El superclasico, le origini di una rivalità storica …

e1cbc7cd3991023fcaa4326d56f78761Le origini sono da ricercare all’inizio del XX secolo, in cui le due squadre compartivano el barrio de la Ribera, noto ai più come il quartiere de La Boca. I due club nascono infatti nella stessa culla e il primer partido è datato 1908, la cronaca riporta solo il risultato finale di 2 a 1 in favore del Boca. Non si conosce altro perchè il calcio all’epoca è solamente uno strano gioco importato dagli “inglesi pazzi” attraverso il porto di Buenos Aires. Per il primo match ufficiale bisogna aspettare il 1913, con lo stesso risultato ma a parti inverse. La naciòn, unica testata giornalistica che seguì l’evento, raccontò che la partita era prevista per le 14.30, ma iniziò solo alle 15.10 per mancanza dell’arbitro e il tutto degenerò a metà della ripresa in cui scoppiò una rissa che coinvolse anche le due tifoserie in tribuna, da quel momento seguirà un secolo di tensione che paralizzerà l’Argentina intera per due volte all’anno.

Los hinchas, i tifosi, del Boca Juniors sono gli Xeneizes, perchè nel 1905 il club fu fondato da cinque immigrati genovesi, che attribuirono alla squadra il termine
originario “Zeneises”, ovvero “genovesi” nel dialetto del capoluogo ligure. Quelli del River però li chiamano bosteros, in derivazione da bosta che è la “fece”, per rimanere nel formale, questo perchè ne La Boca all’inizio degli anni ’30 una delle pratiche più comuni era pulire la strada dagli escrementi lasciati dai cavalli. Lo stadio è La Bombonera, ispirata al Franchi di Firenze e così chiamata per la somiglianza ad una scatola di cioccolatini, in argentino bombones, ricevuta come regalo dal progettista dello stadio, Josè Delpini, il giorno dell’inaugurazione, 25 maggio 1940.
I sostenitori del River Plate sono invece  i Millonarios, a causa delle costosissime campagne acquisti sostenute del club tra il ’30 e il ’40. In particolare l’acquisto di un certo Carlos Peucelle per 10.000 pesos, una fortuna per l’epoca. I boquensi sono soliti chiamare i cugini con l’appellativo di gallinas a causa della sconfitta nella finale di Copa Libertadores del ’66 con il Peñarol per 4 a 2, dopo essere stati in vantaggio di due reti. La partita seguente in campionato si svolse a Banfield e un socio del club locale lanciò sul campo una gallina poco prima del match semplicemente per cagarse de risa (morire di risate) come da lui stesso dichiarato, giocando anche sul fatto che i colori sociali del River sono bianco e rosso come il povero animale lanciato sul prato di gioco. La gallina fu rispedita fuori campo con un calcio nel sedere da parte del riverplatense Oscar Mas, detto el Pinino, mentre l’autore del gesto preferisce rimanere ignoto per poter vivere in serenità il resto dei suoi giorni, anche se il fatto risale a oltre 40 anni fa, rifiutando pure grandi cifre propostegli da diverse trasmissioni televisive argentine per raccontare l’accaduto.

Per quanto riguarda lo stadio del River El Monumental (El Gallinero per i tifosi Xeneizes), l’inaugurazione risale al 1938. Ideatore e principale finanziatore del progetto fu
un figlio di immigrati genovesi, tale Vespucio Liberti, storico presidente a cui è dovuto il soprannome di Millionarios per aver acquistato calciatori dal mercato uruguagio, brasiliano e spagnolo. Il nuovo stadio sorse al di fuori de La Boca, più precisamente tra i ricchi quartieri di Nuñez e Belgrano, e fu a lui dedicato dopo la sua scomparsa. Fino agli anni ’50 l’impianto rimase aperto a ferro di cavallo e solo con i dieci milioni di pesos ricavati dalla vendita di Omar Sivori alla Juventus si completò la costruzione, con la supplementazione del terzo anello.

Tornando alla storia dei superclasicos, il primo derby dell’era del professionismo risale al 1931 e fu nuovamente sospeso al 75′ per le proteste conseguenti ad un rigore concesso al Boca. Tre espulsi per il River e ritiro della squadra dal campo per dissenso nei confronti della scelta arbitrale. Il caos si sposta sulle tribune prima e per le strade poi, con conseguente repressione della polizia. Un disastro.

Per avvicinarsi maggiormente alla realtà contemporanea gli episodi più divertenti da raccontare sono sicuramente quelli messi in scena dalle due tifoserie organizzate. Nel 2008 La doce, hinchada del Boca, accolse il pullman dei giocatori del River con due quintali di piume di gallina vergine e diversi chili di mais, sempre per il fatto di essere considerati gallinas. Per assurdo nella stessa stagione anche i principali esponenti della curva del River, los borrachos del tablon, tirarono mais ai giocatori dopo una cocente scofitta in Copa Libertadores contro il San lorenzo, insieme a pannoloni…usati. Mentre nel 2010 per irridere i giocatori del boca, legarono a dei palloncini biancorossi 11 bambole gonfiabili con la camiceta azul y oro e le lasciarono volare nello spazio sovrastante al campo da gioco del Monumental.
Quelli del Boca pare che mandarono 400 mila cornetti di pasticceria agli odiati cugini per dargli dei cornuti, magari un sms o una scritta sul muro avrebbe agevolato le cose, ma in Argentina per tutto ciò che riguarda l’orgoglio non si bada a spese…a maggior ragione se si sta parlando del superclasico. Come nel 2009: nell’apertura del 2008 il Boca vinse il titolo mentre il River si classificò all’ultimo posto. Nel seguente superclasico la doce si presentò con migliaia di fogli con su scritto Yo te vi ultimo, io ti ho visto ultimo.

Ha fatto storia anche l’esultanza di Tevez dopo il gol allo scadere nella semifinale della Libertadores  del 2004 proprio contro il River al Monumental, in cui el Apache mimò con le braccia una gallina e fu espulso dall’arbitro. Recentemente nel
2011 invece è stato protagonista Matias Almeyda alla Bombonera, dopo essere stato espulso si è diretto sotto la curva Xeneize baciando la maglia del River e riuscendo ad abbandonare il campo di gioco solo grazie alla scorta della polizia.

Sempre nella stessa partita si è intravisto sugli spalti un tifoso vestito da fantasma, rappresentando el fantasma de la B, ovvero lo spettro della retrocessione per i Millionarios. Serie B, ovvero primera nacional B, che è poi arrivata con la sconfitta nello spareggio contro il Belgrano di Cordoba, un evento mai accaduto prima nei 110 anni di storia del River Plate.

Proprio per questo motivo quella stagione disputata è stata la prima senza superclasico, citato dal quotidiano inglese “The Observer” nella classifica dei 50 eventi sportivi da vedere prima di morire, posizionandolo a primo posto assoluto in graduatoria. Per il “The sun” Boca-River rappresenta l’esperienza sportiva più intensa del mondo e per “Sportweek”  (magazine de “La Gazzetta dello sport”) al confronto Milan-Inter è una messa.
La rivista “World soccer magazine” l’ha descritto come insuperabile da nessun’altra partita al mondo per emozione ed intensità ed è da poco uscito sul grande schermo un film denominato appunto “Superclasico” prodotto dal regista Danese Ole Christian Madsen, alcune scene dello stesso sono state girate durante l’intervallo del derby svoltosi alla Bombonera nel 2010.

Che dire, stringere la mano ad un amico e realizzare il sogno di essere spettatore di uno spettacolo simile non deve essere solo utopia.

Giovanni Pisano

 

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