C’era una volta il VAR – i 5 pensieri post Napoli-Atalanta – di Tobia Cuozzo

La leggenda narra che in Serie A esista un apparecchio elettronico, posizionato a bordo campo, per far chiarezza su decisioni sbagliate o meno che possano condizionare la partita… ma Giacomelli non lo sa e continua a sbagliare.
Ecco i 5 pensieri post Napoli-Atalanta.

Un numero 9(9) atipico

Tutti lo criticavano… ora non parla più nessuno. Con i suoi gol Arkadiusz Milik ammutolisce, partita dopo partita, quella massa di haters che lo rimproverava di essere lento e poco cinico sotto porta. Una vittoria per l’attaccante polacco che ha vissuto un’estate travagliata, tra brutte prestazioni e risentimenti muscolari. Il numero 99 del Napoli è a quota 4 gol in 5 presenze e non ha intenzione di fermarsi.
Inoltre, ad un passo il rinnovo del contratto per l’ex Ajax. Prolungamento e ritocco dell’ingaggio da 2,5 a circa 3,5 milioni di euro (calciomercato.com).

Se gioca così… come trattenerlo?

Fabian Ruiz Peña, classe ‘96, è 1.89 cm di pura classe. Un calciatore con questa struttura fisica che danza sul pallone come se fosse alto quanto un tipico esterno offensivo. Un centrocampista tecnicamente completo, che esprime un calcio spettacolare in ogni partita, a cui manca solo la cattiveria necessaria per recuperare palloni importanti. Un predestinato che ha attirato con le sue prestazioni, a discapito del Napoli, grandi club europei che inviano osservatori e dirigenti a visionare il talento spagnolo (vedi Abidal a Lecce). L’estate 2020 complicherà ulteriormente la permanenza del gioiello azzurro poiché giocherà l’Europeo, salvo sorprese, e tutti gli occhi saranno puntati su di lui. Resterà a Napoli?

Kalidou, cosa combini?

Un periodo decisamente complicato per Kalidou Koulibaly, che non riesce ad offrire le prestazioni esemplari a cui ci aveva abituato. Il centrale senegalese nelle ultime partite, soprattutto nel match contro l’Atalanta, ci ha “deliziato” con uscite senza senso e lisci incredibili. Un esempio è il gol di Remo Freuler in cui sì, il grossolano errore è di Alex Meret, ma lo spazio vuoto in cui il centrocampista Svizzero si va ad inserire è frutto di un’uscita sbagliata del candidato al Ballon d’Or. Inutile dire che è uno dei centrali più forti del panorama calcistico e non va screditato per queste poche partite, ma, in questo periodo, non sta dimostrando il suo valore

Non sapevo fosse Wrestling

Un gesto “tecnico” (chiamato “spear” e marchio di fabbrica di molti wrestler) che tutti si sarebbero aspettati in un incontro di wrestling dal John Cena di turno o da un grande rugbista americano, di certo non da Simon Kjær e sicuramente non in una partita di calcio. Un episodio, da cui è scaturito il contropiede e il gol dell’Atalanta, punibile sia con il cartellino giallo per il calciatore danese sia con l’assegnazione del calcio di rigore… ovviamente nulla di tutto questo è accaduto. I tifosi non si aspettavano di vedere un match della WWE e, per sorprenderli, il difensore atalantino ha emulato le gesta dei lottatori americani. Colpo di scena.

Chi è stato l’uomo partita?

Quest’articolo si chiude con un’immagine sgranata ma chiara nel suo significato. La risposta alla domanda posta la dà Tonelli offrendo il pallone al man of the match di Napoli-Atalanta: Giacomelli. Ogni tifoso partenopeo avrebbe voluto dare questo riconoscimento all’arbitro. Il pallone che consegna il difensore azzurro è stato sgonfiato al minuto 86 dalla terna arbitrale e dalla sala VAR. Un episodio talmente chiaro che anche i telecronisti Sky (Trevisani-Adani) restano increduli dinanzi a questo scempio. L’arbitro si affida ciecamente alla sala VAR che è beffata dalle immagini in cui si vede Llorente colpire sulla nuca Kjær e, quindi, non valuta l’inerzia dell’azione. Se non riescono a vedere loro questi chiari falli, chi può farlo? Servono persone competenti a dirigere partite in un campionato che, con questi chiari errori, non ha più senso di esistere. Una partita spettacolare, divertente, con le due squadre che hanno battagliato fino al fatidico minuto.
Uno scempio che noi di Parola del tifoso facciamo fatica a commentare.
È ora che la SSC Napoli si faccia sentire perché i tifosi, etichettati come le solite vittime, non ne possono più. Stanno uccidendo questo sport.

Tobia Cuozzo

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