Una società da vero cinepanettone…
Se l’altra volta abbiamo analizzato la situazione Corona-Virus in tutto il mondo ma soprattutto nella nostra penisola, quest’oggi è il turno di parlare del disastro cinematografico organizzato dalla società calcio Napoli.
Mi occorre una macchina dal tempo per tornare a qualche anno fa: era l’estate del 2013 e Rafa Benitez diventava un nuovo allenatore della squadra partenopea.
Nuovo tecnico, nuovo progetto.
Ai piedi del Vesuvio ci fu una vera e propria rifondazione, comprando giocatori esperti abbinati a scommesse. Fu una sorta di capodanno senza fuochi, Higuain, Reina, Albiol, Callejòn e Mertens per acquisire una dimensione internazionale.
Giocatori importanti che di lì a poco sarebbero diventati i protagonisti di una nuova epoca targata Benitez prima e Sarri, Ancelotti e Gattuso poi.
Mentre qualcuno di questi ha detto addio già da un po’ alla causa azzurra c’è qualcuno che il suo destino ancora non lo conosce: Dries Mertens e Josè Callejòn, uomini e calciatori di una infinità qualità abbinati ad enormi attributi.
Il belga e lo spagnolo, la diversità nella somiglianza; due ragazzi che con il tempo sono diventati tutt’uno con il Napoli, inteso come squadra e Napoli inteso come tifo.
1926 nel cuore e nella mente, sul campo e fuori : gol, assist, beneficenza, aiuti ai senza tetto e chi più ne ha più ne metta.
Ora siamo al 16 Maggio e per quanto possiamo dire che entrambi sono due top player, la loro permanenza nel capoluogo campano è più che incerta.
Il belga è andato vicino al rinnovo poi non concluso mentre con l’ex Real Madrid il patron De Laurentiis non ha trovato neanche il modo per sedersi a tavola.
Si parla dell’Inter per uno e del Siviglia/Valencia per l’altro.
Voci vere o false?
Chi vivrà vedrà ma quest’oggi vi invito a ragionare su come sia stata gestita male la situazione.
L’unica verità è che le parole “top club” e “Napoli” non potranno mai essere affiancate finquando una società di una squadra che da anni è una delle maggiori potenze del calcio italiano, fa ancora fatica ad amministrare un quadro del genere.
Forse è proprio vero, non saremo mai una grande squadra.
Il perché?
I trofei si vincono anche fuori dal campo, anche seduti ad un tavolo ma oltre a queste due cose di cui vi ho parlato vi inviterei a riflettere su un’altra cosa, il futuro.
Per il dopo Mertens-Callejòn chi sarà il giovane di turno che diventerà un grande giocatore ed il patron azzurro rivenderà ad una cifra faronica?
Mentalità da imprenditore (non vincente).
Gennaro Del Vecchio