Il caffè del Professore di Salvatore Sabella.


” La fortuna non è dovuta al caso ma alla fatica, il costoso sorriso della buona sorte si deve guadagnare” .
Il meraviglioso aforisma di Emily Dickinson esprime la sensazione vissuta ieri al termine dell’ incontro quando un Napoli poco brillante ma guardingo ha portato a casa la vittoria più importante in una serata mediocre.

Ha capitalizzato la clamorosa autorete Salentina e raccolto il migliore dei risultati.
Credere però che sia stata solo fortuna sarebbe riduttivo ed offensivo per gli azzurri che hanno saputo cantare ( poco) e portare la croce ( tanto).

Il momento non è difficile ma sicuramente complicato, ci sono uomini appannati nel rendimento sotto il peso della fatica di una stagione logorante che è giunta al suo momento topico, c’è il susseguirsi degli infortuni muscolari che ci hanno privato del calciatore più determinate della stagione, Osimhen, ora anche del suo sostituto nel ruolo, Simeone, e abbiamo appena recuperato un Raspadori ancora lontano da una condizione accettabile.

In affanno anche le prestazioni di Rahmani, di Anguissa e del solito evanescente Lozano.

Determinante l’ esperienza di Rui, la fisicità di Kim e l’ ordine di Lobotka, ieri ben coadiuvato in regia da Elmas , bravo ad inserirsi nella stessa zona di campo che la solita gabbia avversaria aveva sottratto allo Slovacco.

Il primo tempo è stato giocato su ritmi alterni, quando gli azzurri aumentavano il pressing prendevano facilmente campo, ma l’ intensità non è stata continua e sulle nostre giocate , a tratti lente e prevedibili, avevano vita facile le ripartenze di un Lecce organizzato ed attento.

Perentorio lo stacco vincente del capitano sul nostro vantaggio che sembrava incalanare la sfida ma il Napoli, mai brillante e a tratti poco reattivo , inevitabilmente ha concesso il pareggio al Lecce non riuscendo a liberare l’ area in una azione tanto concitata quanto confusa.

Il pareggio sembrava il preludio ad una gara destinata a darci poco in termini di risultato ma questa annata sembra segnata nel destino dei corsi e dei ricorsi che ci hanno regalato il nuovo vantaggio in una delle poche sortite in area avversaria.

Intervento maldestro con il ginocchio del difensore giallorosso e “papera” sconcertante dell’ estremo avversario.
Tanto è bastato per darci altri tre punti e continuare l’ ascesa nel paradiso dei campioni.

È incredibile come nel giro di poche settimane abbiamo lasciato una squadra spumeggiante per ritmo e qualità di gioco , e ritrovarla lenta e affaticata nelle gambe e nella mente.

Il calcio sfugge da qualunque logica di previsione , non è un algoritmo, si studiano i dati delle prestazioni e degli interpreti, che poi diventano informazioni di statistiche, ma c’è il fato che spesso fa la differenza come una rete della vittoria causata dalla più banali delle autoreti.

Questo non fa storia, ma contribuirà in maniera decisiva a scrivere le nuove pagine di questo campionato, dominato, fino a due giornate fa, con la leggerissima sensazione di essere i migliori, giocato ora di corto muso.

Come sempre la prossima è decisiva, ospiteremo il fatal Verona che tanto ci costo’ solo due stagioni fa.

Ma prima ci aspetta un’ altra sfida , leggendaria per tradizione, il quarto di Champions contro il Milan che solo pochi giorni fa ci ha solennemente bastonati.

Ci arriviamo acciaccati, con un gioco non più brillante ma è da queste partite che rinasce una squadra che rimane sempre la migliore perché ancorata ai suoi principi di gioco e puo’ ritrovare la condizione con la stessa tempestività con cui l’ ha persa.

Il solo sentire quell’ inno di coppa, che riempie il cuore e rida’ forza alle gambe, può far ritrovare il tutto perché dove non arriva la scienza ci pensa l’ alchimia perché, in fondo , ” la fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’ opportunità ” ( Lucio Anneo Seneca) .

Foto copertina: profilo Twitter officialsscnapoli
Salvatore Sabella

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