Lettera di un tifoso a De Laurentiis

Caro Aurelio de Laurentiis, ti parlo oggi a nome della Napoli che conta, a nome di quelli che sono sempre pronti a sostenere la nostra amatissima squadra, pronti a fare anche dieci ore di macchina pur di seguirla, ovunque e comunque, nel bene e nel male. Le scrivo perché noi siamo stufi del suo modo di vedere il calcio, perché lei pensa che la SSC Napoli sia un’azienda da sfruttare solo per i soldi; forse non si è reso conto che qui, da anni, l’unico vincitore è lei, con le sue plusvalenze, con la sua pubblicità e con i suoi premi da secondo classificato. Forse non sa, signor De Laurentiis, che il calcio non è questo, non è business, ma sono i bambini che giocano a piazza Plebiscito, che magari hanno anche la maglietta “pezzotta”, quella che lei tanto odia perché non aiuta al fatturato, ma ci pensa che c’è gente che fa la fame? Che magari non possono permettersi quella maglia originale dal costo di 50€. Qui, a Napoli, il calcio non è marketing e non lo sarà mai. C’è gente che vive 90 minuti alla settimana, che fa salti mortali in ufficio, in fabbrica, al cantiere o in qualunque luogo, per portare i figli allo stadio. Noi siamo napoletani, amiamo lo stadio, può anche essere “un cesso” come da lei definito, ma è la nostra casa. Quel luogo magico dove abbiamo passato i migliori momenti della nostra vita, perché lo stadio è un’esperienza unica, non solo per la squadra: lo stadio sono gli Ultras, sono loro che ci fanno vivere un’emozione unica ed indescrivibile. Inoltre, caro presidente, noi ci siamo stancati di sentirla sempre parlare male della nostra città, lei è di Roma e vive a Los Angeles, non è napoletano, lasci i problemi della città a chi li vive quotidianamente, pensi a difendere questa città, perché lei essendo rappresentante del Napoli, rappresenta tutto il Sud Italia, la terra dei dimenticati, abbandonati a noi stessi (anche da un governo fortemente nordista), quindi pensi a difenderci, anziché sottolineare ogni nostro problema.

“Ma lei si sente più romano o napoletano?”

“Napoletano”. 

Mai sentita stronzata più grande, e adesso, signor de Laurentiis, si sente più napoletano o barese?

Questo è il mio pensiero, mi chiamo Jacopo Menna, ho 15 anni e credo di aver capito già tutto del calcio, di questo mondo marcio vittima del sistema: e lei, signor presidente, è l’emblema di questo sistema.

Jacopo Menna

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