spazi e i ritmi sono diversi soprattutto in rapporto al campionato spagnolo. Ruolo di Jorginho ricoperto da Hamsik, vera e propria scommessa in questo ruolo, e dal giovane Diawara.

Il vice-Hysaj sarà Malcuit, terzino prelevato dal Lille per 12 mln; un terzino offensivo che sulla carta andrà a far rifiatare l’albanese, resta da verificare chiaramente il risultato, che si auspica positivo soprattutto in relazione al rapporto qualità prezzo del 27enne. Anche qui permangono perplessità dovute all’indecisione societaria, che dapprima ha bloccato il colombiano Arias (che ha poi firmato con l’Atletico Madrid), per poi preferire il senegalese Sabaly, il cui acquisto è stato bloccato successivamente alle visite mediche.

Tra i pali sono stati ceduti Reina, Rafael e Sepe. Dopo il naufragio delle trattative Leno e Rui Patricio la società, in linea con la politica aziendale, ha virato sul giovane Meret, acquistato in prestito unitamente al greco Karnezis. L’infortunio del giovane ex Spal ha messo sotto la lente di ingrandimento le qualità dell’ex Watford, protagonista di un pre-campionato negativo, portando la società (anche qui dopo lungo casting) ad affidarsi al portiere Ospina, ex Arsenal e titolare della Nazionale colombiana.

Sull’ago della bilancia possiamo evidenziare come la società abbia chiuso il bilancio relativo alla campagna acquisti in positivo (Operazione Verdi registrata al bilancio 2017-2018, Meret e Karnezis presi in prestito con diritto di riscatto, pertanto uniche uscite legate a Ruiz e Malcuit).

In attesa dell’esito del campo l’impressione è che l’11 titolare non sia più forte di quello dell’anno scorso, benchè la coperta sia più lunga.

Occorre vedere se ciò sarà sufficiente, soprattutto in rapporto al mercato fatto dalle rivali.

La lista dei detrattori di Aurelio De Laurentiis inizia ad essere lunga, e in caso di passo falso dovrà dare spiegazioni ad una tifoseria stanca di proclami e affamata di successi.

Non è sufficiente acquistare un top manager come Ancelotti e condurre una politica societaria basata sugli acquisti prospettici e su giocatori di seconda fascia.

Mirko Orlato

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