Favole calcistiche, perché nel calcio tutto è possibile
Chi da bambino si addormentava ascoltando una favola dalla madre o dal padre?
Beh, tutti.
Adesso a questo bambino aggiungiamoci qualche anno in più e a questa favola aggiungiamoci l’aggettivo calcistico, cosi facendo otterremo un ragazzo appassionato da un miracolo sportivo.
Nel corso degli anni ne abbiamo avuti molti.
Molti vi starete chiedendo:”Cos’è una favola calcistica?”
Bene, bisogna aprire una lunga parentesi.
Si tratta di squadre fuori da ogni pronostico con un livello tecnico-tattico molto inferiore rispetto alle altre pretendenti ma che hanno fatto della fama e della grinta il loro punto di forza arrivando alla vittoria di un titolo o alle fase finali di una competizione.
Nel corso della vita sono sempre stato dalla parte dei deboli e di conseguenza questi eventi straordinari mi hanno sempre appassionato tanto da arrivare a simpatizzare queste squadre.
Ne abbiamo visti tanti di miracoli, specialmente in Inghilterra.
Oggi vi parlerò di quelle che mi hanno colpito e mettetevi comodi perché faremo un bel viaggio nel tempo.
-Porto, vincitore della Champions League 2004.
Correva l’anno 2004 quando un certo Josè Mourinho si mostrava al mondo vincendo un “tripletino” con il suo Porto.
Quello che impressionò tutti fu sicuramente la vittoria della coppa Uefa, 4-3-3, modulo che poi scopriremo diventare marchio di fabbrica dell’allenatore portoghese e Deco giocatore chiave dietro le punte.
A dire il vero, la squadra dello Special One non iniziò benissimo.
Infatti nelle prime due arriva un solo punto ma è da quella successiva che rimarranno imbattuti nella competizione europea.
La strada della finale risulta lunga e tortuosa ma dopo aver mandato a casa con una grande impresa agli ottavi il Manchester United iniziano a crederci un po’ tutti. Vittoria agevole con il Lione e pass strappato per la semifinale con il Deportivo La Coruña.
Doppia sfida, in terra portoghese e in galizia combattuta infatti l’andata terminò con uno spento 0-0 e al ritorno fu solo un rigore realizzato da Derlei a far accedere il Porto alla finale della Veltins-Arena di Schalke.
Ad attendere la banda di Mourinho c’era un’altra outsider vale a dire il Monaco di Deschamps.
Finale senza storia con un 0-3 secco.
-Ajax, semifinalista Champions League 2019.
Ancora oggi mi capita di pensare a quella magnifica squadra olandese comandata da Erik ten Hag.
Non vinsero nulla ma entrarono nel cuore di ogni sportivo perché vederli giocare era una soddisfazione. Il modulo di partenza era il 4-3-3 ma cambiava costantemente nel corso di una partita.
Onana-Veltman-De Ligt-Blind-Tagliafico poi i due a centrocampo erano De Jong e Schone, la trequarti era composta da: Neres-Van dee Beek-Ziyech e come punta centrale Tadic.
La furia e la voglia di vincere dei vari giovani talenti abbinata all’esperienza dei senatori, un mix perfetto.
Sin dalle prime uscite si inizia a vedere il marchio di fabbrica dell’allenatore olandese arrivando a conquistare il passaggio alla fase a eliminazione diretta. Ad attendere la squadra di Amsterdam c’è il Real Madrid di Zizou Zidane in cui dopo un’andata in terra olandese persa per 1-2 grazie alle reti di Benzema, Ziyech e Asensio è il ritorno che inizia a scrivere la storia.
Rimonta quasi impossibile, tranne che per “i pazzi” di Erik Ten Hag che con una vittoria schiacciante 1-4 al Bernabeu approdano ai quarti dove riescono ad eliminare anche la Juventus con una partita di immensa qualità tecnico-tattica allo Juventus Stadium.
Il cammino si interrompe nel modo più crudele perché il sogno dei ragazzi terribili viene spazzato via da un gol al 95’ di Lucas Moura che manda il Totthenam in finale e rispedisce l’Ajax a casa.Non avranno vinto niente ma questa squadra rimarrà nella storia per questo sport.
-Leicester, campione d’Inghilterra 2016.
Se c’è una favola che racconterò ai miei nipoti sarà sicuramente quella delle Foxes di Claudio Ranieri, un grande uomo prima e un signor allenatore poi.
L’anno prima dalla vittoria del titolo il Leicester aveva ottenuto miracolosamente la salvezza ma la musica cambia quando sulla panchina arriva il tecnico italiano. Lo schema tattico è il 4-2-3-1 formato tra tutti da Mahrez, Vardy, Schmeichel e Kantè, in quell’anno diventeranno top player. Il miracolo inizia in una calda giornata d’Agosto dopo il successo per 4-2 ai danni del Sunderland. Un cammino devastante di una squadra normalissima che grazie alla grinta, la voglia e i cosiddetti attributi riuscirono ad arrivare ad un successo storico per tutta la contea del Leicestershire e pensare che Ranieri non fu neanche il benvenuto.
Tutto questo ci insegna che nella vita nulla è impossibile e i sogni sono fatti per essere raggiunti, il pallone è rotondo quindi perché non crederci?
Gennaro Del Vecchio