Editoriale: “Domani è un altro giorno”, il caffè del Professore

Editoriale: “Domani è un altro giorno”, il caffè del Professore

Il caffè del Professore – La nottata è passata ma non illudiamoci, ieri non è stata una grande partita, è stata vinta di giustezza su un modestissimo Benevento che non è mai andato al tiro pericolosamente e non per nostro merito . La cronaca della partita finisce qui , laddove comincia un’altra analisi come sempre impietosa.

Senza attaccanti di ruolo non si può giocare se non sei supportato da una grande organizzazione di gioco , e questa non è una nostra prerogativa. Finalmente abbiamo ritrovato Mertens, il nostro Ciruzzo, che ci ha obbligato almeno a provare qualche verticalizzazione ed aperto quegli spazi per favorire le conclusioni verso la porta sannita e su una di questa ci ha messo il suo magnifico esterno per darci il giusto vantaggio.

Poi, come sempre, anziché affondare i colpi siamo tornati negli stucchevoli fraseggi di centrocampo con lunghissime diagonali fatte però sempre in orizzontale e mai in verticale, quasi a sfidare le leggi della fisica legate ad un nostro gioco che in realtà non c’è. Solite girate a vuoto del mediocre Fabian che non riesce mai a proporsi neanche per le battute a rete che un tempo , non lontano, erano una sua ottima fattura e che oggi sono una vera chimera.

A fargli da scudo un sempre presente Bakayoko la cui utilità viene però sovrastata impietosamente dalla sua lentezza nel giocare la palla , formando così entrambi, sulla mediana del campo, solo due figure ingombranti e nulla più. Ed è qui che sta naufragando il nostro progetto tecnico e tattico legato ad un maledetto centrocampo a due i cui principali interpreti, come già detto, sono la maggiore delusione e che piano piano hanno contribuito in maniera decisiva a farci perdere tutti gli obiettivi della stagione, dove centrare l’ ultimo sarà davvero difficile.

Ed è qui che nascono le responsabilità della guida tecnica che non è riuscita a trovare alternative non al sistema di gioco ma ai suoi interpreti il cui continuo girovagare senza dare profondità al gioco ha reso ogni partita una lunga sofferenza con giocate lente e prevedibili. Ritmo, ci manca il ritmo, non si riesce a fare forcing , ci si lascia andare in un oblio stucchevole e irritante.


La speranza è che il recupero di pedine importanti ci ridiano smalto ed entusiasmo perché non basta il brodino preso con i sanniti per credere che il peggio è passato.

Di buono c’è davvero poco, prendiamoci la prestazione di Zielinski, più da mezzala che da sottopunta, favorito anche dalla presenza del folletto belga i cui continui movimenti, lungo tutto il fronte di attacco , hanno favorito gli inserimenti del polacco e le giocate del capitano , cresciuto tantissimo nella ripresa.

In fondo basterebbe poco per ridarci una parvenza di squadra, ma chi gestisce e decide la vede diversamente e non c’è modo di trovare altre soluzioni. Il bello finisce qui e parte poi il mediocre , su tutto la conduzione delle rotazioni che appare incomprensibile.

È dissennata la gestione di Ghoulam che a noi sembra un atleta ritrovato ma che continuano a volerci far credere che non sia pronto. Mettiamo tutto in conto che poi qualcuno dovrà pagarlo.

Sono ammessi 5 cambi, avevamo delle alternative in panchina perché non sfruttarle sul risultato ormai acquisito?

KK non è apparso da subito in una buona serata, scellerata la sua entrata da dietro per un giustissimo secondo giallo , ma la colpa principale non è stata la sostituzione mancata ma piuttosto il non avergli impedito di lanciarsi in area avversaria alla ricerca di una improbabile segnatura in una partita dal risultato chiuso.

Ma , ormai, di errori di qualsivoglia genere, non se ne contano più. Anche il centravanti napoletanizzato andava preservato e sostituito prima, speriamo che la sua zoppia finale sia figlia solo della fatica.

Si contano soli gli errori, l’ unico merito in questo momento è solo il risultato che ci tiene aggrappati al treno dei desideri che porta alla qualificazione nell’ Europa che conta, a giocare con i grandi, noi che pensavamo di esserlo ma che in realtà giochiamo come la più nobile delle illustri sconosciute di centro classifica. I numeri ci danno più speranza, la qualità di quello che si vede è invece impietosa, una squadra senza idee, senza coraggio, a cui il suo condottiero non ha saputo dare una identità, ed la mancanza più grave.

Come giochiamo, cosa proponiamo, siamo tutti alla ricerca di una verità che non esiste ma che ci sta condannando ad un miserrimo destino perché se non troviamo la miniera d’oro della champion ritorniamo in quella polvere amara dalla quale con tanta fatica siamo usciti. I numeri non ci condannano ancora ma non bastano a farci credere che è passata la nottata, la luce ancora non si vede e all’ orizzonte si prospetta un altro mese di passione sportiva dove non sono ammessi errori e non ci saranno repliche.

Se ne facciano tutti una ragione in fondo ci sono sono solo due direzioni , quella giusta e quella sbagliata , finora abbiamo seguito solo quella della deriva, ma domani è un altro giorno.

Foto: 123rf

Giovanni Pisano

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