La differenza tra i settori giovanili europei ed italiani

L’importanza dei settori giovanili

Le recenti sconfitte in campo europeo per le italiane riflettono un problema ancora presente nella nostra nazione: un’inferiorità totale in termini di gioco, mentalità e tattiche rispetto al resto dell’Europa. Non è un caso se Phil Foden (il 28 maggio compirà 21 anni) guida il centrocampo del suo M. City e lo fa in una semifinale di UCL dove ha già totalizzato 11 presenze, mentre in Italia vi è una tendenza (a quell’età) di mandare i giovani in prestito in categorie minori. I settori giovanili, dunque, vengono trascurati notevolmente nella nostra penisola.

La situazione in Europa

L’atteggiamento delle squadre europee di far avanzare e crescere i propri prodotti si traduce sia nella creazione di asset finanziari tesi ad aumentare il valore economico della società, ma anche nell’opportunità di sviluppare il proprio futuro in maniera autonoma. Inghilterra, Spagna, Portogallo ed Olanda guidano la classifica sui migliori settori giovanili, fornendo talenti attualmente in giro per l’Europa e che militano nelle prime squadre. Il modello della Cantera spagnolo, il De Toekomst olandese, passando per la next gen inglese e francese sono solo esempi di come i settori giovanili sono maggiormente sviluppati. 

I modelli spagnoli

Athletic Bilbao, Barcellona, Real Madrid sono le 3 squadre spagnole che annualmente reclutano talenti giovani gettandoli anche in prima squadra. Le cosiddette “canteras” hanno grosse differenze tra di loro: ad esempio, il club basco opta per giocatori baschi o di origine basca sia nell’accademia che ovviamente in prima squadra. Questa scelta getta le sue basi nella tradizione del paese che oggi giorno conta 2 milioni di abitanti. Nonostante ciò il Bilbao è riuscito a vendere due campioncini per più di 50 mln (Kepa e Laporte)
Sulla Masia blaugrana c’è poco da dire, la storia parla abbastanza : Messi, Puyol, Xavi, Iniesta, Bojan etc.. una filosofia di creare talenti che ha incantato l’intera Europa per anni interi. Dopo aver attraversato un triennio non felicissimo, a causa dei cambiamenti nazionali, la Masia è tornata a cantare fornendo alla prima squadra giocatori come Mingueza, Fati, Moriba ed Araujo. Dall’altro lato della Spagna invece, il binomio Real Madrid e della sua cantera non smette mai di stupire: dal 2009 al 2019 sono stati 214 i milioni entrati nelle casse del club e provenienti dalle vendite di canterani. 

I modelli inglesi

Se si parla di settori giovanili e di promesse lanciate in giovane età nel mondo del calcio, non si può omettere il discorso inglese. La Premier League non è il campionato più avvincente d’Europa solo per la presenza di numerosi top team, oppure per la presenza delle maggiori star: il calcio inglese si è distinto per il numero di giovani talenti cresciuti nel vivaio e poi fatti esordire in prima squadra. Basta osservare come in pochissimo tempo la Nazionale di Gareth Southgate, abbia notevolmente abbassato l’età media con l’inserimento di giocatori provenienti dai settori giovanili. La Next Gen inglese è un modello da seguire in tutta Europa, la federazione inglese assieme agli sponsor finanziano i centri sportivi con la creazione di nuove strutture e campi, per permettere ai giovanissimi di lavorare nel maggior confort possibile. Per anni le nazionali inglesi, dall’under 17 all’under 21, sono state in cima alle classifiche europee. L’Inghilterra è garanzia di talento e creazioni di stelle del prossimo futuro come: Sancho, Alexander-Arnold, Bellingham e così via.

Benfica ed Ajax: chapeau

Benfica ed Ajax incarnano nelle loro società e mentalità una solidità ed uno sviluppo del proprio futuro. Joao Felix, Ruben Dias, Renato Sanches, Bernardo Silva, João Cancelo, De Ligt, De jong, Eriksen, Sneijder e così via. Sono due tra i settori più prolifici e vivaci dell’Europa intera. L’Ajax negli ultimi 10 anni sorpassa addirittura gli incassi del Real Madrid (sempre in termini di vendita di giocatori provenienti dalla “cantera”) con 285 mln d’euro. Il centro olandese, chiamato Sportpark De Toekomst, è enormemente all’avanguardia, con 9 campi a disposizione ed una struttura capace di ospitare 2000 persone. Dall’Olanda al Portogallo, le differenze sono poche. Un club come il Benfica offre ai suoi giovani giocatori il tempo necessario per integrarsi nella Prima Squadra, che diviene la piattaforma per attirare l’interesse dei club stranieri sui talenti del club lusitano.

La situazione Italiana

I settori giovanili del Made In Italy producono molto poco se relazionati all’estero. L’impostazione è completamente errata e poco prolifica: solamente Juventus, Roma, Atalanta, Empoli e Chievo possiedono un centro sportivo per le giovanili. Inoltre né la Federazione né gli sponsor, intervengono economicamente al fine di produrre maggiori risultati, come magari avviene in Inghilterra o in Olanda. Sono pochissimi i casi positivi all’interno del nostro territorio: la prima squadra da nominare è sicuramente l’Atalanta con circa 20 talenti formati e che militano nei 5 tornei più importanti. 

Il modello Atalanta

Il modello bergamasco è forse il fiore all’occhiello della nostra nazione: un progetto che getta le sue basi nella programmazione a lungo termine, con la creazione di un settore giovanile ben finanziato offrente la possibilità di allenarsi per un’intera stagione anche ai ragazzi molto piccoli. 5 strutture, tesseramenti immediati e la disposizione di tecnici ed istruttori qualificati per garantire talento e competenza. A dimostrazione della reale bellezza che si cela dietro la società, vi sono anche le ultime due edizioni del campionato Primavera vinte proprio dai bergamaschi. La forza del settore giovanile è nell’unione tra i componenti: tutti i giocatori si conoscono da moltissimi anni e nella maggior parte dei casi arrivano in prima squadra insieme, mostrando un’intesa ed una chimica senza eguali.

Il resto d’Italia

Analizzato il modello atalantino, nella nostra Nazione il resto è mera sporadicità. Tra i top club non compaiono modelli da seguire oppure società che nonostante i limiti d’impostazione riescono a trarre giovani campioni garantendosi un sostegno economico e per la rosa. Dietro l’Atalanta infatti compaiono Fiorentina, Milan, Juventus ed Inter. Il sistema non è però perfetto, basta osservare la differenza nelle prime squadre in termini di giocatori provenienti dai propri settori giovanili. Tra i club nominati la situazione non è profondamente negativa (qualcosa si è smosso soprattutto nel passato recente) ma molto inferiore rispetto allo stesso modello bergamasco e soprattutto ben lontani dal resto d’Europa. 

Il paradosso del Napoli

Un esempio attuale che rende l’idea sulla situazione italiana è la gestione del Napoli. La società con centro sportivo a Castel Volturno ha dovuto fronteggiare numeri infortuni nel corso di questa stagione, soprattutto nel reparto offensivo. con il calciomercato chiuso e gli infortuni di calciatori importanti come Petagna, Osimhen, Lozano e Mertens, il coach Gattuso si è ritrovato a dover pescare il jolly dalla Primavera (squadra retrocessa in 2B), senza però trovare alcun riscontro desiderato. Non è stato infatti mai schierato nessun attaccante dei giovanissimi convocati, probabilmente perché nessuno è stato ritenuto all’altezza della situazione. 

Nuova dimensione e ripartenza

Come si può chiaramente comprendere, il distacco tra l’Italia e il resto d’Europa pare irriducibile. La mentalità del Paese pare arretrata nella maggior parte dei casi ed una rivoluzione non sembra vicina. Serve la creazione di una nuova dimensione, investimenti, progetti solidi e tesi a migliorare una realtà molto triste. Avere un sano settore giovanile dovrebbe essere una priorità per ogni club, dal top ai club più piccoli. Non è un’operazione limitata ai club d’élite. Tante volte sono proprio i club minori a garantire ai giocatori giovani ma ad alto potenziale il tempo di gioco che necessitano, fattore difficile da trovare in un club già formato e di valenza maggiore. Il percorso da intraprendere porterebbe alla creazione di risorse illimitate, sia dal punto di vista economico che a completamento della prima squadra.

Daniele Rodia

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