Una nuova frontiera: stadi modulari in legno lamellare

Foto: bearstadiums.com

Senza andare troppo in basso di categoria, in Serie A ci sono stadi ancora “vecchia scuola”. Impianti ormai obsoleti e lontanissimi dai tanto decantati esempi inglesi. Le squadre britanniche vantano infrastrutture utopiche rispetto a quelle italiane. Ad esempio il Grimsby Town, club di League Two (quarta serie inglese, equivalente della nostra Serie D) disputa le gare casalinghe al “Blundell Park”. Impianto del 1898, adeguato nel tempo. Può ospitare 9.546 spettatori, tutti posti a sedere. Tutti i settori sono dotati di copertura. 

In foto “Blundell Park”. Foto da Twitter di @calcioinglese , Il Calcio Inglese

Confrontiamolo con il “Renato Dall’Ara”, mura amiche del Bologna, team ottavo in Serie A (massima serie italiana). Impianto inaugurato nel 1927 e ristrutturato per l’ultima volta nel 1990. Ha una capienza di 36.462 posti a sedere, ma solo due settori sono dotati di copertura: la Tribuna Centrale e quella Laterale. Ha una struttura ovale con gli spalti lontani dal terreno di gioco. Quello del capoluogo emiliano, preso casualmente come esempio, è solo uno dei tanti stadi dello Stivale ormai obsoleti. Intanto, proprio a Bologna – dopo l’ultimo blocco causa Covid – sono ripresi i lavori per uno stadio provvisorio da 16 mila posti a sedere. Alla sua conclusione, ospiterà i match casalinghi dei rossoblu e dovrebbero iniziare i lavori di restayling per il “Renato Dall’Ara”; riuscirà così il Bologna ad avere un’arena al passo con i tempi? 

Sembra che la nuova infrastruttura – almeno dall’iniziale progetto – avrà una capienza di 27 mila posti. Si parla di tribune a 7,50 m dalla linea di gioco. Inoltre, come riportato da gauarena.com, “Le curve esistenti saranno sostituite con nuove tribune con struttura in acciaio e gradoni prefabbricati. Gli spazi tra il muro perimetrale e le nuove gradonate saranno destinati ad attività ludiche e terziarie che saranno funzionanti e indipendenti anche durante il match-day. Le nuove tribune Ovest e Distinti saranno invece realizzate in ‘’sovrapposizione’’ a quelle esistenti.

La copertura dello stadio, elemento fondamentale di qualificazione estetica e funzionale dell’impianto, è studiata con tipologia a guscio lentiforme, rivestito con pannellature opache in alluminio e traslucide, in policarbonato, che formano un involucro costituito da 3 “unghie” che si sovrappongono l’una con le altre lasciando passare luce ed aria.”. Sul profilo YouTube del Bologna è stato presentato il progetto del nuovo stadio (clicca qui per vederlo), però le immagini sono datate 25 gennaio 2019.  Da questo possiamo capire anche come in Italia è complicato fare certe operazioni in tempi “brevi”. 

In foto il progetto del nuovo stadio de Bologna. Foto da Twitter @Bolognafc1909 , Bologna FC 1909

Intanto, però, una domanda sorge spontanea: possibile che in quarta serie inglese si possa godere di uno stadio moderno e sicuro, riadattato nel tempo, e nella massima serie italiana no?

C’è chi però anche in Italia finalmente si sta attivando per cercare di costruire nuove strutture. Anche se comunque rimane il fatto che più sono i progetti o le chiacchiere preliminari è quasi nulle le situazioni di costruzioni concrete. 

Se per le milanesi siamo ancora al punto del “San Siro va abbattuto o modernizzato?”, cercando ossessivamente di rimanere attaccati ad un glorioso passato senza capire la necessità di dover progredire, ad esempio, la Fiorentina opterà per un restayling dell’ “Artemio Franchi”. Dopo una lunga querelle burocratica, ha vinto Rocco Commisso ed entro la fine de 2023 inizieranno i lavori che termineranno nel 2026, o almeno questo è l’obiettivo che è stato posto. Quello che a Firenze non potrà essere fatto è la copertura retrattile, come proposto da ARUP azienda vincitrice dell’appalto per la ristrutturazione dell’impianto. Non si potrà fare a causa di un vincolo storico-architettonico. 

Dopo l’ “Allianz Stadium” della Juventus, la “Dacia Arena” dell’Udinese e il “Gewiss Stadium” dell’Atalanta, anche i Viola dovrebbero avere il loro nuovo stadio. In più i gigliati possono già vantare il “Viola Park”, di cui abbiamo già parlato in un articolo precedente.

Nuove voci riguardo alla possibile creazione di nuovi impianti arriva anche dalle serie italiane minori. In B l’ultima inaugurazione risale all’ottobre 2017 ed è quella del nuovo “Benito Stirpe”, stadio di proprietà del Frosinone. Impianto dedicato al padre del presidente della società ciociara, Maurizio Stirpe, e creato in occasione del ritorno in Serie A del club. È costato 20 milioni di euro ed è un grande segnale dell’ambizione di crescita del team. Il vecchio “Matusa” nel mentre è stato interamente smantellato. Per ora non ci sono nuove notizie su possibili nuovi stadi in cadetteria, mentre ne potrebbe essere fatto prossimamente uno in C

Al momento sono solo “chiacchiere”, ma il Pordenone – team al momento (dopo la 30esima giornata) al terzo posto nel girone A a 51 punti, alla pari con il Lecco quarto e a -3 dal primo posto occupato dalla Feralpisalo’ – potrebbe trasferirsi in un nuovo stadio, lasciando così l’attuale “Omero Tognon”, che potrebbe essere concluso entro il 2027. Siamo però nelle fasi preliminari, non è stato ancora fatto lo studio preliminare e le parole del primo cittadino di Pordenone non fanno ben sperare. L’attuale impianto ha poco più di 3 mila posti, gli stessi che potrebbe avere il nuovo. Si parla di un’infrastruttura modulare fatta in legno lamellare ispirata da “Bears Stadium” e “Rubner Holzbau”. Il costo si aggirerebbe attorno ai 10 milioni di euro. Lo stadio è comunale e oltre al Pordenone Calcio farebbe comodo anche per altre discipline sportive. Il sindaco Alessandro Ciriani ha annunciato lo studio di fattibilità per la nuova arena della città, ma ha anche chiarito che investendo per lo stadio non ci saranno altri fondi per altre opere pubbliche: “L’incarico non porterà a un progetto per uno stadio come il Bernabeu, ma a un impianto modulare con una capienza non eccessiva. La tempistica sarà quella del pubblico, quindi puntiamo alla fine del mandato come orizzonte temporale. 

I professionisti che redigeranno lo studio di fattibilità ci diranno dove sarà meglio realizzare l’impianto e come farlo, oltre a definire anche una cifra di base. Ma si parla già almeno di una decina di milioni, se non di più. Sperando che poi esca un finanziamento europeo oppure legato al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Se però Pordenone porterà a casa dieci milioni per lo stadio, poi non mi si venga a parlare di scuole oppure di asfalti. 

Non potrà essere lo stadio del Pordenone, sarà l’impianto della città. Quindi soggetto ad una procedura precisa. Dovrà essere affidato tramite una gara e andrà al miglior offerente, che dovrà dimostrare di saper sopportare i costi di gestione. Purché la città non si senta impoverita, lo studio ci consentirà di intercettare i fondi”. 

https://twitter.com/pordenonecalcio/status/1630679015949324291?s=46&t=QNGr3Q5YCI-s_B6VGSoBvQ
Nel video l’attuale stadio del Pordenone Calcio

Abbiamo accennato alla fonte di ispirazione “Bear Stadium” e a “Rubner Holzbau”. La prima è una “società di advisor e design specializzata in impiantistica sportiva” e la seconda un’ azienda di Bolzano “leader in Europa della tecnologia del legno lamellare”. Insieme hanno l’obiettivo di realizzare “modular wood systems”. Come spiegato sul sito ufficiale, “L’innovativo sistema componibile permette di produrre e trasportare i moduli del tuo stadio in containers di 40 piedi verso qualsiasi destinazione nel mondo e di assemblare le tribune velocemente garantendo tempi certi e costi contenuti. Dalla singola Tribuna Principale con 2.500 posti (che comprende all’interno tutte le attività necessarie) si può incrementare lo Stadio, aggiungendo tribune, sino a raggiungere una capienza di oltre 20.000 posti con il massimo comfort per gli spettatori. Uno stadio adeguato alle esigenze della Società Sportiva riduce i costi di gestione.”.

Potrebbe rivelarsi quindi un alternativa economica per la creazione di nuovi impianti di piccole o medie dimensioni, sicuri e moderni non solo per Pordenone ma anche per molte altre squadre che non possono permettersi di fare grandi investimenti. Ed è anche un’alternativa sostenibile, sia nella realizzazione che nella gestione. 

Grande quantità di legno utilizzata ma che non danneggia la natura. Infatti, le foreste da cui viene reperito il materiale sono gestite in modo sostenibile ed il modo in cui viene tagliato consente la partecipazione alla riduzione dell’effetto serra. Inoltre, a differenza di cemento e acciaio, il legno non richiede energia fossile per la sua produzione. Per di più i costi di gestione dell’impianto possono essere ridotti di molto grazie alla dotazione di mini turbine eoliche integrate con pannelli fotovoltaici e ad un sistema di raccolta delle acque piovane per l’innaffiamento del terreno di gioco. È possibile quindi rimanere al passo con i tempi e allo stesso tempo preservare l’ambiente, a differenza di quanto accaduto con gli stadi creati per Qatar 2022

La realizzazione – burocrazia italiana permettendo – può avvenire tra i 4 e gli 8 mesi, a seconda della capienza che può essere minima di 2.500 posti e massima di 20.000. 

Bear Stadium” in collaborazione con “Rubner Holzbau”, come riportato da archistadia, si è già occupato della realizzazione del “Westhills Stadium” di Langford (Canada), casa dei Pacific FC ma ospita anche le gare casalinghe del Rugby Canada e dei Westshore Rebels, team di football canadese. Inoltre, la struttura è anche utilizzata per concerti ed eventi rivolti alla comunità. L’impianto inizialmente aveva 5.500 posti ed è stato poi ampliato nel 2020 a 8.000. 

Uno stadio a tutto tondo che prossimamente potrebbe avere anche Pordenone, beneficiando così alla squadra di calcio ma anche all’intera comunità. Di una struttura del genere ne ha parlato anche Massimo Cellino, attuale presidente del Brescia (squadra militante in Serie B), nel 2019, ma al momento rimane solo un desiderio. 

Alfonso Oliva

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