“Il Caffè del Professore”
“Il Caffè del Professore”
Il Caffè del Professore – Si sta chiudendo un anno che non dimenticheremo, che scriverà la storia. Avevamo e abbiamo bisogno di fronteggiarlo, anche se solo con i denti e con le unghie, perché qualche cattivo sulla terra ci ha infettato decimandoci. L’unica possibilità era fingere di potercela fare velocemente, anche magari inseguendo con lo sguardo un pallone rotolare, quel pallone che mestamente ci sta riconsegnarlo agli dei della mediocrità.
In soli quattro giorni siamo passati dalle possibili e luccicanti glorie degli altari ad una reale polvere dal sapore molto amaro, toccando il fondo. Ieri non c’è stato nulla , non si è neanche provato a giocare, nessuna scossa, nessuna reazione, nessuna pietà per noi che riponevamo in quelle due ore la voglia di rinascere.
Questa squadra non ha una sua identità e , ben peggiore, ai Gattuso, non ha un’ anima. Ci hai detto che vuoi vedere il veleno nei tuoi uomini, sappi che noi , miserrimi appassionati, ne stiamo invece mangiando e troppo.
Si è sbagliato l’ ennesimo approccio con atleti distratti , Rui e Makimovic, logori come Di Lorenzo, claudicanti come KK, completamenti estranei al ns progetto come l’ enigmatico Fabian, il goffo Bakayoko, il modesto Petagna che però è l’ unico che lotta, o la meteora Lobotka, il cui acquisto vorremmo che qualche grande della ns grande società ci spiegasse, magari in maniera elementare così da essere certi di poter comprendere.
Forse il ns ringhio sta pagando, oltre ai suoi ormai evidenti limiti tecnici legati al voler inseguire un calcio giocato che non riesce e forse non sa, insegnare, prigioniero di un sistema che nessuno comprende e , forse, neanche lui , mestamente seduto e acciaccato sulla panchina a causa di un occhio che gli rende ancora più amara la sconfitta. A proposito mister, rimettiti presto in fondo è la saluta la cosa più importante.
Ora cosa ci resta? Nessuno può dirlo , stiamo mestamente scivolando in classifica sui gradoni di uno splendido anonimato fatto di tanti errori che si ripetono senza soluzione di continuità. Siamo contati in attacco , già contati, ed abbiamo in rosa , dove non si sa, un centravanti che viene dall’ est , ne abbiamo un altro ispanico, li abbiamo messi ad ingrassare e ora che ci servirebbero come il pane , ci accorgiamo che non sono pronti e non sappiamo neanche se sono nostri.
Si dice che abbondiamo di quelli che un tempo , non lontano , erano chiamati terzini, fra infortuni, rinascite e ricadute in quella zona siamo alla frutta. Insomma , le aspettative erano tante, le avvisaglie cominciavano a venire, la realtà è infame e non degna della nostra attenzione.
Si cambia? Come? Con chi? Tutte domande alle quali non vogliamo neanche le risposte, ci basterebbe almeno continuare a crederci ma , ai noi, ci hanno, e piano piano, tolto anche questo. Resistiamo ancora un po’ , ci aspetta l’ anno nuovo, che ci porti tante belle cose , soprattutto il vivere e stare bene e poi un dolce pallone, giocato da gente che ci faccia solo divertire, in fondo, dopo un anno così nero, chiediamo solo questo.
Salvatore Sabella
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