La crisi dei settori giovanili in Italia: strutture fatiscenti e pochi ragazzi lanciati

  
  Crisi settori giovanili, in Italia le difficoltà nel crescere i giovani continuano. Non solo per la scarsa fiducia verso i ragazzi, ma anche per strutture decisamente non all’altezza.

 

Un’indagine della Gazzetta dello Sport, infatti, ha evidenziato la scarsa attenzione dei club di Serie A per i propri settori giovanile. Soltanto cinque società della massima serie hanno un centro sportivo di proprietà per le giovanili, cioè Juventus, Roma, Atalanta, Empoli e Chievo. Qualcuno, come Milan e Inter, affittano strutture comunque di alta qualità. Tra le altre, ci sono società che hanno centri sportivi di buon livello (come Empoli, Bologna, Chievo, Torino e Udinese) ma anche casi eclatanti.
Come, riporta la Gazzetta dello Sport, quello della Sampdoria, che ha riservato alle giovanili un campo a Sori e due campi a Bogliasco, di cui uno con un sintetico vecchio di circa dieci anni e uno di proprietà comunale, per la cui gestione bisogna trattare con la Curia. Non che i cugini del Genoa facciano molto meglio, con Primavera, Allievi e Giovanissimi che utilizzano quattro campi in quattro paesi diversi. Il Napoli, invece, tocca il culmine: a Sant’Antimo si allenano sette squadre con un solo campo a 11 in sintetico (oltre ad un campo a 8 e due più piccoli), spesso quindi condiviso dai vari gruppi.
A Palermo invece, tranne la Primavera, le altre squadre giovanili hanno a disposizione un solo campo a 11. Certo, c’è anche chi si è messo in moto per avere strutture migliori, come Torino (in zona Filadelfia), Carpi e Verona, ma non basta, soprattutto pensando agli investimenti che avvengono all’estero.

In fondo basta vedere i risultati: la Serie A è, stando ai dati Cies, il secondo campionato peggiore per utilizzo dei giovani formati nei settori giovanili. Soltanto la Turchia, e stiamo parlando di un totale di 31 tornei presi in considerazione.

Situazione che non migliora se consideriamo anche solo i cinque campionati più importanti, visto che ovviamente siamo ultimi anche qui, con solo l’8.6% dei giocatori che hanno disputato almeno tre anni tra i 15 e i 21 nel settore giovanile della propria squadra. Tra le big chi fa meglio è la Liga Spagnola (23,7%), seguita dalla Ligue 1 (19,4%), dalla Bundesliga (13,3%) e dalla Premier League (11,7%).
Una situazione, quindi, al limite del tragico, soprattutto se guardiamo all’estero. Basti pensare che, tra i top 20 settori giovanili d’Europa, nemmeno uno è italiano, stando ai dati Cies.
Non che vada molto meglio considerando solo i top5 campionati, visto che solo Inter e Atalanta si piazziano tra i primi 20 vivai d’Europa, ma oltre le prime 10 posizioni.

«Chi gira per l’Europa si accorge subito: l’Italia è il terzo mondo. Non dico così per dire: Belgio, Olanda e Svizzera ci vedono realmente come noi guardiamo l’Africa», le parole del direttore di un settore giovanile italiano riportate dalla Gazzetta. E, a giudicare dai risultati, non ha tutti i torti.

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