Mi chiamo Alex Meret e metto tutti d’accordo
Qualora ci fosse stato bisogno di ribadire a gran voce il punto su cui partire in estate, in vista di un nuovo ciclo che dovrà portare il Napoli sempre più nell’emisfero tecnico-tattico ancelottiano, ieri ogni dubbio è andato a svanire nel corso dei minuti di gioco al Mazza di Ferrara. Per uno strano scherzo del destino, è avvenuto contro la squadra – in prestito dall’Udinese – che l’ha lanciato prima nella parentesi in Serie B, poi nel difficile palcoscenico della Serie A. Si è esaltato pur con quale errore, ma li ha velocemente cancellati sfornando una bellissima prestazione che funge da monito per il futuro. Un po’ come all’andata al San Paolo, ma questa volta abbiamo avuto la sensazione di intravedere una consistenza fuori dal comune.
Alex Meret, classe ’97, non era uno sconosciuto quando è arrivato all’ombra del Vesuvio. Nel 2014 fa parte della spedizione azzurra agli Europei Under 19 e si mette in mostra con interventi da maestro, da far mettere in guardia persino una stella come Kylian Mbappé. Quando l’Udinese lo gira alla Spal per il debutto nel calcio professionistico, sa bene che un giorno l’avrebbe ceduto a peso d’oro, ma con la consapevolezza che mai avrebbe vestito la maglia bianconera dei friulani. E così è stato.
Con gli estensi ottiene la promozione in Serie A e viene confermato per la stagione successiva, ma gli infortuni lo attanagliano e lo costringono a rimanere ai box fino a dicembre 2017. Batte in seguito la concorrenza di Gomis e diventa titolare inamovibile della Spal, che intanto ottiene la salvezza grazie anche alle sue provvidenziali gesta, pur costretto a terminare anzitempo la stagione. Nella sua prima annata in massima serie colleziona soltanto 13 presenze, quanto bastano per convincere il Napoli ad investire su di lui.
Se il suo arrivo è stato accolto con un certo scetticismo, tanto da etichettarlo come inesperto, acerbo, addirittura immaturo e incapace di difendere i pali di una grande squadra da genuini e professori, il portierino friulano, sulle orme in azzurro di un certo Dino Zoff, ha convinto anche i tifosi. L’incidente di percorso in quel di Dimaro ha rallentato la sua preparazione, tenendolo lontano oltre quattro mesi dal rettangolo verde, ma era chiaro che fosse soltanto questione di tempo: Ospina e Karnezis hanno preparato egregiamente il suo debutto in azzurro, Alex non si è fatto pregare ed ha cominciato a far impazzire sia i suoi sostenitori, sia i suoi detrattori.
In un momento storico particolare nell’ambiente azzurro, costituito da opinioni diverse che non trovano convergenza e sfociano in diatribe dialettali e rotture evidenti tuttavia sanabili (e va fatto al più presto), con la sua grande personalità ad oggi poco comune tra i 22enni, Meret è in grado di mettere d’accordo tutti e fa alzare in piedi anche i supporter di altre squadre: Ferrara l’ha accolto a braccia aperte nel posticipo di ieri, tributandogli applausi e cori di ringraziamento per quanto rappresentato durante il capolavoro promozione in Serie A. Alex si emoziona, saluta i suoi ex tifosi che mai lo dimenticheranno, poi entra in modalità partita e diventa lo spauracchio degli attaccanti avversari.
Lui è così d’altronde: gioca, para, si diverte, mette d’accordo tutti. E non è affatto un’eresia dichiarare che Meret un giorno può diventare tra i migliori portieri al mondo.
Giovanni Pisano