NAPOLI E DINTORNI. LA RIVINCITA DEL CALCIO CAMPANO


Poco più di un anno fa iniziavano i giochi della XXX Universiade allo Stadio San Paolo, dalla caldera accesa dal tiro di Lorenzo Insigne si apriva l’estate ma controcorrente si apriva la Primavera del Calcio made in Sud. La Campania del Calcio tra nuovi impianti e tante speranze, trovava nelle Universiadi la rampa di lancio, sociale e sportiva, un evento che ha ridato lustro allo sport nella nostra regione e nella nostra Città. Ma l’anno calcistico campano è stato pieno di gioie e di rinascite ed è cosi necessario metterci in viaggio e rivivere quello che è stato l’anno campano del calcio.


Partendo dal Capoluogo di regione, meglio vista come la Capitale, Napoli si apprestava a vivere il secondo anno della gestione Ancelotti, doveva essere l’anno del definitivo scoppio, il nuovo stadio, un allenatore con un palmares incredibile e la consapevolezza di un gruppo che poteva e doveva vincere. Cosi non è stato perché all’alba del Natale, la “Stagione” più romantica napoletana, finisce la storia di Ancelotti all’ombra del Vesuvio tra bordate e scandali. Il natale porta Gennaro Gattuso sulla panchina azzurra, un uomo vero, uno che in campo ha vinto tutto e che in panchina non aveva prima d’oggi trovato l’equilibrio, quello che serve per aprirti la strada tra gli squali della panchina. Il CoVid ha fermato solo per un attimo la banda Gattuso che ha tratto energie e responsabilità dallo stop ed è stato il cavaliere che ha guidato Napoli e il Sud a tornare tra i grandi, a vincere e convincere nella Capitale la Coppa Italia. Napoli ha ritrovato il suo spirito, ha ritrovato la sua verve e con quel pizzico di alea , può essere il Masaniello della Regione alla rivalsa.


Sono solo 73 i chilometri che separano il Maschio Angioino dall’Arco di Traiano, la distanza Napoli-Benevento così impercettibile, così minima per il semplice fatto che in quei 73km quest’anno ci sono state solo ed esclusivamente gioie. Il Benevento del presidente Oreste Vigorito e di Mister Pippo Inzaghi hanno stupito per programmazione ( anche grazie ad un ottimo DS come Pasquale Foggia) e per entusiasmo. Due anni fa tutti ricordavano il Benevento come la meteora in Serie A, dopo il miracolo promozione agguantata nei Playoff contro ogni pronostico, la strega ritorna nel purgatorio, ma torna con l’intenzione di leccarsi solamente le ferite e di ritornare in Paradiso. Ad oggi 23 vittorie, 7 pareggi e 1 sconfitta, il campionato cadetto sbranato e vinto con 7 giornate d’anticipo. Il tempo giusto per programmare il prossimo campionato di A, con un presidente che vanta un patrimonio di 5 miliardi di euro e uno stadio di proprietà, il Benevento può solamente vedere davanti a se un futuro roseo e chissà che non possa diventare l’Atalanta del sud.


Rosso come la passione, rosso come il corallo lasciato in dono dalla Gorgone uccisa da Perseo alla città di Torre Del Greco, a Sud di Napoli c’è stata una dolce sorpresa come la Turris. I corallini hanno vissuto lo scorso anno una grande annata, frenata solo dal super Bari di ADL, nonostante la vittoria casalinga contro i galletti, Torre Del Greco ha dovuto un attimo riprendersi dalla delusione e riorganizzarsi per vivere una stagione di vittorie. Una stagione che ha visto la Turris vincere il campionato di Serie D e tornare in Lega Pro dopo 20 anni. Nella vicina Torre Annunziata invece è stato solo il Palermo a negare al Savoia la doppietta Torrese per il ritorno in Lega Pro di entrambe le due nobili compagini.


Credevate che le vittorie fossero finite qui? E invece no, abbiamo fatto un salto a Malta e sapete perché? Perché c’è un po di Napoli nella vittoria del Floriana nella Premier League Maltese. Enzo Potenza è nato a Napoli, è cresciuto e si è fatto le ossa tra i dilettanti sognando la panchina del Napoli. Emigrato a Malta ha vinto, ha stravinto ha portato il Floriana in Champions League per quella che il prossimo anno si prospetta forse un po’ più azzurra.


Casertana, Salernitana e Avellino rimandate al prossimo anno, tra progetti di stadi di proprietà( vedasi Caserta) e divergenze societarie in Irpinia, sono diciamo l’unica nota dolente della campania calcistica. Il calcio per la nostra città e la nostra regione è lo strumento di rivalsa sociale, il mezzo che da speranza a tanti giovani, quello che permette di vedere un futuro migliore. Che possano il Napoli e le realtà calcistiche della Campania diventare palestre e ghetti della speranza per i giovani affinchè il nostro calcio possa tornare alla ribalta contro tutti i problemi e i mali che affliggono la nostra splendida regione.

Daniela Villani

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