Dal fallimento Champions alla rinascita targata Spalletti: il 2021 mozzafiato del Napoli

Dal fallimento Champions alla rinascita targata Spalletti: il 2021 mozzafiato del Napoli

Foto: Gattuso e Spalletti nel 2021

2021 E NAPOLI-Il 2021 è ormai giunto alla chiusura, con il 2022 alle porte, ricco di tante speranze dopo due annate da dimenticare. Dunque, cari lettori e lettrici di Paroladeltifoso.it, siamo leti di proporvi un’analisi sulle prestazioni del Napoli nel corso di quest’anno solare, mettendo in luce i lati positivi e negativi dei mesi trascorsi. In primis, abbiamo deciso di riassumere il 2021 azzurro, passando successivamente alla prima parte con Gattuso in panchina e alla seconda con Spalletti. Buona lettura!

Le montagne russe azzurre: la metafora dell’anno dei partenopei

L’anno che sta per terminare non è stato dei migliori per il Napoli, poichè si è passati dal mancato approdo in Champions, al possibile “sogno” con Spalletti. Ovviamente, vanno analizzate nel dettaglio le due parti del 2021, ma prima occorre spiegare in breve gli ultimi 12 mesi della squadra campana. Che questo sarebbe stato un anno difficile lo si era capito dal primo match stagionale in casa contro lo Spezia, in cui gli azzurri subirono una sonora sconfitta, mettendo in bilico la posizione di Gattuso. Negli incontri successivi la situazione non è cambiata, i ragazzi guidati dal tecnico calabrese accumularono altre figuracce non indifferenti come la caduta a Genoa, l’uscita ai sedicesimi di Europa League con il modesto Granada, e tante altre.

Dopo essere usciti dalla competizione europea, gli azzurri erano concentrati solo sul campionato che comportava un unico obiettivo: il ritorno in Champions; pertanto dal mese di marzo, cominciarono ad arrivare ottimi risultati, contraddistinti dalla continuità mai avuta durante l’anno, ottenendo molti punti per il piazzamento europeo. Quando gli azzurri sembravano ad un passo dal tanto ambito quarto posto, sono emersi i problemi già noti e da quel momento i partenopei hanno riperso punti importantissimi, arrivando al colmo nel match del 23 maggio col Verona, sbagliando il dentro fuori per la Champions. L’ennesimo passo falso ha fatto si che la società prendesse una decisione drastica: esonerare Gennaro Gattuso. Il posto lasciato vacante dal tecnico calabrese è stato colmato da Luciano Spalletti, ex Roma e Inter, scelto dal patron azzurro per far tornare il Napoli nell’Europa che conta. L’avventura del mister di Certaldo è cominciata benissimo, entrando sin da subito nel cuori dei tifosi con dichiarazioni d’affetto nei confronti della città partenopea.

Dunque, numeri alla mano, l’apporto dell’ex Zenit al Napoli è stato ottimo, chiudendo il girone d’andata al terzo posto in classifica, complice un rendimento altalenante nel mese di dicembre. Nelle prossime righe verranno analizzate nel dettaglio le due metà del 2021 ossia: i primi 6 mesi con Gattuso e gli ultimi 6 con Spalletti.

Foto: 2021 Napoli

Dallo Spezia al Verona: l’avventura da dimenticare di Ringhio

L’avventura di Gennaro Gattuso al Napoli la scorsa stagione è terminata nel peggiori dei modi: esonero e pareggio che è costato la qualificazione in Champions. Il mister calabrese si è sempre contraddistinto per la sua foga agonista e il suo spirito da combattente, ma dopo vari passi falsi e qualche dichiarazione fuori posto, sono stati sedati dalla società, la quale ha disposto il silenzio stampa. Dunque, in uno scenario che appariva disastrato, il Napoli di Gattuso ha cominciato a macinare punti, cadendo però qualche volta di troppo, ad esempio: il pareggio last minute a Reggio Emilia, il pareggio subito con il Cagliari, senza dimenticare le uscite da Coppa Italia ed Europa League.

Pertanto, gli azzurri hanno avuto la possibilità di svoltare positivamente la stagione, ma hanno fallito amaramente, fornendo l’assist perfetto per l’esonero di Gattuso. Dunque, tirando le somme, i primi 6 mesi del 2021 azzurro sono stati insufficienti sotto ogni aspetto: fisico con i tantissimi infortunati, risultati con troppi scivoloni e mancanza di carattere nei momenti difficili, tutti elementi che hanno fatto si che l’avventura all’ombra del Vesuvio dell’ex Milan giungesse al termine.

Il Napoli targato Spalletti: un mix di cuore e qualità

In molti all’arrivo del tecnico toscano hanno storto il muso, poiché erano preferiti i vari Allegri e Sarri, ma nonostante ciò, Spalletti sin da subito ha fatto ricredere gli scettici, dando prova del proprio amore verso questi colori. L’obiettivo del mister era quello di trattenere tutti i big in rosa per poter ambire al ritorno in Champions. Dunque, dopo un inizio sorprendente, con ben 10 vittorie e pareggi nelle prime dodici, gli azzurri cadono a San Siro, diventando l’ultima squadra in tutt’Europa ad essere imbattuta, facendo sognare una tifoseria intera. Dal match contro l’Inter, i partenopei ne escono con le ossa rotte, perdendo Anguissa ed Osimhen, perni della squadra, lasciando un vuoto molto difficile da colmare.

Negli incontri successivi, il Napoli perde anche Koulibaly, trovandosi in piena emergenza e dietro all’Inter. Infatti, si può confermare che i primi 6 mesi di Spalletti vanno analizzati con due voti: un 9 per la partenza a razzo, in cui il Napoli sembrava una macchina perfetta; mentre un 6 per la seconda metà in cui sono sorti problemi di continuità in termine di risultati e sopratutto di entità fisica con i torppi infortuni muscolari. Dunque, al termine del giro di boa bisogna solo complimentarsi con Spalletti, che sta portando avanti con grande professionalità un incarico non facile, facendo ritornare sulle gradinate del Maradona quella passione pre Covid.

Il 2022 è alle porte, pertanto, questo potrà essere l’anno del riscatto per i partenopei dopo due stagioni non esaltanti. Però, come sempre, la parola spetterà al campo, dopodiché verranno tirate le somme finali.

Pasquale Palmieri

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