Uefa vs Superlega: una battaglia senza vincitori né vinti

Uefa vs Superlega: una battaglia senza vincitori né vinti

Foto: Instagram Champions League


UEFA SUPERLEGA- La nascita della Superlega è stata sin da subito al centro di un processo mediatico. Quest’ultima, ha ricevuto il dissenso dei supporter di quasi tutto il mondo del calcio e non solo. Infatti, alcune “ribellioni” sono arrivate proprio dall’interno. Molti calciatori e allenatori hanno deciso di voltargli le spalle, credendo nei valori sani di questo sport e non contribuendo a salvaguardare soltanto la parte economica che da anni ha preso il sopravvento.
Il forte messaggio lanciato da quest’ultimi, fatto di proteste pacifiche sia dall’esterno che dall’interno degli stadi, come nel caso di Leeds- Liverpool, ha sicuramente avuto successo. Infatti, a distanza di pochi giorni dalla sua nascita, la Superlega è stata già momentaneamente sospesa.


NUOVO FORMAT DELLA CHAMPIONS


Mentre la notizia della nascita di questo nuovo torneo si spargeva a macchia d’olio, la UEFA ha risposto “sul campo” annunciando il nuovo format della Champions valido dal 2024, il quale vede l’aggiunta di quattro squadre in più alle iniziali 32 che verranno suddivise in 4 fasce per dar vita ad una sorta di campionato. Al termine delle 10 gare, senza andata e ritorno, le prime otto che guadagneranno l’accesso alla fase seguente otterranno di diritto un posto agli ottavi, dove da lì alla finale procederà normalmente, mentre le restanti  si affronteranno per accaparrarsi la metà dei posti disponibili, in uno spareggio, e accedere così allo step successivo.


MA COSA NASCONDE LA UEFA?


La UEFA, oltre a controbatterla apportando le sopracitate modifiche, ha sin da subito “minacciato” i calciatori che avrebbero preso parte alla nuova competizione negando loro la partecipazione agli Europei, ai Mondiali e ai loro campionati di riferimento. Ciò ha sicuramente innescato il dietrofront anzitempo di quasi tutti i club, in particolar modo quelle delle inglesi, tra le prime ad abbandonare.


Cosa si cela dietro a questa scelta?
“La UEFA, le sue federazioni affiliate e tutti coloro che amano il calcio sono saldi e resisteranno e combatteranno con forza contro questa mossa dei proprietari di questi club e dei loro sostenitori nella massima misura possibile. Sappiamo moralmente qual è la posta in gioco e proteggeremo il calcio da un clan egoista a cui non importa nulla del gioco. Siamo il calcio europeo. Loro no”, questo un estratto di uno dei diversi comunicati emanati da quest’ultima nei loro confronti . Ma il loro intento non è sicuramente quello di eliminare la Superlega solo ed esclusivamente per salvare il calcio, bensì, è quello di sbaragliare la concorrenza, non privandosi dei migliori team al mondo, e portare avanti il proprio progetto che da anni sta riscontrando un grandissimo appeal, di cosa stiamo parlando? Della massima competizione europea: la Champions League.

Quest’ultima, si è da sempre rivelata un enorme successo sia per il fascino in sé che per le partite di spessore che ogni anno riesce a proporre ma al contempo tale competizione permette alla UEFA di guadagnare fior di quattrini ricavati, in primis, grazie alla passione della gente, quasi una sorta di speculazione per intenderci.
Questo il lato oscuro che si occulta dietro gli organizzatori della “coppa dalle grandi orecchie”, i quali, proprio come la Superlega, hanno creato un dislivello enorme tra i club di maggior spicco dei top 5 campionati europei e le restanti partecipanti che non si qualificano stabilmente.
Infatti, la cifra da distribuire ai club, su una base di 3, 25 miliardi, è di 2,55 miliardi di euro per quanto riguarda Champions e Supercoppa Europa ( e altri 510 milioni destinati alle partecipanti dell’Europa League).
Inoltre, entrano in gioco anche il Market Pool, ovvero la distribuzione degli introiti dai diritti televisivi, più vari bonus legati al ranking, ai risultati ottenuti e al piazzamento finale.
Uefa e Superlega, una battaglia senza vincitori né vinti, le quali tutelano solo la parte finanziaria abbandonando a sé stesso uno sport ormai sull’orlo del collasso e privo di vere emozioni.
 
Vincenzo Favale

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