Top e Flop Napoli-Lecce: male Ndombele, solido Ostigard

Top e Flop Napoli-Lecce: male Ndombele, solido Ostigard

Finisce 1-1 al Diego Armando Maradona, il Napoli non riesce a superare il Lecce.

Foto: Twitter Napoli

LA GARA

Inizio lento della gara. Si fatica a rimanere svegli fino al 23′ minuto. Momento in cui Tanguy Ndombele commette fallo su Lameck Banda e l’arbitro Matteo Marcenaro -dopo il check al VAR- decreta il calcio di rigore. Della battuta se ne incarica Lorenzo Colombo che inizialmente insacca la sfera, ma mancava il fischio del direttore di gara. Al secondo tentativo, quello buono, la para Alex Meret. Da questo momento in poi, il primo tempo si accende: il Napoli tenta con ferocia di affondare e ci riesce. Al 27′ minuto, a conclusione di un’azione elaborata, Eljif Elmas batte Wladimiro Falcone e porta i padroni di casa in vantaggio. Ma gli ospiti non rimangono a guardare. Passano 4′ minuti e arriva l’1-1: Colombo si riscatta con un eurogol dalla trequarti su cui Meret non può nulla. Tiro da fermo, ma senza essere contrastato. Da qui, i ritmi si riabbassano e i pugliesi giocano meglio dei partenopei, troppo lenti e imprecisi nella gestione della palla. Il primo tempo termina 1-1.

La seconda frazione non inizia tanto meglio della prima. La squadra di Luciano Spalletti tiene il pallino del gioco, ma non ha mai la decisione giusta che serve per concretizzare. Il tiro di Politano al 70′ minuto, finito poco a lato, e quello all’80’ di Di Lorenzo le uniche occasioni nitide. Per il resto un Napoli piatto e con poche idee. I secondi 45′ minuti per il Lecce sono di completa fase difensiva. Finisce 1-1.

LE PAGELLE

Meret: 7; bravo a parare il rigore e sulla rete di Colombo non può nulla. Deve fare poco altro. Muro.

Di Lorenzo: 6; soffre un po’ le accelerazioni di Banda. In fase offensiva è il solito treno, il suo apporto è immancabile.

Kim: 6.5; ottimo negli anticipi, in impostazione e in progressione. Concentrato.

Ostigard: 7; all’esordio assoluto in azzurro disputa una grande partita. Le palle alte sono tutte sue e in fase di impostazione è preciso. Solido.

Olivera: 5.5; ha dovuto fare poco in fase difensiva. In fase avanzata pochi guizzi. In crescita.

Ndombele: 4; colpevole del calcio di rigore per il Lecce ed è in ritardo in chiusura su Colombo che riesce a tirare indisturbato e a battere Meret. Qualche pallone recuperato e pochi scatti in qua e là. Ricorda Bakayoko.

Anguissa: 7; regge il centrocampo nel primo tempo, recupera tanti palloni e si fa apprezzare anche negli inserimenti offensivi. Colonna.

Politano: 6.5; se in fase difensiva non è stato dei migliori, in fase offensiva molto bene. Va molto vicino al gol e fornisce l’assist per l’1-0. Frizzante.

Raspadori: 5; mai realmente in gioco. Non riesce ad essere il collante tra centrocampo e attacco. Gestione del pallone da rivedere e tocchi spesso imprecisi. Pesce fuor d’acqua.

Elmas: 6; sblocca la partita, ma fa poco altro. Meglio in fase di non possesso, che in quella di possesso. Piatto.

Osimhen: 4; era in campo? Completamente annullato dai centrali del Lecce. Nessuna sponda, non dialoga mai con i compagni. Sempre troppo isolato. Nel primo tempo tocca meno palloni di tutti i 22 in campo (fonte: DAZN) e questo dice tutto. Invisibile.

Zielinski: 6; entra bene in campo. La sua mancanza nella prima frazione si era sentita sia nei recuperi difensivi che negli inserimenti offensivi. Propositivo.

Lobotka: 6.5; guadagna molti falli che fanno respirare la squadra, gestisce bene la palla e dà aiuto in fase offensiva. Metronomo.

Kvaratskhelia: 5.5; si intestardisce troppo nei dribbling. Poco dialogo con i compagni. In fase difensiva non deve fare niente. Deludente.

Lozano: 6; stranamente, entra bene in campo. Recuperi difensivi, dribbling e dialogo offensivo. Ci prova, ma non riesce a buttarla dentro. Buone speranze?

Simeone: S.V.

Spalletti: 5; il turnover ci sta. Ma la squadra non scende in campo con il piglio giusto. L’unico momento in cui mostra il mordente giusto è tra il rigore parato da Meret e il gol di Elmas. Per il resto possesso palla sterile e poche idee. C’è tanto lavoro da fare.

Alfonso Oliva

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