Sulle note di Napoli-Empoli

Il nostro appuntamento con “Sulle note di…” arriva puntuale per raccontare e rivivere le prestazioni della nostra squadra del cuore anche in coppa. Quale sarà la canzone che meglio può ripercorrere lo spartito di Napoli-Empoli?

Mercoledì gli azzurri hanno fatto il proprio esordio stagionale in Coppa Italia, competizione dalla quale sono campioni uscenti e per la quale devono assolutamente cercare di riconfermarsi, arrivando almeno a rigiocarsi la finale. Proprio per difendere il trofeo conquistato a Roma lo scorso 17 Giugno.

In un torneo come questo, la qualità delle prestazioni conta poco. L’unico imperativo è portare a casa il risultato all’interno di sfide dove in 90 minuti si decide tutto: dentro o fuori. Contro i toscani, di categoria inferiore, questo imperativo è stato rispettato: gli uomini di Gattuso hanno vinto la partita e si sono qualificati per il turno successivo, i Quarti di finale, dove affronteranno la vincente di Roma-Spezia.
Tutto bene allora potremmo dire, se non fosse però che Napoli-Empoli ci ha lasciati dei pensieri e delle conclusioni che vanno oltre la partita in questione e la qualificazione raggiunta e che non possiamo ignorare.

Analizziamo questi importanti spunti a modo nostro, partendo da un testo musicale che secondo noi descrive benissimo, già a partite dal suo titolo, quello che è il discorso da affrontare. Stiamo parlando del brano “Fame” di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. La canzone, di uno dei più amati artisti in attività della musica italiana, è contenuta nell’album “Oh vita!” del 2017. Si tratta di un pezzo di musica pop.

“Chi sono? Dove sono? E dove stiamo andando?
Boh
In giro come lupi senza capo branco
Chi è quello nello specchio che mi rassomiglia?
La ruga è verticale tra le sopracciglia
La voglia, la voglia, la fortissima voglia
Un bacio che mi veste, il caldo che ci spoglia
Raccontano di età dell’oro di epoche passate
Cazzate, le statue bianche i greci le facevan colorate
Sotto il sole in piena estate, non ve lo dimenticate mai”, canta Jova in una delle strofe di questo suo testo.
Il Napoli di queste settimane e del post-match con l’Empoli è una squadra che sembra quasi non sapere più chi sia, dove sia e dove stia andando. Soprattutto quando è in campo, dove ci sono giocatori tecnicamente molto forti(i lupi) ma che tatticamente si perdono e che ultimamente proprio per questo aspetto non riescono più a costruire gioco, ad arrivare in porta con una di quelle trame offensive a cui troppo bene eravamo abituati. Manca forse il capobranco di cui scrive Jovanotti? O meglio, la guida del capobranco? È ovviamente facciamo riferimento all’allenatore che tanto buon lavoro ha fatto sul piano mentale per i suoi ragazzi ma che forse ora sta mettendo a nudo suoi limiti tattici dovuti ad un’esperienza da tecnico ancora non completamente matura.
E nel percepire ciò la mente viaggia indietro e vede attraversarsi le immagini di qualche anno fa, quando tutta Europa guardava le partite del Napoli per godersi un gioco spumeggiante che da solo valeva due, tre volte il prezzo del biglietto. Come dice l’autore della strofa, ci specchiamo in ciò a cui vogliamo rassomigliare, ma dobbiamo ammettere che quell’età dell’oro di epoche passate è alle nostre spalle. La voglia, la voglia, la fortissima voglia è ciò che manca ora ad una squadra di lupi sì, ma senza fame.

“Fame, fame, fa-fa-fame (fame, fame)
Fame, fame, fa-fa-fame (fame, fame)

Fuori dal coro
È questo il mio lavoro
Nel giorno del giudizio andrò vestito con lo smoking d’oro
Da re del rock ‘n roll
Da mago del dance floor
In meno di un minuto giro come Phileas Fogg
Si è così “to be or not to be”
Mi fischiano le orecchie e alzo ancora due Db
Accendo un riflettore
Nell’occhio del ciclone
Il polso che mi batte come un’esplosione
E sembrerò una molla e salto sulla folla”, torniamo indietro: inizia così il brano del cantautore romano.
È la strofa giusta per elogiare l’Empoli, che da squadra di categoria inferiore non viene al Maradona per fare da spettatore privilegiato, bensì “fa la partita” e per molti momenti della stessa gioca alla pari con gli azzurri. A viso aperto e a testa alta, ottima organizzazione e qualità e grande personalità: tutti ingredienti che portano i toscani a far paura al Napoli. Fame appunto, come il titolo della canzone che abbiamo scelto per raccontare Napoli-Empoli: è questo il “segno particolare” che conta tanto per vincere le partite, anche se non puoi investire 150 milioni per la tua rosa(facendo riferimento agli investimenti di De Laurentiis per la società partenopea). L’Empoli nel giorno del giudizio dinanzi ad un top-club mette lo smoking d’oro, e fa il suo lavoro, fuori dal coro della considerazione mediatica. Fame, fame, fa-fa-fame e ancora fame è ciò che dovrebbe dimostrare il Napoli e che invece al triplice fischio della sfida del Maradona va riconosciuta agli avversari. Per non dimenticare poi il simbolo della serata, Nedim Bajrami, che dal nulla per una notte, e ci si augura per lui da qui a lungo, si comporta come fosse re del rock ‘n roll, mago del dance floor. Ora forse gli fischiano le orecchie perché qualche estimatore in più lo avrà: ha acceso un riflettore ed è finito, suo merito, nell’occhio del ciclone. Adesso si chiederà, interrogandosi, se la serata a casa di Maradona può “to be or not to be” un importante trampolino di lancio per la sua carriera. Lorenzo Jovanotti riprendendo questo suo brano gli direbbe così, ed anche noi:
“Se c’è una sola strada allora prendila
Se l’occasione è buona allora coglila
Se hai una chitarra suona oppure spaccala
Chitarra elettrica, suonala o spaccala
Il senso è molto chiaro, è un animale raro
Nella notte un faro, quando si alza il vento non cerco riparo
Buttatici dentro, fatti trasportare
Prenditi dei rischi, goditi la gara
Senti come gira”.

Questo è stato lo spartito di Napoli-Empoli, una partita all’insegna della fame, quella che gli azzurri hanno dimenticato e quella per cui invece l’avversario si è fatto apprezzare.

“E ora tenete bene sotto mira tutti quelli come me
Che hanno ancora fame fame fame
Tenete bene sotto mira tutti quelli come me
Che hanno ancora fame fame fame
Non ve lo dimenticate, tutti quelli come me
Che hanno sempre fame fame fame
Non ve lo dimenticate, tutti quelli come me
Che hanno sempre fame fame fame
Fame fame fame”

Marco Falco

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