Stadi chiusi e ritiri aperti, ecco il risultato dell’indifferenza al calcio moderno

Con il campionato alle porte, le speranze di un ipotetico ritorno negli stadi diminuiscono drasticamente.
Il calcio mondiale ha risentito l’assenza del pubblico, in ambito economico ma soprattutto a livello di spettacolo sugli spalti.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad una sorta di teatrino messo in scesa dalla Lega per salvare la baracca, purtroppo tutto questo non è bastato per risollevare la situazione.
Nel post lockdown, la Seria A ha perso circa 2.5 milioni di spettatori in media a giornata, con un netto calo dello share a -40%. Il prodotto “ Seria A “ offerto alla ripresa del campionato ha rilevato un forte distaccamento dei tifosi. Le principali cause del distacco sono state gli orari delle partite, uno stadio vuoto privo del calore della sua gente, destinato ad andare avanti per soli questioni economiche.

Altro dato da prendere in considerazione è sulla questione dei ritiri aperti al pubblico:nel ritiro di Castel di Sangro degli azzurri sono previsti sold out tutte le date degli allenamenti della SSC Napoli.
Lo stadio Teofilo Patini accoglierà quotidianamente cieca 1000 persone, che potranno assistere agli allenamenti della squadra partenopea dagli spalti.
L’argomento ha toccato non poco i tifosi che invocano la riapertura degli stadi.
Strutture come il San Paolo potrebbero accogliere un terzo della capienza di base, popolando gli spalti con almeno 10.000 persone.
Una riapertura parziale degli stadi, significherebbe un riavvicinamento tra il calcio e la sua gente;per chi vive di gradinata e di quella voglia di tornare al calcio di un tempo, Un calcio che faceva emozionare sugli spalti e davanti ai televisori.
Per il bene di questo gioco e della sua gente urgono cambiamenti, affinché possa tornare lo sport più bello e seguito al mondo.

Gaetano Bianco

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