Editoriale: “Cuore e passione”, da il caffè del Professore
Editoriale: “Cuore e passione”, da il caffè del Professore
Caffè del professore – Partiamo da una certezza, la Juventus ha vinto meritatamente. Si, meritatamente, perché se non hai coraggio è giusto se perdi. Non abbiamo perso sul campo perché messi sotto dagli avversari, ma abbiamo perso nella testa , forse prima ancora di giocare.
I saggi parlano di personalità, quella che se non la hai non la puoi comprare , noi meno saggi ma più sanguigni , aggiungiamo che ci manca anche la ” cazzimma” ovvero la cattiveria agonistica per i più eruditi. Siamo caduti senza subire colpi ma non li abbiamo neanche assestati anzi , siamo riusciti a sbagliare anche quello più semplice che il capitano si è già mal preparato all’ esecuzione andando sul dischetto senza quella rabbia e determinazione che è appannaggio solo dei grandi.
Già, il piccolo Lorenzo, cosa hai combinato, sbagliare è umano e lecito, non reagire è da mediocri, ora tira fuori tutto quello che hai , sei il capitano, il nostro capitano, rialza la testa, le lacrime di frustrazione non servono, ci vogliono invece quelle di rabbia da cui bisogna necessariamente ripartire.
Dispiace perché perdere da avversari più forti non porta rammarico ma così no, abbiamo giocato un discreto primo tempo avendo anche una grandissima palla gol sulla incornata non vincente della saetta Lozano, contro avversari che francamente sono stati davvero poca cosa con un centrocampo impresentabile e difensori ormai troppo navigati che solo il mestiere fa ancora reggere al passo.
Sembrava maturo un secondo tempo di piglio e invece paura , paura e paura al cospetto di un avversario retto solo dal blasone e da un vero fuoriclasse , perché Cristiano Ronaldo è un fuoriclasse, ha giocato una delle sue peggiori partite, toccando pochissimi palloni ma ha segnato e vinto .
La differenza…
È tutta qui la differenza tra noi e loro. Ora non resta che chiederci il perché del troppo timore reverenziale, cosa ci ha frenato, perché non ci abbiamo provato? La risposta la conosciamo, si chiama personalità, quella che manca non solo agli uomini sul campo ma anche al loro condottiero.
Gattuso ci parla spesso di veleno , di pericolo, ma probabilmente è lui stesso che non riesce a fiutarlo , la sua squadra non cambia mai pelle e mai in corsa , si appiattisce sempre di più in una sconcertante mediocrità di gioco, in un fraseggio lento e stucchevole che spesso vede protagonista un lentissimo e poco reattivo Bakayoko, in una girandola di passaggi inutili senza mai provare la profondità. E questo limite è una costante che forse il nostro mister non risolve perché non è nelle sue capacità.
Cosa ci lascia questa sconfitta? Banale dire nulla e guardare avanti, realistico invece pensare agli strascichi psicologici molto più difficili da sanare rispetto a quelli fisici. Ci siamo illusi tutti di avere una squadra forte con una rosa ricca e completa in tutti i reparti, ed è cosi, manca solo una cosa che purtroppo anche per quest’ anno non avremo e si chiama, come già detto, personalità, senza di lei continueremo sempre e solo a vincere i trofei di quelli che arrivano sempre dopo ai primi.
Ma non avere personalità non è una colpa ma solo un limite, la colpa invece è quella di non averci messo il cuore, laddove non ci arrivi con la testa, con le gambe e con li talento, vai oltre con la passione, la nostra passione che , ancora una volta è rimasta solo nei pensieri, ma in fondo è questo il nostro destino. Non pretendiamo quello che non c’è, pretendiamo però cuore e passione, questo non ci può essere negato perché noi, ci siamo sempre.
Foto: 123rf
Salvatore Sabella
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