“I nostri auguri di compleanno a Sergio Ramos”
È uno di quelli che “o lo si ama alla follia, o lo si odia in tutte le sue sfumature”.
Ma se siete amanti di questo gioco, non potete esimervi dall’augurare “buon compleanno” ad uno dei più grandi sportivi e capitani degli ultimi anni, visti su un rettangolo verde.
Uno che la fascia da capitano se l’è prima sudata, poi tenuta stretta a pieni meriti. Sergio Ramos Garcìa oggi compie 34 anni.
Vederlo giocare dal vivo, per chi ha avuto la fortuna di farlo, è un po’ come andare sulle montagne russe. Un ebrezza che almeno una volta nella vita va provata. Il 7 marzo 2017 lo osservammo ai piedi del Vesuvio, in tutto il suo splendore, in tutto il suo carisma. Durante il riscaldamento, di Napoli-Real Madrid, in un San Paolo infuocato da 60.000 anime che provarono ad intimorire in ogni modo i “Blancos”, l’andaluso, con la sua mimica facciale e corporea, cercò in tutti i modi di snobbare e di rinviare i fischi al mittente.
Petto in fuori, si toccò prima la sua casacca -quasi al punto di strapparla- poi lo scudetto del Real Madrid. Ci comunicò indirettamente, che dovevamo essere noi ad aver paura dei galattici.
Sappiamo tutti come andò a finire questa storia. Leggenda narra, che riesce quasi sempre, ad arrivare prima dell’avversario sulle palle alte, considerata la sua capacità di lettura del gioco e a Napoli ne prendemmo coscienza.
Quel numero 4 sembrò toccare il cielo con un dito. Su due calci d’angolo realizzò una doppietta che consentì ai suoi, la qualificazione ai quarti di Finale di una Champions League che poi li vide trionfanti.
Uno dei migliori interpreti nel suo ruolo, vanta un palmares “niente male”.
Arrivato dal Siviglia per una cifra pari a 25 milioni di euro, con il Real Madrid in 15 anni ha vinto: 4 Champions League, 4 volte campione di Spagna, in cui ha il record poco invidiabile di 20 espulsioni nella Liga. 4 mondiali per club, 3 supercoppe europee, 4 supercoppe di Spagna, 2 coppe del Re.
2 Europei ed una Coppa del Mondo, con la maglia della sua nazionale, dov’è il primatista di presenze avendone collezionate 170.
“Mio nonno e mio padre mi dicevano: finché c’è un solo secondo a disposizione, c’è ancora una speranza”.
O lo ami o lo odi, non esistono scuse. È pur sempre un vincente, quelli come lui scuse non ne trovano.
Tanti auguri ad uno dei difensori più forti della storia di questo meraviglioso sport.
Antonino Treviglio