Meret, Fabian Ruiz, Milik: il nuovo ciclo azzurro parta da loro – di A. Cardinale

Prima di toglierle dalle griglie, le bistecche devono essere ben cotte. È una delle regole basi di un barbecue perfetto da offrire e gustare insieme con i commensali. Già, le griglie tanto decantante nel corso dell’ultima estate, le stesse che presagivano una stagione difficile per gli azzurri, da quinto posto e con sofferenze causate da un ambiente stanco e il cambio di allenatore nonostante l’arrivo di Carlo Ancelotti – quello prossimo alla pensione – all’ombra del Vesuvio. Altri tempi, altra storia.

Nel novero delle questioni legate al mercato e a una rosa che gioco forza sarà costretta ad affrontare la “problematica” dei classe ’87 più Albiol, il Napoli e Ancelotti possono comunque dormire sogni tranquilli: un nuovo ciclo è alle porte e il club partenopeo potrà confidare su tre eccezionali pilastri quali Meret, Fabian Ruiz e Milik, presente e futuro di tre potenziali fuoriclasse.

Il suo arrivo in estate dall’Udinese è stato accolto con una certa diffidenza, considerato quindi immaturo, non ancora pronto a difendere i pali di una grande squadra. L’infortunio al braccio che l’ha tenuto fuori quattro mesi e mezzo ha soltanto ritardato i tempi di attesa, ma dal momento in cui ha rimesso in guantoni al posto giusto, per Meret si è alzato il sipario e dimostrare tutto il suo valore è stato un gioco da ragazzi. Le insinuazioni di basso livello sono state schiacciate da qualità e carattere già andate in scena in quel decisivo intervento contro la Spal. Anche nel posticipo di domenica sera contro la Lazio ha dimostrato sicurezza negli interventi e una grande personalità nonostante i suoi 21 anni,  ma è l’impressione che il giovane estremo difensore friulano sia solo all’inizio delle sue formidabili prestazioni. Se il buongiorno si vede dal mattino, per Meret si tratta del preludio di una lunga carriera ricca – si spera – di soddisfazioni a tinte azzurre, anche per quanto riguarda la Nazionale Maggiore.

Il 22enne Fabian Ruiz ormai non ha più bisogno di presentazioni, eppure a scanso di equivoci è meglio essere precisi. In molti hanno storto il naso all’indomani dei 30 milioni spesi per un “calciatore sconosciuto”, ma l’ex Betis, osannato ancora oggi dalla tifoseria andalusa che l’ha sempre considerato un autentico fuoriclasse, è la dimostrazione che non bisogna guardare molto all’età anagrafica e all’esperienza, quando si è pronti per far emergere le proprie qualità. Fabian è il vero indiscusso padrone del centrocampo: può giocare ovunque, su entrambe e nei due ruoli di centrocampo, addirittura ha dimostrato di essere una garanzia anche da seconda punta. Sono stati ben 108 i palloni toccati domenica sera contro la Lazio da questo ragazzo che ha tecnica, gamba, impressionante personalità da veterano e la sensazione che possa davvero riuscire in tutto. Insomma, coloro che fino a ieri hanno criticato l’acquisto del mancino, è meglio se continua a tacere.

Milik, quasi 25enne, invece è un mezzo calciatore, un brocco, rovinato da due crociati deboli. Un attaccante da sacrificare perché non all’altezza del compito cui viene chiamato a svolgere. Ipse dixit. Ma il frettoloso giudizio è arrivato anche dagli addetti ai lavori e allora qualche domanda andrebbe seriamente posta. L’attaccante polacco ha smentito i suoi detrattori ed ha definitivamente archiviato i quasi due anni di attività a suon di goal e prestazioni.  Ha preso in mano l’intero reparto offensivo facendo del tempo, del lavoro e della pazienza tre armi formidabili in vista del suo rilancio, anche contro i biancocelesti ha mostrato alla platea del San Paolo le sue capacità balistiche su calcio da fermo, unite alle capacità individuali che lo rendono un centravanti sempre più completo e ancora con ampissimi margini di miglioramento. Non da poco per un “mezzo calciatore”.

Da questi tre formidabili elementi deve cominciare il nuovo ciclo azzurro.

 

Andrea Cardinale

Start typing and press Enter to search