“Un uragano a primavera” da il caffè del Professore

“Un uragano a primavera” da il caffè del Professore

Come un uragano.

In un lampo è stato spazzato via lo Spezia che aveva avuto il coraggio, frutto della coerenza del suo tecnico, di affrontarci col suo sistema di gioco, difesa alta e solita costruzione dal basso.

Affrontare in questo momento gli azzurri a viso aperto è un autentico suicidio sportivo, ieri abbiamo sfoderato il miglior primo tempo della stagione.


Difesa stretta e attenta guidata magistralmente da Manolas finalmente salito tra gli dei dell’Olimpo pallonaro, un Demme praticamente ovunque che dopo i primissimi minuti di rodaggio ha corso per se e per i suoi, coprendo qualunque linea di passaggio dei liguri che hanno vissuto un incubo sportivo.

Insigne, calatosi totalmente al servizio della squadra e capace di coprire tutta la fascia sinistra, supportando anche le diverse sbavature di Hysaj che, con Fabian, sono stati i soli ad essere poco brillanti.


Sull’altra fascia il ricamatore per eccellenza, Politano, la cui unica vera “colpa” è di non essere in pianta stabile in nazionale, un calciatore eccezionale per qualità e quantità, coadiuvato splendidamente da Di Lorenzo,straripante atleticamente.

In mezzo Zielinski, dove, definirlo una sottopunta è troppo riduttivo, meglio considerarlo un tuttocampista, pressa tutto e tutti, costruisce, rifinisce e conclude splendidamente a rete.
E nella sinfonia di un gioco corale, armonioso e soprattutto divertente, perché il calcio è un divertimento, non poteva mancare il numero a sensazione.

Ce lo ha regalato un uomo alto, dai capelli platinati, dalla pelle luccicante che sprigiona vitalità e tantissima forza.
Fiuto felino del gol , progressione atletica impressionante, quel diamante estratto dalle cave transalpine di Lille, sta finalmente diventando un brillante di raro splendore.


Uno zaffiro sotto una casacca azzurra di cui ieri , i poveri liguri, hanno avvertito solo l’essenza e visto la luce, perché in materia, il nostro ghepardo, non lo hanno mai neanche visto se non nel momento in cui è stato sommerso dall’abbraccio dei compagni.

Qualche giornata fa avevamo scritto che dovevamo legare i nostri destini calciofili al talento nigeriano, nella speranza che sbocciasse nell’ incedere primaverile, il “ragazzo” sta venendo fuori e ci sta trascinando in una bolgia inarrestabile di entusiasmo.
Ne siamo felici, avevamo bisogno di un vento di passione, Osimhen lo ha reso un uragano.

È stata anche la vittoria di Gattuso che ha letteralmente surclassato il tecnico rivale, la strategia del calabrese ha letteralmente disintegrato Italiano, anch’egli uomo di grande valore quando nel dopo gara, senza attenuanti, ha riconosciuto la totale superiorità degli avversari.
Insomma ieri è stata una bellissima giornata di sport ed un inno alla cultura sportiva.

Ne restano tre, ovviamente da vincere, perché si dice che siamo padroni del nostro destino, ma , attenzione, questa espressione non calza solo al momento perché lo siamo sempre stati.
Dicemmo, in tempi non sospetti, che la rosa del Napoli era, ed è, fortissima, se non avessimo gettato al vento le sciagurate prestazioni dei primi due mesi bui dell’anno, con sconfitte che maturavano prima ancora di giocare, con atteggiamenti e proponimenti inconcepibili, per le posizioni di onore non c’era storia, e forse, forse, qualche fastidio in più, ai nerazzurri meneghini, sicuramente lo avremmo dato.

La rabbia c’è nel vedere come, con tutti o quasi gli effettivi a disposizione, agli avversari lasciamo le briciole e noi stessi dobbiamo accontentarci solo per una piazza di rincalzo che, se raggiunta, ci porterà quelle risorse necessarie per continuare non solo a competere ma soprattutto per vincere.

Le lingue biforcute parlano di un progetto ridimensionato per la prossima stagione, di un budget economico e di conseguenza tecnico di minore entità, ci viene da sorridere perché sono mesi che il presidente, deus ex machina, non rilascia dichiarazioni se non simpatici “cinguettii” a favore dei suoi ragazzi , e poi, non dimentichiamo lo mai, la nostra società non ha un euro di debito quindi, perché deve ridimensionarsi?

Non potrebbe fare il contrario e rilanciare, in un mercato prossimo dove gireranno solo plusvalenze contabili, e il nostro potrebbe, se vuole , fare veramente la parte del leone.
Se questa squadra non verrà “smantellata” ma rinforzata con un buon esterno basso sinistro ed un grande metodista, non è poi tanto lontana dall’Inter fresca vincitrice.

Sarà fondamentale la giusta scelta del tecnico, riconfermare Ringhio significherebbe dare continuità all’attuale progetto tecnico cementato, per merito di Gattuso, dal tutti per uno e uno per tutti, senza dimenticare però i limiti palesati più volte dal nostro, spesso incartatosi nella cattiva lettura della gara in corso e dalla poca lucidità dimostrata nei momenti difficili.

Sarà uno degli snodi fondamentali del nostro prossimo futuro, per ora rimaniamo concentrati sul presente che va ancora scritto e sigillato, siamo vicini al traguardo ma non lo abbiamo ancora tagliato, continuiamo nelle emozioni, i rimpianti sono finiti.
Noi, come sempre, ci siamo a soffiare forte il vento della passione perché diventi, appunto, un uragano.

Salvatore Sabella

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