San Paolo, Ancelotti beffato dai De Laurentiis nella ‘guerra’ contro il Comune
Spogliatoi da completare? No, nessun ritardo. Chi da parte del Napoli ha seguito lo stato dei lavori? Il figlio di Adl che si è complimentato con la ditta. La smentita del club, la battaglia dei post e le immagini pubblicate dal Comune. In questa grottesca polemica perché Ancelotti ha messo la faccia al posto della società?
La telenovella va avanti da anni. Quello dello stadio San Paolo è stato un argomento di discordia tra SSC Napoli e il Comune che ancora non ha trovato la sua fine. Proprio quando ci saremmo aspettati di vedere finalmente firmata la fatidica convenzione, ecco il fulmine a ciel sereno: la furia di Carlo Ancelotti.
Un comunicato stampa del club azzurro ha riportato le dichiarazioni del tecnico che si è scagliato con le istituzioni responsabili dei lavori del San Paolo. Terreno dello scontro gli spogliatoi dell’impianto. Immediate le repliche da parte del Commissario per l’Universiade Gianluca Basile e dell’Assessore allo Sport Ciro Borriello.
“Nessun ritardo. Venerdì sarà tutto pronto. Dispiaciuti per le parole di Ancelotti, lui non è mai venuto a vederlo in San Paolo. L’ha fatto Edoardo De Laurentiis ed è rimasto entusiasta“, queste più o meno le parole in risposta al duro attacco del tecnico.
Poi, dopo la smentita di rito da parte della SSC Napoli, è iniziata la battaglia a suon di post sui social, con chi pubblicava la foto o il video più incisivo. Ad oggi, sembrerebbe che ad aver ragione siano le istituzioni ma chissà se l’invettiva di “Re Carlo” non abbia in qualche modo reso più veloci i lavori.
Tuttavia la polemica è indicativa per più aspetti. Innanzitutto l’inadeguatezza dello staff comunicazione e media del Napoli. In secondo luogo, è stato un peccato che un allenatore come Ancelotti sia finito nella “trappola” del Presidente Aurelio De Laurentiis.
Ma se uno si definisce aziendalista allora lo si è, non solo per quanto riguarda il mercato, ma anche quando si tratta di fare brutte figure. Probabilmente la “beffa” orchestrata da De Laurentiis, che ha poco feeling con la piazza, è servita a spostare l’attenzione sul tecnico. L’obiettivo? Mettere pressione al Comune in vista della firma della convenzione. Sempre se ci sarà un accordo.
Oppure la questione spogliatoi è diventata uno strumento di “distrazione di massa”. Con un mercato appena sufficiente ma senza fuochi d’artificio, un equilibrio da trovare in campo e un Milik infortunato, era necessario trasportare il clamore mediatico su altri fronti.
E cosa c’è di meglio che attaccare un’amministrazione indifendibile? Basta leggere le dichiarazioni del sindaco Luigi De Magistris per rendersene conto: “Il comune è responsabile per il San Paolo. Gli spogliatoi sono di competenza della regione“. L’arte dello scarica barile.
Il problema è che nonostante il degrado istituzionale, a fare un clamoroso passo falso, è stato il Napoli. Anzi, e questo dispiace, lo ha fatto Ancelotti. Carlo, allora è vero che sei venuto tra le braccia di Partenope solo per fare l'”aziendalista“?
Andrea Aversa