O’ Capitano, mio Capitano! – di Mattia Ronsisvalle
Il Napoli si prepara ad affrontare la 5° giornata di Serie A, contro il Torino dell’ex allenatore Walter Mazzarri, nel match di mezzogiorno in questo settembre che profuma ancora di agosto.
Ritorna dal 1’ minuto, in mezzo al campo, Marek Hamsik, pronto a dirigere il gioco.
LUCI… – Marek Hamsik, slovacco 31enne nato a Banská Bystrica, è il capitano della squadra S.S.C Napoli da diversi anni ormai. I numeri parlano chiaro e delineano un profilo invidiabile:
12 anni in azzurro, 505 presenze con il Napoli e ben 120 reti segnate con i partenopei, superando anche il record del Dio del calcio, un certo Diego.
Numeri che fanno girare la testa, numeri talmente importanti che in passato avevano visto un interessamento da parte di club blasonati come Juventus, Milan e Manchester United per il giovane talento slovacco.
Anche questa estate, le sirene estere sono risuonate: dalla Cina era giunta un’offerta di ben 12 milioni annuali. Offerta letta (per educazione, quella che ha sempre contraddistinto Marek) e rispedita al mittente, con un cordiale “No, grazie”.
Nel corso degli anni la volontà di Marek nel voler restare a Napoli è stata più forte di qualsiasi avversità esterna e lui è voluto restare per scrivere un pezzo di storia.
Un amore prolifero che porta alla vittoria di 2 Coppe Italia e 1 Super-Cup italiana, ora il sogno resta il tricolore.
…ED OMBRE – Gli anni passano e si fanno sentire, i continui cambi di modulo e di panchina non hanno certo aiutato il capitano azzurro a trovare la giusta serenità.
Prima trequartista con Benìtez, esperimento fallito. Poi ci prova Sarri a cucirgli addosso il ruolo di mezz’ala sinistra, con tanto dinamismo, senso della posizione ed inserimento. Il sarrismo diventa una realtà vera, concreta e troppo bella per essere vera, tanto entusiasmante da essere inserita nelll’Enciclopedia Treccani come:“La concezione del gioco del calcio propugnata dall’allenatore Maurizio Sarri, fondata sulla velocità e la propensione offensiva; per estensione, l’interpretazione della personalità di Sarri come espressione sanguigna dell’anima popolare della città di Napoli e del suo tifo.”
Eppure Marek non trova pace e diviene il giocatore più sostituito della Serie A nel corso della stagione 2017/18.
Sarri lascia la panchina per muoversi in direzione Londra, subentra Carlo Ancelotti ed il Napoli è pronto a riscrivere una nuova pagina della sua storia.
MAREK(IARO) – Anno 0, di nuovo Marek si ritrova a dover cambiare tutto. Il mister Ancelotti lo reinventa, ancora una volta, ancora in un altro ruolo: Hamsik diventa il nuovo regista del Napoli.
La trasformazione dello slovacco avviene per due motivi, la prima è di primaria necessità: Jorginho è volato insieme al mister Sarri, al Chelsea, il ruolo duqnue è scoperto. La seconda ragione è puramente un’intuizione di Ancelotti. Marek sta invecchiando, la tenuta atletica non è più quella di una volta ma i piedi ci sono, sono raffinati e soprattutto, non invecchiano mai.
In questo nuovo ruolo il capitano sembra aver patito il cambio, tanto da restare in panchina nella gara di Champion’s League contro la Stella Rossa di Belgrado.
I margini di crescita ci sono, si intravedono, l’esperienza del capitano è immensa. La stima di Ancelotti è autentica per quest’uomo, una figura importantissima per il club e per i tifosi partenopei. Nel calcio moderno, dove le bandiere non esistono più, il capitano Marek è un’icona di professionalità, personalità ed educazione, fondamentale al giorno d’oggi. Inoltre è da pochi giorni uscita la sua biografia dal titolo “Marekiaro” , a testimonianza di quanto detto finora.
Contro il Torino, Marek rientrerà in scena, pronto a dirigere l’orchestra per la più dolce sinfonia che ci sia, la vittoria ed il bel gioco targato Napoli. Pensaci tu “Oh capitano, mio capitano…”
Mattia Ronsisvalle