Perché Spalletti rimarrà al Napoli

Foto: sscnapoli.it



Sono bastate tre partite consecutive sbagliate per passare da “grazie Spalletti che ci hai risollevato dopo Napoli-Verona” a “Spalletti deve essere esonerato“. In molti -oltre alla solita e doverosa contestazione alla società- hanno invocato l’addio del tecnico di Certaldo dopo una sola stagione all’ombra del Vesuvio. Ritenuto, soprattutto, colpevole di aver sbagliato alcune scelte in momenti decisivi di alcune partite e della stagione. Su tutti i cambi tardivi ed il poco minutaggio concesso a Dries Mertens.

Probabilmente dal loro canto i tifosi -per certi aspetti- hanno ragione, ma gli obiettivi societari dichiarati ad inizio stagione e quelli raggiunti collimano: il piazzamento Champions League è raggiunto, oltretutto con tre giornate d’anticipo. Un grande traguardo considerando le ultime due stagioni del Napoli. Ma permane nell’ambiente una grande delusione per quello che poteva essere e non è stato. Le parole di Mertens a margine della sfida contro il Sassuolo ne sono l’emblema: “Siamo delusi, penso che in 9 anni che sono qui è l’anno in cui sono più deluso. In passato abbiamo fatto 91 punti e non abbiamo vinto, ma quest’anno non c’erano squadre più forti di noi“. In poche frasi, il belga ha racchiuso il pensiero dei tifosi: si il piazzamento Champions è quello che volevamo, ma quest’anno si poteva e si doveva fare di più.

Spalletti, però, dopo pochi secondi lo spegne: “Questo non è un campionato più facile, è proprio l’opposto: le formazioni di bassa classifica lottano e sono determinate con un livello di qualità diverso dagli anni precedenti. Sembra quasi che il Napoli sia insufficiente, ma non è così. Il campo ha dimostrato che non eravamo i più forti. Abbiamo delle responsabilità, ma non dare il giusto merito a quello che abbiamo fatto finora è sintomo di una pressione che si vuole mettere ad arte su questa squadra per toglierne un po’ alle altre. Quando raggiungeremo la qualificazione in Champions (non era ancora matematica al termine della gara contro il Sassuolo ndr.) sarà un traguardo che festeggeremo molto“.

Parole che descrivono la sua persona, tecnico-aziendalista, perfettamente in linea con il pensiero della società. Peccato che il primo ad alimentare il sogno Scudetto dei tifosi era stato proprio lui e l’apice l’ha toccato alla vigilia della sfida casalinga contro la Fiorentina: “Il mio sogno diventa facilissimo da esprimere, ma non si dice. Quello degli altri che stanno con me nello spogliatoio diventa altrettanto facile da capire, ma non si dice. Se foste nello spogliatoio, vi accorgereste anche voi qual è il sogno di tutti.
Non ci sono stati dei momenti, io sono partito con quella intenzione di giocarmela fino alla fine. Lo dissi già dall’inizio. Su quella che era la volontà o la convinzione di avere a che fare con un gruppo che poteva dire la sua in un campionato così difficile non ho mai avuto dubbi. Ma se c’è un momento in cui ci ho creduto di più, è questo: ora”.

Tralasciando le speranze dei tifosi, abbiamo parlato di tecnico-aziendalista. Allenatore che opera e pensa come la società da cui dipende. D’altronde se Aurelio De Laurentiis lo ha definito come “il miglior allenatore che abbia mai avuto” di sicuro non ci sono solo motivazioni legate al lavoro di campo. Però, negli ultimi giorni è emerso un presunto malumore dello stesso ADL, che starebbe pensando all’addio anticipato del mister, nonostante l’anno di contratto rimanente.

Alcune indiscrezioni volevano Vincenzo Italiano come mister del Napoli per la stagione 2022/23, ma poi è emersa una clausola da 10 milioni di euro che sicuramente il patron azzurro non pagherà. E allora è tornato in primo piano Unai Emery, coach ora al Villareal. Nome che torna sempre in auge quando si parla di un cambio di guida tecnica degli azzurri e che sarebbe un ‘pallino’ di De Laurentiis.

Nomi accostati al Napoli, ma che -a meno di una rescissione del contratto da parte di Spalletti- rimarranno solo indiscrezioni. Luciano è l’allenatore perfetto per il modo di pensare di ADL. E se non vi sono bastate le motivazioni precedenti, ve lo confermeranno le affermazioni del tecnico di Certaldo rilasciate anch’esse dopo la partita contro il Sassuolo: “In estate il presidente parlava spesso di dover abbassare il monte ingaggi, in quel momento non avevamo ricevuto molte offerte. Ora invece sembra che ci siano altre possibilità e sono contento che i giocatori si siano messi in vetrina“.

In sintesi: in questa stagione tutti gli obiettivi societari sono stati raggiunti. Piazzamento Champions League e valorizzazione della rosa così da poter vendere e comprare altri giovani calciatori da valorizzare. E, come al solito, il sogno di vincere dei tifosi è rimasto tale.

Alfonso Oliva

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