Tra realtà e finzione, dopo il Coronavirus pochissime differenze

Tutti una volta nella nostra vita abbiamo acceso la console per giocare ai fatidici simulatori di calcio quali PES o FIFA, la verosimiglianza fisiognomica dei calciatori virtuali, la riproduzione fedele di maglie stemmi, stadi gremiti con cori copiati dalle tifoserie delle squadre più blasonate delle massime serie. I tipi più vintage e romantici preferiscono il Subbuteo o il biliardino, i rossi contro i blu nella classica formazione 2-5-3 fermi immobili su quella linea con la palla che schizza da una parte e dall’altra, ecco la somiglianza con il calcio di oggi. Un “finto sport” nel post-lockdown, giocatori fermi che fanno fatica a muoversi sudati più per il caldo asfissiante estivo che per il gioco. L’antitesi di cosa dovrebbe essere: estro, da una parte e dall’altra, ecco la somiglianza con il calcio di oggi. Un “finto sport” nel post-lockdown, giocatori fermi che fanno fatica a muoversi sudati più per il caldo asfissiante estivo che per il gioco. L’antitesi di cosa dovrebbe essere: estro, passione e lotta su ogni pallone.

Per questo motivo la rappresentazione dello sport nei videogiochi, ricorda il calcio ai tempi del Coronavirus. Le azioni coercitive della lega e dei vari ministri nel mondo del calcio trovano sublimazione tanto sugli spalti che sul terreno di gioco, nell’interazione tra calciatori e tifosi. Quell’alchimia tra tifo e calciatori che spinge gli 11 a clamorose rimonte, che fa parare un rigore al portiere, per non parlare dell’estasi di alzare la coppa insieme al pubblico, la bellezza di un derby, delle coreografie e si potrebbe continuare all’infinito con questo elenco.

Ci hanno insegnato che il calcio è di chi lo ama, che il calcio è dei tifosi ma il dio del calcio oramai è sempre più influenzato da un altro dio, “il dio denaro” e allora vale quel detto che davanti l’interesse l’amore cessa. In tantissimo hanno parlato di questa situazione abbietta. Claudio Ranieri in una conferenza ha espresso la sua opinione: “Il calcio senza tifosi non ha senso”, sulla stessa lunghezza d’onda Siniša Mihajlovič: “questo calcio mi fa schifo”, passando per Gattuso che ha dichiarato:”non è vero calcio”. Anche i presidenti di qualche squadra si sono espressi sulla questione, uno di questi è Ferrero, le sue parole forti e concise:”la Serie A deve finire qui, senza tifosi non è calcio” . Hanno fatto scalpore sopratutto le dichiarazioni di chi i tifosi non l’ha mai visti di buon occhio, è il caso di Aurelio De Laurentis, a detta sua: “gli stadi chiusi sono la più grande stronzata del secolo”.

Non è una combinazione se anche gli ascolti di Sky sport sono diminuiti del 94,6% e gli abbonati sono calati del 55% rispetto al 2019. Forse le persone hanno preferito i tornei Ea sport Rivals che stanno avendo una crescita esponenziale negli ascolti, anche grazie a Twitch, attirando così molti giovani che tristemente si stanno disinnamorando di questo sport. In fin dei conti le celebrazioni dello scudetto bianconero o la champions league alzata del Bayern Monaco non fanno per nulla invidia ai figurini Konami programmati a dovere, con tanto di arbitrario numero di bandiere di nazioni straniere legate sulle spalle a mo’ di mantello, coppa al cielo e coriandolata con tanto di giro di campo per esultare con i tifosi virtuali che ogni anno diventano sempre più simili alla realtà. Sicuramente supporters migliori delle indistinguibili e piatte masse in 2-D montati sugli spalti degli stadi. Abbiamo assistito a volgari pubblicità su tutta la gradinata, cori registrati come nei più lussuosi Subbutei presenti sul mercato con tanto di tifosi tridimensionali personalizzabili attraverso colori e pennelli.Ci troveremo davanti scenari generici e asettici, come se uno stadio valesse l’altro, come se un pubblico,assente o presente che sia, valesse l’altro. Un’amarezza e una tristezza che fa tanto male al mondo del calcio sempre più snaturato nella sua essenza, come se stessimo in un videogame con i valori della CPU ridotti al minimo e la difficoltà di gioco impostata su “principiante”.

Valerio Petrosino

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