Piccolo manuale di sopravvivenza per giornalisti ad un tifo provinciale
Bentrovati amici della sfera cubica. Oggi voglio farvi una tiratina di orecchie. Molti di voi che ci leggono da tempo hanno certamente notato che quanto scritto qui, si manifesta dopo un po’.
Ed è questo che dovete comprendere: l’autore di questa rubrica si assume la responsabilità di anticipare le notizie. E’ difficile farlo in un periodo dove la stampa ed i giornali sono costretti per tanti motivi ad offrirvi le notizie più appetibili per il mercato pubblicitario.
La macchina nuova di Pinco, lo shopping della moglie di Pallo, abstracts dei goal più belli del campionato che forse fanno comodo al tifoso che vuole vincere.
Se il tifoso vuole vincere realmente, però, deve anche allo stesso tempo essere in grado di poter capire perché la sua squadra ha qualche problema. Ed è lì che subentra il fattore giornalismo. Quello che vuole un addetto ai lavori mettere l’orecchio a terra, recepire più informazioni, confrontarle tra loro e dare la notizia.
Ecco allora che incombe il fattore professionale. La notizia si deve dare. Chiunque la darebbe se l’avesse in tasca. E qualcuno diceva che “c’è un tempo e un modo per dare le notizie”. Certo, il tempo e il modo si sceglie in base agli interessi. Quindi se c’è un interesse economico che pervade, una notizia non può non essere data se non a tempo debito.
Se c’è invece una notizia e non c’è un interesse cubico a fare da dietrologia?
Si dà signori, e poco importa che possa piacere o meno alla massa che legge.
Questo è il motivo perchè questa rubrica non solo vi ha anticipato le notizie, ma vi ha anche anticipato le dichiarazioni del presidente De Laurentiis con qualche giorno d’anticipo, purtroppo per voi, la vera natura di questa rubrica “complottistica” è il non avere dietrologie.
L’unica cosa che mi fa sorridere è che se in Italia ci sono 60 milioni di allenatori, sono altrettanti i giornalisti. Tutti credono di saper fare il mestiere del raccontare le notizie, ma commettono tutti lo stesso errore.
“Questa notizia non si può dare perché destabilizza l’ambiente”
Se è strumentale sì, ma se non lo è, ti sta avvisando su un problema che potrebbe sorgere in avanti e comunque questa storia mi ricorda le minacce subite da giornalisti che non parlavano di calcio, ma di criminalità organizzata.
“quali sono le tue fonti?”
Se te lo dicessi, non arriveremmo prima, e soprattutto non avremmo una rete di informatori che si fida di noi
“il Napoli ti ha smentito”
Certo hai mai sentito dire che “una smentita è una doppia conferma?”
“Solo tu nutri dubbi su quella persona, a chiunque chiedono pubblicamente, solo belle parole”
Ricordami un caso storico dove qualcuno si è preso la briga di dichiarare pubblicamente “quello è scarso, zozzoso e si vende anche le partite”. Ti ricordo che anche gli assassini “salutavano sempre”
Questi sono i casi più eclatanti che mi vengono in mente, ma i detrattori a distanza di mesi spariscono quando emerge la verità raccontata. Nessuno si fa vedere e nessuno si fa sentire. E questo è un successo visto che per portare avanti una rubrica come la sfera cubica, in una città come Napoli con un tifo spesso provinciale, vale proprio la pena di dire che ci vogliono “due palle quadrate”.
Alla prossima amici, e occhi sempre aperti!
Livio Varriale