#10yearschallange: come sta crescendo bene il nostro Napoli

La #10yearschallange è una competizione lanciata sul web, un gioco per intrattenere gli utenti dei vari social-networks come Instagram e Facebook.

Tale svago consiste nella pubblicazione di una fotografia, in cui gli utenti possono mettere in mostra una foto di sé stessi di dieci anni fa (2009), accanto ad una foto attuale, mostrando così come sono cambiati nel tempo.

 

E se provassimo a cimentarci in questa nuova sfida con la squadra del S.S.C Napoli?

 

Usando l’arma della memoria, ci catapultiamo nell’anno 2009. Sin da subito è facile capire che l’unica costante che non è mai cambiata sia proprio lui: il Presidente Aurelio De Laurentiis.

In panchina, invece, c’era Edoardo Reja (qui vi scapperà una lacrimuccia per il vecchio Edy), che poi venne sostituito nel mese di marzo da Roberto Donadoni.

E la squadra? Beh, vi sfido a ricordali tutti!

Partiamo dal modulo. Mister Reja utilizzava un 3-5-2 molto umile, ma pericoloso nel contropiede.

 

In porta giocava un certo Nicolas Navarro che riuscì a collezionare un numero di presenze maggiori rispetto al titolare Gennaro Iezzo.

Nel tridente difensivo invece presenziavano: Fabiano Santacroce a destra, il capitano Paolo Cannavaro al centro e Matteo Contini a sinistra. Proprio il difensore mancino è poi risultato il più presente in campionato con ben 34 apparizioni.

 

Passiamo ai polmoni ed alle gambe che reggevano la squadra. Nel centrocampo di Mr. Reja gli esterni di centrocampo si trasformavano prima in terzini e poi in ali a seconda se la fase di gioco fosse di possesso o di contenimento. Una cosa era certa: servivano polmoni e gambe.

L’interprete per eccellenza è stato per molti anni sicuramente Christian Maggio, acquistato dalla Sampdoria nella scorsa estate.

Dall’altra parte, sulla sinistra, un giovane Daniele Mannini. A centrocampo l’instancabile Walter Gargano e l’umile Michele Pazienza.

A collegare il centrocampo e l’attacco c’era il capitano di oggi, l’uomo venuto dalla Slovacchia ma con cuore napoletano: Marek Hamsik.

 

E come dimenticare l’adelante Pocho Lavezzi e il suo partner d’attacco German Denis? Il secondo fu anche il giocatore con più presenze complessive di quell’anno!

 

A costruire questo 11 ci pensò il Direttore generale Pierpaolo Marino.

 

In quella stagione il Napoli si classificò solamente al 12esimo posto.

Il miglior marcatore fu Marek Hamisk con 9 reti in campionato su 12 complessive.

Lo Stadio San Paolo viaggiava a una media di 39.851 spettatori, registrando la più alta presenza con la partita contro la Roma con ben 60.240 spettatori paganti.

 

Ed ora? Sono passati dieci anni da quell’anno, da quella formazione e da quelle emozioni.

Il Napoli è cresciuto tanto, diventando l’anti-Juve per eccellenza, vincendo ben 2 coppe Italia e una Supercoppa.
Dall’obiettivo salvezza, la società ora è stabilmente in Champion’s League, eseguendo una crescita strepitosa.

Tanti sono stati i campioni che sono passati di qui nel corso degli anni, da Cavani ad Higuain.

 

Dopo i vari Mazzarri, Benitez e il maestro Sarri, ora siede in panchina un allenatore di livello mondiale come Carlo Ancelotti.

 

Abbandonato il 3-5-2 da anni, i partenopei giocano con una difesa a quattro e tanta fantasia. Il tecnico emiliano adopera attualmente un 4-3-3 di sarriana memoria o un 4-4-2 per ottimizzare tutti gli elementi di una rosa di livello assoluto.

In porta non vi è più Iezzo, ma una giovane promessa del calcio italiano di nome Alex Meret, affiancato dall’esperienza del colombiano Ospina.
In difesa i due perni centrali sono lo spagnolo Raul Albiol e il futuro fuoriclasse Kalidou Kouliobaly, impegnato nell’eterna lotta contro il razzismo.

A fungere da terzini ci sono i vari Hysaj, Malcuit, Ghoulam e Mario Rui. Tutti sull’attenti, tutti altezza della situazione.

 

Tante giovani promesse anche a centrocampo, come dimostra la potenzialità di Diawara, Rog, Zielinski ed il nuovo acquisto Fabian Ruiz.

Non più Michele Pazienza, ma Allan, il brasiliano che incarna cuore e corsa.

Poi il capitano, in cabina di regia, nel nuovo ruolo, Marek Hamsik.

In attacco è un luna park: dalle giocate dello scugnizzo Lorenzo Insigne, alla giovinezza di Ounas. Dal jolly Verdi, allo strepitoso “Ciro” Mertens. Dall’esperienza di Jose Maria Callejon alla promessa Arkadiusz Milik.

 

Il Napoli ne ha fatta tanta di strada e tante nuove soddisfazioni ci attendono.

Se questi sono i presupposti, non vedo l’ora di assistere alla prossima #10yearschallenge!

Mattia Ronsisvalle

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