Captain Insigne, è il momento della verità – di Mattia Ronsisvalle

“O Captain! My Captain” recitava la poesia di Walt Whitman nel 1865, un verso divenuto famoso grazie al film di Peter Weir “L’attimo fuggente”, del 1989.

Quando parliamo di captain non ci stiamo di certo riferendo all’eroina Captain Marvel con il suo attuale film nei cinema, ma al capitano del Napoli Lorenzo Insigne.

Lorenzo ha origini umili: nasce a Frattamaggiore, comune di Napoli e cresce con l’amore dei genitori e la complicità dei suoi due fratelli, Roberto e Marco, anch’essi calciatori.
La sua passione per il calcio e l’azzurro gli permettono di esordire il 24 gennaio del 2010 in Serie A col club partenopeo.


In seguito viene prestato alla Cavese, poi al Foggia ed infine al Pescara, di zemaniana memoria, con i compagni ed amici Ciro Immobile e Marco Verratti, per poi fare ritorno alla casa base azzurra.

L’esterno sinistro fino ad oggi ha conquistato con la maglia azzurra una Coppa Italia ed una Supercoppa Italiana. Ma la svolta è arrivata quando Marek Hamsik, ex capitano, decide di accettare una nuova avventura calcistica in Cina.
La fascia viene così consegnata proprio a lui, proprio a Lorenzo Insigne, napoletano dentro con sangue azzurro che gli scorre nelle vene sin dalla nascita.
Il popolo napoletano inizialmente accoglie di buon occhio questo passaggio di consegne:
Insigne questa fascia la sente più che mai, sembra comprendere la sua importanza e le sue responsabilità da leader.
O almeno così dovrebbe essere.
Sì perché proprio dopo il match di Serie A contro il Sassuolo, Insigne lancia segnali di nervosismo non presentandosi ai microfoni di Sky per un’intervista a caldo.

Tale attenzione mediatica per il giocatore non aiuta, come egli stesso spiega: “Io ci tengo sempre per questa maglia, forse alla gente non è arrivato questo messaggio al 100%. Io non ho nulla da dire e non voglio fare polemica, ho un carattere particolare, a volte ho sbagliato ed ho sempre chiesto scusa”.
Il capitano azzurro non veniva certo da un periodo semplice, dopo aver sbagliato il rigore che avrebbe potuto regalare il 2-2 nel match casalingo contro la Juventus.

 

In uno scenario già non dei migliori, subentra poi la figura di Mino Raiola. Infatti, ad aprile Mino diventerà infatti il nuovo procuratore di Lorenzo e non si possono escludere colpi di scena. Stando al Mattino, del resto, Raiola starebbe già pianificando le sue mosse per aprire ad una cessione di Lorenzinho. In cambio di una destinazione top per Insigne, il mega procuratore starebbe infatti lavorando a un doppio colpo in direzione opposta. Nel dettaglio, si parla di un intervento per spianare la strada all’arrivo in azzurro di due elementi particolarmente graditi ad Ancelotti: Lozano e Fares. Il padre Carmine però, ha le idee più chiare del figlio e tende a calmare le acque: “La fascia di capitano è stata motivo di grande orgoglio per lui e per tutta la nostra famiglia. Se poi la società deciderà di venderlo, si potrà fare poco. Lorenzo però è intenzionato a restare qui perché ha realizzato il suo sogno indossando la fascia da capitano”.

A Napoli per Insigne sarà l’estate della verità. Nel frattempo, denti stretti, umiltà e leadership capitano: la strada per Baku non è poi così tanto lontana.

 

Mattia Ronsisvalle

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