TIFO SINONIMO DI AGGREGAZIONE: QUANDO SHEVCHENKO ANDÒ IN CURVA SUD
Assistere alla partita della propria squadra del cuore dal vivo è un’esperienza unica, un mix di emozioni; si passa dalla gioia alla sofferenza e, talvolta, anche allo stupore per quanto tutto ciò possa essere a tal punto coinvolgente. Lo spettacolo a cui si assiste non è incentrato solamente sul match e le relative giocate dei calciatori, anzi, il ricordo di un’esperienza allo stadio è nella maggior parte dei casi riconducibile agli spalti, principalmente alle curve, linfa vitale del tifo e di conseguenza del calcio in generale; non a caso, il sogno di qualsiasi sportivo è quello di assistere ad un match in quel determinato settore, nel quale tutto sembra essere diverso. In curva per 90 minuti si supporta la propria squadra a squarciagola senza sosta, in curva ci si abbraccia senza conoscersi al momento di un goal e ci si stringe forte nei momenti di sofferenza; insomma curva vuol dire aggregazione. Quest’atmosfera, oltre ad attrarre persone di qualsiasi età, dai bambini agli adulti, è capace anche di ipnotizzare positivamente star come i calciatori. Tra questi ricordiamo uno dei più forti di sempre, ovvero Andriy Shevchenko. Il giocatore del Milan, nel 2006 infatti, a stagione quasi chiusa, decise di recarsi in curva Sud allo stadio Meazza di Milano, nella quale trovò migliaia di tifosi pronti ad accoglierlo come fosse un loro amico e facendolo sentire a casa propria. Al calciatore ucraino furono rivolte moltissime domande, di qualsiasi tipo, alle quali il calciatore, a detta dei supporters, rispose senza problemi. Il calore della curva, nonostante l’annata negativa del Milan (eliminazione in Champions e scudetto aritmeticamente perso), impressionò Shevchenko, il quale, a fine partita, si commosse e giurò amore eterno alla squadra, indipendentemente da come fosse andata a finire. In conclusione, emarginare il tifo, significa togliere ad ogni tipo di sport il suo fulcro, la sua parte vitale, ma soprattutto privare le persone di uno spettacolo che resterà impresso nelle loro menti indelebilmente.
Renato Oliviero staff Paroladeltifoso