“Un Gennaro a Napoli”

“Un Gennaro a Napoli”.

Non è il titolo dell’ultima pellicola di Natale targata Aurelio De Laurentiis, ma il riassunto e la descrizione perfetta, per la fine della sequenza degli eventi in casa azzurra, di questi ultimi due mesi di marasma generale.

Giorni, da far “storcere il ciglio”.

Ne ha risentito persino il sangue, che con i suoi globuli azzurri e bollenti, si è fatto scuro e un po’ troppo “amaro”.

L’amarezza nell’ambiente si trapela ed è impossibile non notarla.

Sicuramente hanno inciso i risultati non brillanti in campionato, ma qualsiasi tifoso, non si aspettava un trattamento del genere e questa pessima gestione da parte della Società Ssc Napoli.

Tra ritiri, conferenze stampe disertate, silenzi stampa vari, ammutinamenti e multe, ci abbiamo capito ben poco.

Ma qualcosa sembra mutare…

Martedì di Champions League, Napoli qualificato agli ottavi di finale.

Uno scossone per l’ambiente.

Ore 23:38: un tweet dell’account ufficiale dell’Ssc Napoli, annuncia che la società ha appena deciso di revocare dall’incarico di allenatore della prima squadra, Carlo Ancelotti.

Nemmeno la qualificazione tra le prime sedici d’Europa, la prima nella storia del club da imbattuta nel suo girone, ha potuto salvare dal baratro l’allenatore di Reggiolo.

Al suo posto subentra un suo allievo, o meglio un uomo di campo, con cui ha condiviso gioie e dolori.

Gennaro Gattuso, detto “ringhio” è il nuovo allenatore del Napoli.

Nel centrocampo del Milan di Ancelotti, per quantità e per capacità di lettura e rottura del gioco avversario, Ringhio era il tronco perfetto di quell’albero di Natale capace di vincere tutto.

-Come cambia il Napoli con Gennaro Gattuso.

Nuova era.

Addio calma apparente.

Passeremo da un mister elegante, dai molteplici linguaggi e di esperienza professionale immensa, come Ancelotti, alla linea esplosiva di un personaggio carismatico ed esplosivo come Gennaro Gattuso.

Allenatore da quasi sette anni, si è fatto le ossa.

Vanta delle esperienze in panchina al Sion, Palermo, all’Ofi Creta in Grecia e Pisa.

Poi la parentesi rossonera, un amore infinito.

Milan primavera e poi la prima squadra.

Un coach che sostanzialmente, non vanta un vasto curriculum, ma che avrà sicuramente tanta voglia di dimostrare e quella fame di vittoria che l’ha sempre differenziato quando era un calciatore.

Forse proprio quell’appetito che è mancato al Napoli di Carlo Magno.

L’allenatore di Corigliano Calabro, da sempre si contraddistingue per trasparenza e carattere.

Sicuramente non avrà bisogno di nessuno voi, per spedire un messaggio a qualcuno.

Sul piano del gioco, cosa cambia.

Il Napoli passa dal 4-4-2 di Ancelotti nelle mani di Gattuso.

Estimatore di Maurizio Sarri, non uno qualunque da queste parti, già da sabato contro il Parma, pare andrà sicuramente di 4-3-3.

Un modulo che ha adottato al Milan nella sua esperienza più importante da allenatore.

Uno stile di gioco che sembra essere l’abito giusto per questi calciatori e per questa rosa.

Meret difenderà i pali azzurri.

La difesa a 4 con Di Lorenzo Manolas Koulibaly e Mario Rui.

Centrocampo a tre con Allan “alla Gattuso”, Zielinski e Fabián ad agire da mezze ali.

Presumiamo Il Napoli che verrà, debba ripartire da Hirving Lozano, l’acquisto più caro della storia del club, che sarà probabilmente l’attaccante di destra, libero di sfruttare la sua rapidità.

Un ritrovato Milik al centro, e Capitan Insigne a sinistra, “finalmente” nella sua posizione naturale.

Intanto le sirene di mercato, e si sa che a ventuno giorni dall’avvio l’eco si fa sempre più intenso, parlano di un possibile approdo in maglia azzurra di Zlatan Ibrahimovic.

Chissà se l’arrivo di Gattuso -e forse quello di Ibra- possano riportare l’entusiasmo in una piazza particolarmente depressa.

Nella speranza che un “Gennaro a Napoli”, nel periodo natalizio, riesca con le sue idee e la sua filosofia di calcio, a far sciogliere la testa dei giocatori e quel sangue, che si è fatto un po’ troppo amaro in questo ultimo periodo.

Antonino Treviglio

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