Situazione tifo per il resto del campionato, mettiamo i puntini sulle “i”

“Per quasi tre mesi non siamo entrati mai al San Paolo, per il regolamento d’uso e la sua applicazione. Un paio di settimane fa siamo rientrati avendo avuto il giusto contentino per poterci esprimere come vogliamo, rispettando alcune regole e le cose sono andate abbastanza bene. Domenica avevamo uno striscione ancor più grande di quello ‘Liberi di tifare’ con ulteriori spese ma ci hanno risposto così. Adesso mi domando, siccome prendiamo le multe per i sediolini, per esserci appoggiati a una vetrata, come hanno fatto a non capire chi ha portato queste torce? Abbiamo dato la nostra parola a delle persone e non credo saremmo stati così stupidi da introdurre torce e seppure qualche testa calda l’avesse fatto, l’avremmo isolato perché vuole il male della curva. Abbiamo deciso con grande tranquillità di tornarcene indietro, delusi, siamo arrivati ad un punto di non ritorno. La partita con il Barcellona? Avevamo già deciso di non entrare per una questione di caro biglietti. Credo sia stato dato uno schiaffo alla dignità della gente che va nei settori popolari, ci è sembrato quasi un dispetto mettere la curva a 70 euro. Siamo stanchi».

Queste le parole di Cosentino che non fanno ben sperare per il futuro del tifo in curva B. Sempre un “gioco” al massacro nei riguardi di uno dei due cuori del San Paolo. Una volta sono I ballatoi, un’altra volta le scale, oggi i megafoni e le pezze, se tutto questo dovesse terminare la Curva B tornerà a cantare.

In caso contrario a perderci saremo tutti, questa la triste realtà del calcio a Napoli.

Giovanni Pisano

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