Autoproduzione? No, il Catania veste Nike

Autoproduzione? No, il Catania veste Nike

Foto: Twitter ufficiale Calcio Catania

Dopo l’esperienza infelice alla Sambenedettese, Nike vestirà un altro club di Lega Pro, il Calcio Catania.

Ad annunciare la prestigiosa collaborazione è lo stesso club siculo, il quale, dopo la difficile situazione debitoria, sorprende letteralmente i propri supporter con questa nuova partnership.

Grana Givova, una battaglia destinata al tribunale
Foto: Twitter ufficiale Givova

L’annuncio della nuova collaborazione con Nike, non è andata giù proprio a tutti. Infatti, una volta appresa la notizia, c’è stato un vero e proprio botta e risposta tra lo sponsor tecnico Givova, il quale, al momento dell’annuncio del nuovo accordo era ancora legato al Catania, e il club siciliano.

Givova ha diramato un lungo comunicato all’interno del quale ha manifestato tutto il proprio disappunto dopo la scelta sorprendente da parte del club, rivendicando il contratto ancora in corso di validità.

Non si è fatta attendere la risposta di Le Mura, amministratore unico del Catania, che ha parlato di danni enormi e rapporto irreparabile con l’ex sponsor, riservando di agire giudizialmente per qualsiasi caso di utilizzo non autorizzato del marchio Calcio Catania.

Insomma, una questione che, molto probabilmente, non finirà qui, ma destinata a terminare in tribunale.

Da Catania a Napoli: come si (in)veste
Foto: Twitter ufficiale Catania

Se in Lega Pro il Catania ha avuto la forza di investire in Nike, in Serie A, come è ormai noto a tutti supporter partenopei, il Napoli ha deciso di non badare all’estetica.

Infatti, dopo il mancato accordo sul rinnovo con Kappa e, di conseguenza, il divorzio con l’azienda torinese, le nuove maglie saranno autoprodotte, quasi una sorta di “rivoluzione” nel settore del marketing messa in atto dalla famiglia De Laurentiis.

Le divise della squadra azzurra verranno ridisegnate da Giorgio Armani e prodotte dall’Onis, azienda specializzata nella produzione di abbigliamento sportivo, con l’obiettivo primario di riscuotere maggior profitto destinato alle casse del club partenopeo e il controllo totale di design e vendite delle maglie.

Dalla raccolta fondi all’iscrizione alla Serie C: una luce in fondo al tunnel
Foto: Twitter ufficiale Catania

“Non è tutto oro quel che luccica” e, infatti, prima della partnership con la nota multinazionale statunitense, il club ha dovuto fronteggiare diverse difficoltà, come l’evidente situazione debitoria con un passivo di oltre 15 milioni che ha “costretto” il team ad un azionariato popolare: “La storia del club deve continuare.

Oggi più che mai, dipenderà da tutti noi, nessuno escluso. Pertanto invitiamo tutte le persone che nutrono un sincero affetto per il Calcio Catania ad effettuare un versamento, libero nella misura, destinato a garantire alla società la forza necessaria in tempi brevissimi. 

Qualora la somma corrisposta non fosse utilizzata, Sport Investment Group Italia provvederà al rimborso integrale della stessa”.  Questo l’appello lanciato dal club siciliano, al quale tantissimi supporter non si sono sottratti.

Un altro rischio era quello di non prendere parte al prossimo campionato di Serie C, pericolo poi rientrato dopo l’annuncio della FIGC che ha comunicato al Catania di avere tutti i documenti necessari per partecipare al prossimo campionato di Lega Pro.

La stagione 2021-2022 è alle porte, il club rossazzurro è pronto a rilanciarsi e mettersi in gioco con la speranza di far rivivere ai propri tifosi palcoscenici degni della loro importanza.

Vincenzo Favale

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