“Nuovo” San Paolo, se non lo vedo non ci credo

Il presidente De Laurentiis questa settimana è stato un fiume in piena. Come sempre ha rilasciato dichiarazioni con l’aggressività che ne contraddistingue i toni e i modi di espressione. Ma sulle strutture, più del calciomercato, i napoletani difficilmente si faranno ancora illudere

È inutile, Napoli non avrà mai uno stadio nuovo. A meno che non cambino l’amministrazione comunale e la proprietà della SSC Napoli. Dopo 15 anni di era targata De Laurentiis e quasi 10 di governo De Magistris, l’unica opportunità per i cittadini napoletani sarà quella di avere un San Paolo rattoppato e dovremmo anche dire grazie ai fondi stanziati per le Universiadi.

Guardare le immagini della nuova struttura sportiva del Tottenham ha commosso e fatto arrabbiare un’intera città destinata ad accontentarsi di soluzioni a breve termine e caratterizzate da superficialità, mediocrità e incapacità di visione. Eppure il presidente De Laurentiis ha annunciato qualche giorno fa che grazie alla nuova convenzione che sarà stipulata con il Comune di Napoli, l’impianto di Fuorigrotta rinascerà dalle sue ceneri.

E chi ci crede? Dopo anni di promesse e annunci non rispettati, di terreni acquistati un anno qui e quello successivo altrove, ora nel giro di poco tempo la SSC Napoli – in collaborazione con il Comune – riuscirà: ad eliminare la pista d’atletica, ad abbassare le tribune, a creare 25 Sky Box (tra Distinti e Tribune) e ad avallare la formula, “zero biglietti, solo abbonamenti”.

Senza dimenticare che proprio il Napoli, per questa stagione, non ha fatto la campagna abbonamenti (caso a dir poco clamoroso), non possiamo neanche ignorare il fatto che le politiche sui prezzi dei biglietti per accedere al San Paolo e guardare gli azzurri, sono sempre state “strambe”.

Quindi, di conseguenza, perdonatemi se mi permetto di citare San Tommaso che secondo i Vangeli, quando i discepoli gli annunciarono la resurrezione di Gesù, disse: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò“.

Ecco, io,”se non vedrò la prima pietra posata su piazzale Tecchio, se non vedrò la prima ruspa sul rettangolo di gioco, e se non vedrò pacchetti d’ingresso speciali per i tifosi abbonati che potranno usufruire di servizi ad hoc, non crederò a questa storia”. Senza dimenticare che la soluzione è soltanto una: Napoli ha bisogno di uno stadio nuovo, non di quello vecchio “restaurato”.

Giovanni Pisano

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