Osimhen: “Napoli è il mio posto”


Victor Osimhen ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di France Football, parlando della sua esperienza al Napoli, del suo rapporto con gli allenatori e dello Scudetto. L’intervista integrale verrà pubblicata domani, ma il Corriere del Mezzogiorno ne ha evidenziato alcune parti in anteprima.

Di seguito quanto evidenziato:

“Il rapporto con gli allenatori è stato fondamentale negli ultimi campionati. Devo molto a mister Gattuso per quanto riguarda la motivazione e la valorizzazione della mia personale autostima, ma è con Luciano Spallettiche la mia crescita è stata ancora più forte, grazie al lavoro paziente che il mister ha condotto nei miei confronti nel corso dei mesi.

Spalletti mi ha chiesto di essere ‘esplosivo’, di trasformarmi in una specie di dinamite nelle difese avversarie. Insieme abbiamo analizzato a fondo la velocità della mia corsa, i tempi di reazione agli assist e le distanze ideali che devo mantenere dai difensori. Sono cinque metri che io posso coprire più velocemente rispetto agli altri ed è quella la distanza a cui mi devo attenere. In questo modo, abbiamo sviluppato un modello di attacco più veloce e aggressivo che mi permette di andare direttamente verso la porta o liberare i compagni in fase di pressione o, ancora, servire Kvaratskhelia, ad esempio.

Con Spalletti non ho scelta. Faccio gol, ma sono anche il primo difensore. Altrimenti
impazzisce. Ma è un genio, se in campo facciamo quello che ci dice lui, possiamo
battere ogni avversario. Non potrei essere più felice di quanto lo sia oggi a Napoli. E la
città lo merita: è Napoli che mi ha reso quello che sono”.

Osimhen su Maradona: “Per me è un grande onore giocare nella squadra in cui ha militato Diego Armando Maradona. Il mio desiderio è conquistare lo scudetto con il Napoliperché voglio vedere la gioia sui volti dei tifosi napoletani e perché non vedo l’ora di assistere ai festeggiamenti. Sarà una grande emozione. Mi hanno raccontato del tripudio del 1987 e del 1990 e sono curioso di scoprire cosa sono in grado di organizzare i napoletani”!

Sull’infortunio?: “Il club ha gestito tutto in maniera perfetta. Onestamente, quando Skriniar mi ha colpito, è come se avessi ricevuto un colpo secco alla testa. Dieci minuti dopo mi sono alzato, mi hanno controllato per poi portarmi subito in ospedale. Il chirurgo rimase sorpreso, mi disse: “Come fai a stare in piedi?”. La prima cosa che dissi ai medici fu: “Di cosa si tratta? C’è qualcosa di serio? Quando giocherò di nuovo?”. Penso che in quel momento mi presero davvero per pazzo (ride ndr).

Quando mi hanno spiegato tutto ero praticamente distrutto moralmente. Dissi al dottore che non volevo operarmi, ma lui mi spiegò che non vi era altra scelta: bisognava ricostruire il mio viso. Non è stato un intervento semplice, sono passati dalla bocca per raggiungere l’osso. Colgo l’occasione per ringraziare tutti i medici, hanno fatto un lavoro eccezionale. Sono loro che hanno poi creato la maschera. Il lato della maschera che protegge la parte operata è dura. Se qualcuno la colpisce si fa male. Onestamente non ho più paura”.

Su Napoli: “Napoli ha cambiato la mia vita. Non avevo mai visto una cosa così. Tutta la città vive per la squadra: quando sono arrivato ho chiesto a Mertens e Koulibaly se fosse vero, mi hanno risposto che non avevo visto ancora niente. I tifosi non mi preoccupano mai, anche quando mi fermano per strada, vogliono solo darti affetto. Allo stadio sono incredibili e ci aiutano. Qualcuno non credeva in me quando sono arrivato in Italia, ma la società e i compagni sì. E questo è fondamentale. Per esplodere avevo bisogno del posto giusto, Napoli è il mio posto”.

Foto copertina: profilo Instagram Osimhen

Francesca Tripaldelli

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